Caro energia, la Commissione Ue presenta il piano: c'è tetto dinamico e temporaneo al gas
EconomiaDopo la bozza circolata ieri, arriva il via libera ufficiale dal Collegio dei commissari europei alla nuova proposta legislativa promossa da Bruxelles per contenere i rincari energetici. Tra le misure sono confermati gli acquisti congiunti, la creazione di un indice alternativo al Ttf di Amsterdam e l'applicazione di un price cap dinamico temporaneo. Von der Leyen: "Sicura che ci si sarà unità". Ma oltre a Olanda e Germania, ora anche l'Austria si oppone al tetto
Via libera del Collegio dai commissari europei alla nuova proposta legislativa sull'energia promossa da Bruxelles. Un pacchetto di misure che, come anticipato dalla bozza trapelata nei giorni scorsi, comprende acquisti congiunti di gas, la creazione di un indice per i prezzi della materia prima entro marzo 2023 e l'applicazione di un price cap dinamico temporaneo sul valore delle transazioni alla Borsa dell’energia di Amsterdam. La presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen: “Sicura che ci sarà unità”. Ma dopo Olanda e Germania, anche l'Austria esprime dubbi sul tetto.
Gli interventi
Come annunciato dalla Commissione, il pacchetto di misure "affronta il caro prezzi del gas e garantisce la sicurezza delle forniture per questo inverno". Tra i principali interventi figurano "l'acquisto congiunto di gas, la creazione di un nuovo parametro di riferimento per i prezzi del Gnl entro marzo 2023 e, nel breve termine, un meccanismo di correzione dei prezzi per fissare un limite di prezzo dinamico alle transazioni sul Ttf”, la principale borsa europea dell’energia con sede ad Amsterdam. Previste anche norme di solidarietà predefinite tra gli Stati membri in caso di carenza di approvvigionamento.
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“Ttf ormai irrealistico”
"Dobbiamo domare la volatilità e gli aumenti estremi dei prezzi sul Ttf perché non riflette più realmente la vera situazione del mercato”. Questo il commento al pacchetto fornito in conferenza stampa da Von der Leyen. Che poi ha aggiunto: “Svilupperemo un indice complementare e nel frattempo proponiamo un meccanismo di cap per limitare i prezzi eccessivi". L’obiettivo di Bruxelles, ha spiegato la numero uno della Commissione, è infatti quello di "assicurare condizioni di parità nell'Unione ed evitare frammentazioni o interruzione del mercato unico". Quanto alla concordia nell’attuazione delle misure, la leader si è detta ottimista: "Sono convinta che ci sarà unità. Sul tetto è stato difficile ma più articoliamo i dettagli più riusciamo a convincere gli Stati membri a lavorare con noi. Non appena il Consiglio concorderà sui principi, presenteremo la misura dettagliata per renderlo operativo". Intanto però anche l'Austria, oltre a Germania e Olanda, appare scettica sulla proposta: il timore di Vienna è infatti che l'azione sui prezzi si traduca in un calo delle forniture.
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“Inverno sicuro”
"Se le tendenze attuali persisteranno fino alla fine di quest'anno e continueremo ad agire, avremo ricevuto almeno 65 miliardi di metri cubi di gas da fornitori diversi dalla Russia e ne avremo risparmiati altri 50", ha aggiunto Von der Leyen. Che ha spiegato: "Gli impianti di stoccaggio in Europa sono al 92%. La quota russa via gasdotto è scesa al 9% e i due terzi delle forniture da Mosca sono stati tagliati. Grazie a tutto questo siamo preparati per affrontare l'inverno".
“Russia inaffidabile”
"La Russia ha già mostrato di essere totalmente inaffidabile e ha deliberatamente tagliato i flussi all'Ue. Non possiamo contare su Mosca e dobbiamo prendere le nostre decisioni in una condizione di indipendenza", ha aggiunto la presidente della Commissione Ue, rispondendo a chi gli chiedeva se, con le nuove misure, Bruxelles non abbia timore che Mosca tagli totalmente il gas.
Da fondi coesione 40 miliardi
In mattinata la commissaria Ue per la Coesione, Elisa Ferreira, e il presidente della commissione Regioni del Pe avevano proposto di utilizzare fino a 40 miliardi di euro dai fondi di coesione per sostenere i cittadini e le pmi davanti al caro energia. Una soluzione con cui Bruxelles apre di fatto alla possibilità per i governi di ridestinare i fondi di coesione non impegnati dalla programmazione 2014-2020 affinchè possano andarea sostegno di familie ed imprese.