Dopo il voto: misure contro il caro-bollette. Da Roma a Berlino: Paesi Ue a confronto

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Gli aumenti sul costo dell'energia continuano a preoccupare l'Europa. Mentre Bruxelles discute su come muoversi, molti tra i principali Stati membri hanno deciso di intervenire a livello nazionale per aiutare imprese e cittadini. Questo il tema principale al centro dell'ultima puntata di “Numeri - Dopo il voto”, il format di Sky TG24 in onda dalle 18.30 alle 19:00

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Le bollette in Italia aumenteranno di quasi il 60% per la luce nell’ultimo trimestre dell’anno. A inizio novembre sapremo di quanto aumenterà il gas. Quanto sono stati utili gli interventi messi in capo dallo Stato finora per contenere il rialzo dei prezzi? Come si stanno muovendo altri Paesi europei per far fronte ai rincari? Sono questi i temi principali al centro della puntata di “Numeri – Dopo il voto”, il format di Sky TG24 in onda dalle 18.30 alle 19:00. (LO SPECIALE DI SKY TG24 SULLE ELEZIONI - I RISULTATI - LE TAPPE PER AVERE IL NUOVO GOVERNO - GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).  

L’impatto delle misure del governo Draghi sul costo delle bollette

Le misure messe in campo finora dal governo Draghi sono riuscite a far risparmiare alle famiglie italiane il 20% sul costo delle bollette: il restante 80% è rimasto è rimasto a carico dei consumatori. Gli italiani che hanno risparmiato di più sono quelli con reddito Isee più basso, destinatari del bonus sociale bollette, uno sconto applicato direttamente sulla cifra da pagare per chi ha reddito fino a 12mila euro. Per tutte le altre famiglie, l’aumento - sul mercato tutelato - senza gli aiuti dell’esecutivo sarebbe stato di 860 euro. Con gli interventi la cifra è scesa a 690 euro: significa che gli aiuti pubblici hanno fatto risparmiare 170 euro a ogni famiglia.

Le scadenze degli interventi del governo Draghi

Le misure approvate nel 2022 sono state rinnovate di volta in volta dal governo sulla base di scadenza prefissare. Al momento, senza proroghe o ulteriori interventi, gli aiuti sulle bollette dovrebbero finire il prossimo 31 dicembre. Quelli per mitigare il prezzo dei carburanti hanno come data di scadenza il 31 ottobre, quelli approvati per mitigare l’impatto dei costi energetici sulle aziende finirebbero invece il 31 novembre. Sarà il nuovo governo, mese per mese, a dover trovare i fondi necessari a fronteggiare i rincari energetici.

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L’andamento del prezzo del gas

La causa principale per gli aumenti delle bollette resta il costo del gas sul mercato di Amsterdam. I prezzi per gli utenti scontano infatti adesso i picchi registrati nel mese di agosto, che ora – pur restando su cifre ben più alte che in passato – si sono leggermente ridimensionati. Se questa tendenza al ribasso andasse avanti potremmo guardare a una possibile diminuzione del costo delle bollette. Secondo il professor Michele Polo, docente all’Università Bocconi di Milano, “il mercato di Amsterdam – con oscillazioni molto ampie – riflette l’andamento dei fondamentali. Chi parla di speculazione come unico motore dell’andamento dei prezzi non coglie la vera situazione del mercato. In questo periodo, ogni notizia sul possibile taglio di forniture da parte della Russia genera oscillazioni molto rapide”.

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Il piano della Germania contro i rincari

La Germania ha da poco annunciato un piano da 200 miliardi di euro contro i rincari energetici. La cifra corrisponde al 5,6% del Pil nazionale. La cifra è molto più alta di quella investita allo stesso fine dall’Italia. Bisogna però tener conto innanzitutto della grandezza e del numero di abitanti dei due Paesi: la Germania ne ha molti di più. Ma il discorso è anche economico. Il governo tedesco può infatti contare su casse pubbliche in salute migliore rispetto all’Italia. Berlino ha un debito pubblico che si assesta intorno al 69% del Pil, Roma arriva al 145%. 

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Interventi contro i rincari energetici: Italia e Germania a confronto

In ogni caso, al 21 settembre, i soldi investiti dall’Italia per aiutare imprese e cittadini alle prese con i rincari energetici e con l’inflazione ammontavano al 3,3% del suo Pil. Gli investimenti tedeschi raggiungevano invece il 2,8%. Ci sono poi misure che l’Italia ha preso in anticipo rispetto alla Germania. Da mesi l’Iva sul gas nel nostro Paese è infatti fissata al 5%. Berlino ha deciso adesso di abbassarla al 9%, ma fino ad ora è stata del 19%.

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Il dossier energetico sul tavolo di Bruxelles

Oggi si è tenuto un nuovo Consiglio europeo per discutere della crisi energetica. La giornata è stata in realtà interlocutoria. Si sono formalizzati accordi di fatto già raggiunti nelle scorse settimane. Tra questi c’è la decisione di puntare un risparmio energetico di circa il 15% in tutta Europa, quella di mettere un tetto al guadagno dei produttori di energia che utilizzano fonti diverse dal gas e quella di redistribuire i fondi recuperati tassando i produttori energetici e riservandoli a chi ne ha più bisogno. Il punto è che queste misure non andranno però a incidere sul prezzo delle bollette. I ministri dell’energia degli Stati Ue si incontreranno in videoconferenza già lunedì prossimo per pensare a nuove misure. A margine dell'incontro di oggi, Roberto Cingolani, a capo del nostro Ministero della Transizione Ecologica, ha detto che si cercherà adesso di "ridurre i picchi e la volatilità eccessiva del prezzo del gas, cercando di rimanere su cifre che non siano così basse da scoraggiare gli operatori energetici". Si è pensato quindi di "trovare un range tra prezzo minimo e massimo che segua le leggi di mercato ma non sia fuori controllo", ha precisato Cingolani.

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Il price cap

Quindici Stati Ue, tra cui l’Italia, continuano intanto a chiedere a Bruxelles di mettere un tetto al prezzo del gas. La discussione non è stata affrontata nel Consiglio di oggi. Restano diverse problematiche sullo sfondo: il price cap andrebbe fissato solo guardando al gas in arrivo da Mosca o anche dagli altri fornitori? L’Italia, per fare un esempio, al momento dalla Russia riceve soltanto l’11% del gas. Tutto il resto viene da Paesi come Algeria e Azerbaijan. Imporre un price cap generale significherebbe imporre anche a questi Stati profitti minori di quelli che stanno facendo. Il rischio è che cerchino nuovi compratori. 

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Perché in Spagna e in Portogallo l'elettricità costa meno che in Italia

Guardando all’elettricità, tra i pochi Paesi europei che sono riusciti ad abbassare le bollette ci sono Spagna e Portogallo. Da anni ormai l’Europa calcola il prezzo dell’elettricità parametrandolo a quello della fonte più costosa con cui viene prodotta, che oggi è il gas. Madrid e Lisbona sono riuscite a ottenere dall’Europa la possibilità di slegarsi da questo meccanismo. Così, prendendo ad esempio la Spagna, le bollette costano oggi il 40% in meno di quelle pagate in Italia.

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