Ue, accordo su misure contro caro energia: “Oggi nessuna decisione su tetto a prezzo gas”

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L’annuncio è arrivato dalla Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell’Ue. Sul tetto al prezzo del gas non è invece arrivata alcuna decisione oggi: Italia e Francia spingono per un cap generalizzato, Berlino invece frena. Anche per la Commissione il tetto al costo dell’importazione del gas è una misura troppo radicale e rischiosa

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È stato raggiunto l’accordo politico sulle misure per per mitigare gli alti prezzi dell'elettricità: l’annuncio è arrivato dalla presidenza ceca dell’Ue, nel giorno in cui si tiene il Consiglio europeo straordinario tra i ministri dell’Energia dell’Unione. I 27 hanno trovato la quadra sul taglio dei consumi, il tetto agli extra ricavi per i produttori di energia elettrica e il contributo di solidarietà dei produttori di combustibili fossili. È rimasto invece fuori, come comunicato in mattinata, il price cap sul gas. Sul tema da una parte ci sono Italia e Francia, che spingono per il tetto al prezzo, dall’altra la Germania che frena. Nel documento presentato dalla Commissione Ue, viene considerato una misura troppo radicale e rischiosa, a differenza del price cap al solo gas russo. Per Parigi “sul price cap al gas" serve "fare di più e con solidarietà”, mentre fonti diplomatiche europee hanno fatto sapere che “Berlino è contro al price cap generalizzato sul gas”. Il ministro italiano Cingolani ha invece detto che lo strumento su cui si lavora a livello europeo per la crisi del gas è un "tetto con forchetta”.

L’accordo sulle misure contro il caro energia

Per il taglio ai consumi si prevede sia del 10% della domanda di elettricità, con una quota del 5% nelle ore di punta, tra dicembre 2022 e marzo 2023. Sugli extra-ricavi si prevede un tetto di 180 euro a megawatt per le grandi compagnie energetiche che producono elettricità da fonti a basso costo come rinnovabili, nucleare e carbone. Le compagnie dell'oil&gas dovrebbero poi versare una tassa sulla base dei profitti straordinari realizzati nel 2022, calcolati sulla base degli ultimi 4 anni a partire dal 2018. Resta aperto il nodo del tetto al prezzo del gas, su cui si sta concentrando ora il dibattito dei ministri dell'Energia. La proposta della Commissione riguarda al momento solo il gas russo, mentre 15 capitali tra cui Italia e Francia chiedono un tetto generalizzato a tutte le importazioni. Altro tema, poi, quello di porre un limite al prezzo del gas nella formazione del prezzo dell'elettricità che sarebbe tra le idee dell'esecutivo europeo, sul modello di quanto già ottenuto dalla penisola iberica.

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Cingolani: “Si lavora a 'tetto-forchetta' in Ue”

Più che 'price cap' lo strumento su cui si lavora a livello europeo per la crisi del gas è un "tetto con forchetta”: a dirlo è il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. "Bisogna realizzare e trovare un range tra un minimo e un massimo in cui ci possa sempre essere una variazione". "Ci sarà presto una proposta" dai principali Paesi energivori, per fornire alla Commissione" dei punti principali "per consentirle di costruire una proposta legislativa accurata" prima della riunione dei capi di Stato europei del 6-7 ottobre. "Dopo quello che è successo al Nord Stream si è rinforzata l'idea di un'Europa unita che deve dare una risposta chiara. Dopodiché ci sono circostanze nazionali che sono diverse e su queste va fatto il lavoro dei prossimi giorni", fino al confronto a livello dei capi di Stato e di Governo che si terrà a Praga il 6 e il 7 ottobre, ha aggiunto Cingolani.

Cingolani: “Price cap sul gas russo non ridurrebbe i prezzi”

Sembra essere uscita di scena l'idea che la Ue contro il caro energia metta un 'price cap', un tetto al prezzo, del gas russo. Lo ha detto il ministro della Transizione Roberto Cingolani: “Credo che quell'argomento sia abbastanza fuori" scena, ha spiegato. Sarebbe solo "una sanzione" considerando che "ormai la Russia fornisce una percentuale abbastanza bassa del gas totale europeo" e rispetto ai rialzi delle quotazioni "credo che l'effetto sul prezzo medio sarebbe basso". E poi ha aggiunto: “Con la Germania no," non ci sono tensioni. "Assolutamente, vi posso garantire che abbiamo lavorato con la Germania veramente al meglio di quello che potevamo". "Non so se questo fondo tedesco", l'intervento per 200 miliardi annunciato ieri da Berlino contro il caro-energia, "aiuta ed è una soluzione oppure può rappresentare un aiuto di Stato, ovviamente noi non conosciamo i dettagli del fondo. Però oggi il ministro Habeck è stato molto chiaro", ha detto che stanno "sostanzialmente creando abbiamo un portafoglio per sussidiare cittadini e imprese in difficoltà". "Anche l'Italia ha stanziato fino a 60 miliardi per sussidiare le fasce più deboli. Dopodiché noi l'abbiamo fatto nel tempo, in modo scaglionato". "Tutti stiamo cercando da una mano a cittadini e imprese", ha detto Cingolani.

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Presidenza Ue: “Oggi nessuna decisione su price cap al gas”

"Il price cap al gas non è sul tavolo oggi”: aveva dichiarato Jozef Sikela, ministro dell'Industria della Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell'Ue, arrivando al Consiglio straordinario Energia a Bruxelles. "Mi aspetto che andremo avanti passo dopo passo, implementando le misure strada facendo. Potrebbe essere il prossimo punto in agenda”. Sikela ha poi aggiunto: "Mi aspetto unità e solidarietà, questi sono i principi base. Siamo in guerra e la battaglia decisiva sarà quest'inverno, quindi dobbiamo restare uniti e ci serve un alto livello di solidarietà”. Il ministro dell'Industria della Repubblica Ceca ha detto anche che “dobbiamo respingere ogni atto deliberato contro le infrastrutture energetiche europee" e "saremo pronti a una risposta forte e unita" davanti ad altri attacchi, esprimendo preoccupazione per le esplosioni ai gasdotti Nord Stream. Quanto accaduto in settimana è "un tema estremamente serio, penso che non sia una coincidenza", ha evidenziato.

Simson: “Serve price cap accettabile per tutti i 27”

L'Ue deve trovare sul tetto al prezzo del gas una via che tutti i 27 Stati membri possano accettare. Lo ha detto la commissaria europea all'energia Kadri Simson arrivando al Consiglio dei ministri dell'energia dell'Unione a Bruxelles. "Poiché diversi Stati membri si aspettano soluzioni diverse, la Commissione deve presentare un'idea che goda di un ampio sostegno", ha detto. "Dobbiamo trovare un modo che sia accettabile per tutti gli Stati membri".

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Parigi: “Sul price cap al gas fare di più e con solidarietà”

Il non paper della Commissione europea sul price cap "è un passo avanti utile", ma dobbiamo fare di più e concludere più rapidamente”, ha detto la ministra francese per la Transizione energetica, Agnes Pannier-Runacher, al suo arrivo al Consiglio straordinario Energia. “È in corso un'intensa attività diplomatica, ne ho parlato con i miei omologhi belga, tedesco, spagnolo, italiano, polacco, rumeno, e ceco, siamo tutti consapevoli di avere una responsabilità, quella di difendere le nostre imprese e la nostra industria, e di creare solidarietà europea intorno a queste questioni energetiche".

Berlino: “Price cap sul gas russo è sanzione“

"Si è parlato tanto di un 'price cap' sul gas dalla Russia sull'Ucraina: è una sanzione. Per questo sono aperto, se i Paesi dell'Europa sudorientale non temono carenze. Ho detto qui all'inizio della crisi che la Germania non è ancora pronta, abbiamo bisogno di un po' di tempo. Soprattutto dobbiamo parlare con i paesi amici, la Norvegia, gli Stati Uniti, l'Algeria, perché i prezzi saranno abbassati, e su questo ci sarà oggi sicuramente" un confronto. Lo ha detto il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck, arrivando a Bruxelles al Consiglio dei ministri Ue dell'energia.

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I paesi contrari al Price cap sul gas

Come detto la Germania è contraria all’introduzione di un Price cap generalizzato sul gas, ma non è l’unico Paese Ue a opporsi: al fianco di Berlino si sono schierati infatti anche Irlanda, Danimarca, Olanda, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Svezia, Finlandia, Estonia e Cipro.

Gas
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Draghi: “Non possiamo dividerci, serve solidarietà”

Proprio ieri il governo tedesco, a 24 ore dal Consiglio europeo sull’energia, ha annunciato uno ’scudo’ da 200 miliardi per calmierare i prezzi in Germania. "Non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali, serve solidarietà", ha avvertito il premier Mario Draghi. Parole a cui ha fatto eco la dichiarazione di Giorgia Meloni, vincitrice delle elezioni del 25 settembre: "Nessuno Stato membro può offrire soluzioni efficaci e a lungo termine da solo in assenza di una strategia comune, neppure quelli che appaiono meno vulnerabili sul piano finanziario".

Il documento della Commissione sul price cap

Con un price cap nazionale, cioè sul modello di Portogallo e Spagna, la Germania ha allontanato il suo timore più grande, legato ad un tetto su scala Ue: quello dell'approvvigionamento energetico. La Commissione, nel suo documento informale, ha indicato anche altri rischi legati ad un tetto generalizzato: dall'aumento della domanda alla perdita di attrattività per i fornitori, fino alla mancanza di quell'incentivo di mercato che ora permette il trasferimento di gas tra gli Stati Ue. Per Bruxelles è molto meglio negoziare il prezzo con i singoli fornitori ritenuti affidabili, facendo leva su contratti a lungo termine. Nel non paper la Commissione ha anche proposto un primo decoupling del prezzo del gas da quello elettrico in vista della riforma del mercato annunciata per la fine dell'anno. Il documento, infatti, fa riferimento alla fissazione di un tetto massimo al prezzo del gas nella produzione di energia elettrica a un livello che contribuisca a far scendere i prezzi dell'elettricità.

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Draghi: “Dobbiamo mostrarci compatti”

Da qui al vertice dei leader a Praga e quindi al Consiglio europeo di fine ottobre a Bruxelles, la strada per l'unità europea sarà in salita. I 15, Italia e Francia in testa, si faranno sentire con l'obiettivo di aumentare il loro peso numerico, convincendo magari qualche Paese dell'Est anche lui intimorito dal rischio approvvigionamento. Germania e Olanda restano i veri scogli. "La risposta Ue deve ridurre i costi per famiglie e imprese, ed evitare distorsioni di mercato. Dobbiamo mostrarci compatti, determinati, come nel sostegno all'Ucraina", ha sottolineato Draghi.

Commissione: tocca ai Paesi obiettare piano Berlino

E la tensione sulla decisione della Germania di procedere in autonomia inizia montare in tutta l’Unione. Tanto che sulla questione è intervenuta anche la Commissione europea: sta agli Stati membri "notificare alla Commissione Europea" se il piano tedesco per sostenere famiglie e imprese dall'aumento dei prezzi dell'energia si può classificare come "aiuto di Stato" ed è compito dell'esecutivo Ue di "monitorare che ci siano ragionevoli livelli di aiuto di Stato ed evitare distorsione nel mercato unico”, ha detto un portavoce della Commissione. "Bisogna separare la natura politica del dibattito dal ruolo della Commissione, che è più giuridico, ovvero far rispettare il quadro di regole attuale".

Berlino: freno a prezzo gas nulla a che fare con tetto

"La Germania introduce un freno al prezzo del gas e questo non ha nulla a che fare con il tetto al prezzo del gas". Lo ha affermato la portavoce del ministro dell'Economia, a Berlino, rispondendo a una domanda in conferenza stampa, sull'irritazione provocata in Italia dalla decisione tedesca di introdurre uno scudo da 200 miliardi di euro per frenare il prezzo del gas, nel contesto della opposizione tedesca al tetto al prezzo del gas in Europa.

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