
Ucraina, stop russo a navi grano: le conseguenze per l’Italia dopo la decisione di Mosca
Coldiretti sottolinea come nell’ultimo anno il nostro Paese abbia ricevuto dall'Ucraina quasi 1,2 miliardi di chili di mais per l'alimentazione animale, grano tenero e olio di girasole. Con una quota di poco superiore al 13% - per un totale di 785 milioni di chili - Kiev è il secondo fornitore di mais del nostro Paese

La scelta di Mosca di sospendere la propria partecipazione all'intesa sull'esportazione del grano dall’Ucraina ha effetti inevitabilmente anche sull’Italia. Sono state infatti interrotte le spedizioni anche verso il nostro Paese, che nell’ultimo anno - riporta Coldiretti - ha ricevuto da Kiev quasi 1,2 miliardi di chili di mais per l'alimentazione animale, grano tenero e olio di girasole nell'ultimo anno prima della guerra
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Il 29 ottobre la Russia ha denunciato un attacco con droni contro le proprie navi in Crimea, nella baia di Sebastoboli. Il Cremlino ha indicato come responsabili le forze ucraine, aiutate dai britannici, e ha deciso la “sospensione a tempo indeterminato dell'attuazione dell'accordo sull'esportazione dei prodotti agricoli dai porti ucraini”. Accordo che era stato sottoscritto lo scorso luglio in Turchia, sotto supervisione Onu
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Il blocco delle spedizioni di cereali sul Mar Nero - dice Coldiretti – è preoccupante soprattutto per la fornitura di mais alle stalle italiane in una situazione in cui i costi di produzione sono cresciuti del 57% (secondo il Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria)
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L'Ucraina, con una quota di poco superiore al 13% per un totale di 785 milioni di chili, è il secondo fornitore di mais dell'Italia. Il nostro Paese è infatti costretto a importare circa la metà del proprio fabbisogno per garantire l'alimentazione degli animali nelle stalle
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Kiev garantisce poi appena il 3% dell'import nazionale di grano (122 milioni di chili) mentre sono pari a 260 milioni di chili gli arrivi annuali di olio di girasole, secondo l'analisi su dati Istat relativi al commercio estero 2021. Lo stop al passaggio delle navi cariche di cereali sul Mar Nero alimenta il rischio carestia in quei 53 Paesi dove, secondo l'Onu, la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l'alimentazione
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L'annuncio della Russia, prosegue l'associazione, spinge i prezzi sul mercato delle materie prime agricole, soggetti a speculazione: quest’ultima si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi - come l'oro - fino ai prodotti agricoli dove le quotazioni dipendono sempre meno dall'andamento reale della domanda e dell'offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato

"L'Italia è costretta a importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni", afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel sottolineare l'importanza di intervenire "per contenere il caro energia e i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per garantire in futuro la sovranità alimentare del Paese"

E continua: "Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole e industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”

Tuttavia, conclude Prandini, “serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l'invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all'abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l'innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti"
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