Dipendenti statali, rimborso nella busta paga di giugno: a chi spetta e a quanto ammonta

Economia
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Introduzione

Con lo stipendio di giugno 2025 arriveranno gli attesi rimborsi per i dipendenti pubblici. Secondo quanto conferma il ministero dell'Economia, sui cedolini torneranno i benefici del taglio del cuneo fiscale sospesi da gennaio, in media pari a 80 euro ma l'importo varia in base al reddito, e gli arretrati dei primi 5 mesi, dunque 400 euro in media. Il mancato esborso da gennaio a maggio era stato causato dalla necessità di aggiornare la piattaforma informatica di gestione degli stipendi pubblici NoiPa richiesto dall'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, come previsto dall'ultima Legge di bilancio.

Quello che devi sapere

A chi spetta il rimborso in busta paga

Il rimborso spetta ai dipendenti statali, quindi anche al personale scolastico e docente. Dopo sei mesi di attesa, a giugno, gli statali riceveranno degli stipendi più alti ma i benefici verranno calcolati diversamente in base al reddito.

Per approfondire: Bonus fiscale e detrazione a giugno nel cedolino. Anche per i collaboratori scolastici

Il rimborso spetta anche ai supplenti?

Gli aumenti riguarderanno docenti e personale scolastico e sono inclusi anche i supplenti, ma con alcune variazioni dovute alla tipologia di contratto. I supplenti brevi riceveranno solo il bonus previsto per le fasce entro i 20mila euro. Come data si prenderà in considerazione quella di cessazione del contratto per termine delle attività didattiche fissata al 30 giugno. A partire da settembre, in caso di nuova supplenza, gli aumenti verranno ricalcolati dalla decorrenza del nuovo contratto

Per approfondire: Dipendenti pubblici, da giugno stipendi più alti: ecco perché e a quanto ammonteranno

Gli importi del rimborso in busta paga

Gli importi varieranno a seconda delle fasce di reddito, entro un limite di 40mila euro. Per chi sta sotto ai 20mila euro, il beneficio consiste in un'indennità calcolata in percentuale al reddito, mentre chi supera questa soglia avrà diritto a una detrazione di importo progressivamente decrescente a partire dai 32mila euro

Il rimborso per redditi fino a 20mila euro

Il bonus fiscale viene calcolato sulla base del reddito da lavoro dipendente dell'intero anno. Sarà del 7,1% per redditi fino a 8.500 euro; del 5,3% per chi ha un reddito tra gli 8.501 e i 15.000 euro e del 4,8% per redditi compresi tra 15.001 e 20.000 euro

Il bonus per chi ha redditi superiori a 20mila euro

Chi supera i 20mila euro ha diritto a ricevere una detrazione annuale fissa, del valore di mille euro se si rientra nella fascia di reddito compresa tra i 20.001 e i 32mila euro. Per tutti gli altri, cioè coloro che superano i 32mila euro ma restano sotto il limite dei 40mila, la detrazione diminuirà progressivamente fino ad azzerarsi. 

I codici sul cedolino

I codici che indicano i rimborsi sul cedolino sono: E11– CREDITO ART.1 COM 4 l.207/2024 (per il Bonus) ed E12 – ULTERIORE DETR. ART.1 COMMA 6 L. 207/2024 (per l’Ulteriore Detrazione)

Come si calcola la detrazione

Per chi ha redditi da 32mila a 40mila euro, la detrazione si calcola moltiplicando mille euro per 40mila meno il reddito complessivo del lavoratore diviso 8mila. Prendendo come esempio un reddito di 36mila euro, l’operazione matematica sarà: 1.000 × [(40.000 – 36.000) / 8.000]= 500. Il rimborso sarà quindi di 500 euro

Quando rinunciare al bonus

Chi ha altri redditi non gestiti da NoiPA, come affitti, incarichi esterni, o attività accessorie, e teme di superare i limiti previsti dalla normativa, poteva scegliere volontariamente di rinunciare al beneficio. La motivazione è evitare il rischio di dover restituire le somme percepite in eccesso in fase di conguaglio fiscale a fine anno. La rinuncia però doveva essere comunicata entro il 25 maggio 2025, utilizzando la piattaforma NoiPA

Come si faceva la rinuncia

Sul portale NoiPA c’era una funzione self-service per gestire in autonomia la rinuncia ai benefici fiscali. Bisognava accedere con le proprie credenziali all’Area Riservata, e da lì: inviare la richiesta di rinuncia; verificare da quale mese la rinuncia sarà effettiva; eventualmente revocare la scelta, ripristinando l’agevolazione in un secondo momento. Tutto online, senza passaggi burocratici con l’amministrazione di appartenenza

Come vengono calcolati gli arretrati

Il calcolo avviene in base a una proiezione del reddito annuo stimato per il 2025, tenendo conto dei redditi percepiti nei primi 5 mesi; di una stima dei mesi restanti; della tredicesima, se prevista. Se disponibile, il sistema può utilizzare anche la Certificazione Unica 2024 per confrontare i dati e applicare il riferimento più prudente, così da evitare errori o benefici indebiti.

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