Bollette, Besseghini (Arera) a Sky TG24: "Si rischiava esplosione di morosità". VIDEO
EconomiaIl presidente dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ha spiegato quali sono gli interventi che il settore pubblico ha messo in atto per aiutare le famiglie bisognose e dove ancora è necessario intervenire, alla luce dell’annunciato aumento del 59% del prezzo dell’energia elettrica
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Stefano Besseghini, il presidente di Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente è intervenuto a Sky TG24, spiegando quali sono gli interventi che il settore pubblico ha messo in atto per aiutare le famiglie bisognose e dove ancora è necessario intervenire, alla luce dell’aumento, annunciato oggi, del 59% del prezzo dell’energia elettrica. Ecco cosa ha detto intervistato da Alessandro Marenzi.
Dopo l'annunciato aumento del prezzo dell'elettricità, dobbiamo aspettarci che tra un mese più o meno raddoppi il prezzo del gas?
Besseghini: "No, perché siamo in una fase di riposizionamento, l’allineamento sarebbe più contenuto, rispetto alle variazioni fissate. Quello che si è evitato in questa fase è il picco di 300 euro al mg/W di agosto che avrebbe influenzato il prezzo di quest'ultimo trimestre. Per questo abbiamo lavorato sulla mensilità: questo, come altri, sono tutti meccanismi emergenziali che permettono agli operatori di essere più liquidi sul mercato e ai consumatori di vedere subito gli effetti di determinati benefici".
Lo Stato ha coperto il 20% degli aumenti, tutto il resto lo pagano le famiglie, è questo l’aiuto di Arera?
Besseghini: "Siamo su questo ordine di grandezza, ma il nostro intervento principale è sugli oneri generali di sistema, che pesava per il 25%: adesso però i prezzi sono più alti e l’incidenza è inferiore. Abbiamo schermato completamente questi aumenti sulle bollette delle famiglie vulnerabili, che hanno accesso al bonus. Essendosi estesa questa situazione anche nel quarto trimestre di quest’anno, c'è il rischio che vengano colpite pesantemente anche le famiglie che non hanno accesso a bonus: qui dobbiamo lavorarci, sia l'autorità che il governo".
Ci sono gli aiuti che scadranno a breve che possono essere estesi, probabilmente anche per l’anno prossimo. Per quanto avremo queste bollette?
Besseghini: "Previsione molto difficile, come è chiaro a tutti non è una situazione endogena al sistema energetico. Certamente più andremo avanti nella diversificazione delle fonti di approviggionamento e nel consolidamento e nello sviluppo della quantità di energia rinnovabile più noteremo questi benefici sulle bollette. In questa fase invernale, salvo situazioni straordinarie rispetto a quelle viste finora, andremo avanti in emergenza".
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Salvo picchi clamorosi, le bollette potrebbero scendere rispetto ai mesi attuali?
Besseghini: "Nel gioco delle marginalità collettive, il prezzo prima o poi deve stabilizzarsi ma spero possa anche auspicabilmente scendere presto. La nostra situazione è ancora transitoria e presenta questioni ancora aperte, ma, man mano che riusciremo a consolidare le fonti alternative, avremo un impatto diverso sulle forniture".
Cosa ci guadagniamo a consolidarci al nostro PSV?
Besseghini: "Al netto di problemi di transito, i prezzi dei vari hub europei sono tutti piuttosto allineati. Poi ci sono piccole differenze che possono essere legate a situazioni locali e a fatti contingenti, come il GNL francese non esportabile verso il Centro Europa oppure l'Italia che ha gli stoccaggi pieni, ma questo ci permette di giocare per qualche giorno con un leggero vantaggio".
E i morosi? Sappiamo della situazione delle famiglie più fragili ma sappiamo di alcuni che hanno difficoltà a pagare? Cosa succede?
Besseghini: "Questa è una delle motivazioni che ci ha portato a un simile intervento: variazioni così alte nel quarto trimestre non possono che aumentare i casi di morosità e impattano sul sistema nel suo complesso. Bisogna lavorare sui bonus, anche per famiglie non vulnerabili, ma siamo in contatto con gli operatori e sorvegliamo con molta attenzione questo aspetto".
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Oggi la Germania ha annunciato un intervento di 200 miliardi a debito: cosa significa questo, che l’intervento europeo non ha più senso e quindi si interviene localmente con i soldi che si ha?
Besseghini: "Lo temo ed è un pericolo che sussiste: significherebbe però dimenticare gli spazi di solidarietà e di ollaborazione e rappresenterebbe una deriva molto pericolosa che porterebbe a differenze nel mercato non auspicabili".
Gli spagnoli pagano il gas il 40% in meno rispetto all’Italia, ma il price cap nazionale è praticabile?
Besseghini: "Crediamo sia fattibile su scala europea perché su scala nazionale per un paese fortemente interconnesso non riuscirebbe, la Spagna ha una rete ridotta ed adesso esporta verso la Francia, noi siamo molto interconnessi e avremmo una forte esportazione. Storia diversa nel caso in cui si costruisca un price cap europeo: in questa circostanza avremmo una produzione e un consumo di gas leggermente superiore, anche se i mix energetici sono molto diversi tra i Paesi e questo implicherebbe un assenso all'uniformità di tutti, altrimenti non si può fare".
Perché esportiamo gas in questa fase?
Besseghini: "Lo facciamo perché abbiamo una grande quantità in questo periodo e non abbiamo un grande consumo da parte delle imprese: perciò lo vendiamo verso il nord Europa".
Anche se è praticamente vuoto cosa dobbiamo temere da queste quattro falle del Nord Stream?
Besseghini: "Non si deve temere nulla perché quei gasdotti in particolare non forniscono il mercato italiano, dobbiamo temere al massimo una progressiva escalation che ridurrebbe il flusso che riceviamo da Tarvisio e anche dal Nord Europa. Abbiamo una buona diversificazione, un gasdotto in divenire e le riserve quasi piene. Non siamo messi male ma la situazione va monitorata".
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Siamo a posto anche se non dovesse arrivare più nulla dalla Russia?
Besseghini: "Non sappiamo quale sarà l’inverno meteorologico e se le altre fonti ci garantiranno abbastanza forniture, allo stato attuale lo possiamo attraversare senza problemi. Il mancato apporto russo potrebbe darci qualche problema in alcuni periodi ma al momento non sappiamo. Ad esempio lo storico caso del calo del consumo di Natale può essere usato per rifornire gli stoccaggi e presentarci al periodo successivo pronti".
Noi importiamo il 13,4 per cento del fabbisogno elettrico da Francia e Svizzera, è una bufala il rischio taglio?
Besseghini: "Lo è: nessuno del governo francese ha mai detto nulla a tal proposito né tantomeno sono arrivate comunicazioni da parte della Commission de Régulation de l'Energie, l'equivalente francese dell'Arera. Sono veri però i problemi della Francia con il nucleare: le centrali fuori serivzio stanno riducendo la capacità di generazione dell'energia elettrica del Paese, che implicherà conseguentemente l'utilizzo di più gas e l'importazione da Paesi dove costa meno, come l'Italia".