
Gas, dagli stoccaggi ai rigassificatori: la situazione in Italia in vista dell'inverno
Lo stop degli ultimi giorni ai rifornimenti in arrivo da Mosca ha aumentato di nuovo la preoccupazione sui prossimi mesi. Al momento in nostro Paese non è in una posizione critica, ma l'ad di Eni, Claudio Descalzi, avverte che è "difficile" rimanere fiduciosi per la stagione invernale. Le variabili sono molte e la situazione internazionale complicata: il punto

L’Italia rischia un inverno senza energia? È la domanda che ha iniziato a circolare di nuovo da quando, lo scorso 1° ottobre, si sono interrotte le forniture in arrivo dal gasdotto TAG (Trans Austria Gas Pipeline), che passando per l’Austria porta il gas russo di Gazprom nel nostro Paese. Eni ha già fatto sapere di essere al lavoro per sbloccare la situazione, ma intanto si guarda agli stoccaggi e ai rifornimenti importati da altri Paesi
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GLI STOCCAGGI E LE PREOCCUPAZIONI - Roma, ha assicurato più volte il governo, per il momento non è messa male in quanto a stoccaggi di gas, che hanno superato ormai il 90%. Tuttavia, l’ad di Eni Claudio Descalzi ha detto che per il prossimo inverno “è difficile essere fiduciosi”. Se è vero che a livello nazionale “abbiamo fatto tutto il possibile per essere in una posizione positiva”, la crisi energetica è un problema internazionale e le variabili non dipendono unicamente dall’Italia
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"Siamo in una interconnessione globale. Questo vuol dire che se i prezzi sono altissimi e lo mettiamo in un hub il nostro gas ci sfugge. Quindi ci sono delle variabili del sistema che non sono sotto controllo di nessuno", ha detto Descalzi. Il manager di Eni parla chiaro: "Il contributo addizionale del gas russo che speriamo ritorni è fondamentale, 20 milioni di metri cubi al giorno che sono circa il 9-10% del supply che sta arrivando in Italia"
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Negli ultimi mesi l’Italia è andata ad aumentare le importazioni di gas da Paesi diversi dalla Russia, nel tentativo di rendersi indipendente da Mosca prima che questa decida – se mai lo farà – di chiudere davvero i rubinetti. Da gennaio ad agosto, l’Italia ha spinto su Paesi come Algeria, Azerbaijan e Norvegia per acquistare più gas
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Per fare un esempio: ad agosto 2021 l’Italia aveva comprato 1,3 miliardi di metri cubi di gas dall’Algeria, mentre ad agosto 2022 i numeri sono saliti a 1,9 miliardi di metri cubi. Come ricorda Descalzi, però, “è importante che non ci siano problemi tecnici alle produzioni” in altri Paesi, come appunto l'Algeria. La situazione non è ancora del tutto definita e se succedesse qualcosa alle forniture diverse da quella russa, anche gli sforzi fatti finora potrebbero quindi non bastare
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“Ecco perché un sistema energetico deve essere sempre in ridondanza non solo nel supply ma anche nell'infrastruttura”, continua Descalzi, sottolineando l’importanza di un buon funzionamento anche dei tre rigassificatori di Livorno, La Spezia e Rovigo (in foto), dove l’Italia lavora il gas liquido. Altrimenti gli Stati esportatori di gnl venderanno la loro produzione "da un'altra parte, in quei Paesi dove ci sono i rigassificatori"

Mentre si continua a discutere sul rigassificatore che dovrebbe vedere la luce a Piombino, nei prossimi mesi dovrebbero arrivare più rifornimenti di gnl di quanti non ne arrivino adesso, provenienti da Paesi come il Qatar e gli Stati Uniti. La capacità di rigassificazione italiana al momento si assesta intorno ai 18 miliardi di metri cubi, ha sottolineato il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, ma entro il 2024-2025 si punta a raggiungere scorte addizionali per circa 20 miliardi di metri cubi

IL GAS DALLA RUSSIA - Intanto resta aperta la partita sui rifornimenti anche dalla Russia. Eni vuole riuscire al più presto a far riprendere i flussi di gas in arrivo in Italia, da qualche giorno al palo per problemi tecnico-burocratici in Austria. "Stiamo vedendo se possiamo subentrare o al trasportatore o a Gazprom, che non ha pagato 20 milioni di euro di garanzia al trasportatore che deve portare il gas dall'Austria all'Italia", spiega Claudio Descalzi

L'operazione di ripristino dei flussi è cruciale. Anche nel 2023 il gas russo all'Italia servirebbe ancora, nonostante gli sforzi fatti per diversificare le fonti approvvigionamento, per i piani di risparmio energetico e aumentando la produzione da fonti come il carbone o le rinnovabili

Per l'inverno alle porte potrebbe quindi essere necessario puntare su un massiccio risparmio di gas, ad esempio aumentando i comportamenti virtuosi da parte dei cittadini, abbassando il riscaldamento e spingendo sull'utilizzo di carbone e gasolio invece che sul gas
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