Il superbonus costa oltre 60 miliardi, modifiche in vista

Economia

Simone Spina

L'agevolazione al 110% per ristrutturare casa ha un peso enorme sul bilancio pubblico. Il governo pensa di rivedere la misura. L'ipotesi è di ridurre l'agevolazione al 90% ma di ammettere di nuovo al beneficio le villette, con - però - vincoli più stringenti

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Allo Stato costa quasi come gli aiuti per raffreddare l’inflazione: oltre 60 miliardi. Parliamo del superbonus al 110%, la misura introdotta nel 2020 dal secondo governo Conte che permette di recuperare quanto speso per ristrutturare le abitazioni purché si migliorino i consumi energetici. A ottobre, calcola l’Enea, l’incentivo è cresciuto ancora e il carico sull’Erario, previsto a fine lavori per le detrazioni, ammonta a 60,5 miliardi, circa due in meno rispetto a quanto stanziato nell’ultimo anno per sostenere famiglie e imprese contro l’aumento dei prezzi.

La stretta già decisa...

Troppo costoso il superbonus per le finanze pubbliche, aveva detto Mario Draghi mesi fa, tanto che era stata decisa una stretta. Da gennaio, secondo le norme attuali, non varrà più per le villette, mentre per i condomini resterà al 110% solo nel 2023, per poi ridursi gradualmente nei due anni successivi (al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025).

... le nuove ipotesi in arrivo

Tutto questo però potrebbe presto cambiare. Il governo di centrodestra, che nel suo programma elettorale prometteva la “salvaguardia” dei bonus edilizi assieme a un suo “riordino”, vuole cambiare le regole. L’ipotesi è di abbassare il rimborso fiscale al 90% dall’anno nuovo per i condomini e, al contempo, riammettere al beneficio le case unifamiliari (le cosiddette villette), ma includendo solo quelle utilizzate come prima casa e - altra novità - con dei limiti di reddito. Una soglia, quest’ultima, ancora da fissare (si è parlato di 15mila euro), ma con la possibilità che sia più alta a seconda di quante persone vivono sotto lo stesso tetto.

Cessione crediti da sbloccare

L’intento è agevolare chi non può permettersi da solo di ristrutturare, ha detto il sottosegretario all’Economia Federico Freni, secondo il quale ha poco senso che il superbonus serva a migliorare la seconda o terza casa. Freni ha aggiunto che ci sarà anche un intervento per sbloccare i crediti: il proprietario di casa, di solito, dà il diritto al rimborso all’impresa edile, che – a sua volta – lo gira alla banca, ma i vincoli anti-frode hanno ingessato il sistema mettendo in difficoltà i cantieri

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