
Bond, quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell’investire in obbligazioni: cosa sapere
L’inflazione sta condizionando anche il mercato finanziario: ne è un esempio il mercato dei titoli obbligazionari, che continua a vivere una lunga serie di mesi consecutivi di ribassi che comportano un inevitabile crollo del prezzo. Tra gli “inflation linked” e quelli tradizionali ecco quali asset scegliere, considerando che presto l’atteggiamento aggressivo delle banche centrali potrebbe finire

L’inflazione condiziona tutto. Erode il valore della moneta e manda in tilt molte decisioni di investimento. Proteggersi non è semplice, specie quando è già scoppiata. Un esempio è l’oro: considerato asset riserva di valore per eccellenza, si dimentica che lo è nel lungo periodo, mentre nel breve, quando le banche centrali si trovano a dover battagliare le impennate dell’inflazione a suon di rialzi dei tassi, soffre. Lo dimostra il 2022, che ne ha visto il valore scendere del 10/20%
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GUARDARE I BOND PER CONOSCERE L’INFLAZIONE – Lo spiega Il Sole 24 Ore: per capire come funziona l’inflazione basta guardare i bond, che sono un’utile cartina tornasole. La prima regola è che prezzi e rendimenti vanno in direzione opposta. Nelle giornate in cui sui monitor di Borsa osserviamo il colore verde sui rendimenti delle obbligazioni che aumentano, vuol dire che gli investitori stanno vendendo, visto che si osserva parallelamente il crollo dei prezzi
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CONVIENE INVESTIRE IN BOND? – Quando si tratta di obbligazioni c’è un grande "se" implicito quando si acquista. Gli emittenti, sia governi che società, non devono essere inadempienti sul proprio debito per pagare ancora le cedole agli investitori. C'è un'enorme differenza tra l'acquisto di un'obbligazione emessa dal governo svizzero, con il rating sul credito di AAA di S&P, e quello di una nuova società tecnologica che cerca di raccogliere capitali. Chi emette l’obbligazione vuole continuare a ripagarti, ma potrebbe non essere in grado di farlo
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ANTICIPARE I CICLI ECONOMICI – Per questo l’andamento dei bond permette di capire come procede il ciclo economico, sia esso di crescita oppure di recessione. Quando gli investitori intravedono che i tassi delle banche centrali potrebbero salire, chi li detiene cerca di liberarsene perché il valore delle cedole offerte diviene inferiore rispetto alle nuove. Questo spiega perché il 2022 sarà ricordato come uno dei peggiori anni della storia per il mercato obbligazionario: il mercato dei bond statunitensi è reduce da 27 mesi filati di ribassi
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I BOND “INFLATION LINKED” – Ci sono però delle soluzioni, i cosiddetti “bond inflation linked”, che tendono ovviamente a sovraperformare i bond non agganciati all’inflazione nelle fasi di reflazione del ciclo economico. Per esempio, l’etf Tip, uno dei più utilizzati dai gestori per proteggersi dall’inflazione negli Usa, ha sovraperformato da aprile 2020 il Tlt, l’altro Etf molto noto e sempre relativo al mercato statunitense, sprovvisto però dell’aggancio al caro-prezzi
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LE ASPETTATIVE SUL FUTURO – “Le obbligazioni sono un prodotto complesso e spesso contro-intuitivo. Più elevata la duration, più sono sensibili ai movimenti dei tassi delle banche centrali. C’è poi il tema delle aspettative di inflazione. Questo può farci capire perché da qualche settimana i bond tradizionali stanno andando meglio dei bond inflation linked: scontano nei prezzi aspettative molto elevate che però potrebbero ridimensionarsi”, sottolinea a Il Sole 24 Ore Gianluca Beccaria, responsabile territoriale di Banca Consulia ed esperto del mercato dei bond
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LA DIFFERENZA- Va però considerata anche la differenza tra fondi obbligazionari (che non hanno scadenza) e titoli di emittenti specifici (come il Tesoro o un’azienda) che invece hanno una scadenza che solitamente prevede il rimborso del capitale alla pari (100). A differenza dei fondi i bond specifici (siano essi BTp o titoli corporate) consentono di vivere meglio eventuali fasi di ribasso del prezzo, perché in fondo al tunnel c’è la scadenza e quindi il rimborso del capitale al valore di emissione

COSA SONO I BOND IBRIDI – Ci sono poi le “obbligazioni ibride”, che hanno scadenze molto lunghe ma possono essere rimborsate dalle società in date prestabilite. Una selezione di obbligazioni di emittenti solidi con una durata media di poco inferiore ai cinque anni (fino alla data di call) offre oggi un rendimento di circa il 7%, rispetto al 2% di inizio anno. I rendimenti delle obbligazioni societarie tradizionali in euro con solidi rating creditizi si aggirano, invece, intorno al 4%
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