Francia contro Usa: 'Il vostro gas costa troppo', ma chi ci guadagna dal metano americano?
EconomiaIl gas Usa costa molto meno di quello Ue quando viene estratto, ma poi rincara quando viene venduto in Europa. A mettersi in tasca il guadagno però non sono sempre gli americani, anzi. GUARDA IL VIDEO
L'Europa ha alzato la voce contro i prezzi elevati del gas americano che arriva nel Vecchio Continente via nave. Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire negli ultimi giorni ha detto che “non possiamo accettare che il nostro partner americano ci venda il suo Gnl (gas naturale liquefatto, ndr) a un prezzo quattro volte superiore a quello che vende agli industriali americani”. Parole simili a quelle pronunciate da Robert Habeck, vicecancelliere e ministro dell’Economia: “Alcuni paesi, tra cui anche alleati, stanno ottenendo cifre astronomiche per il gas. Questo pone dei problemi che vanno affrontati”. Per quanto il gas liquefatto sia di fondamentale importanza per l'approviggionamento europeo: nella prima settimana di ottobre secondo i dati Entsog ha rappresentato più della metà delle importazioni.
Chi ci guadagna dal gas americano?
In effetti il gas americano costa decisamente meno di quello europeo quando viene estratto. L'indice Usa - chiamato Henry Hub - si attesta a circa 20 euro a megawattora, mentre il TTF - l'indice europeo - è vicino ai 140. La differenza di costo si spiega col fatto che gli americani il gas lo hanno in casa e ne hanno in abbondanza.
Ma chi ci guadagna dall'enorme differenza di prezzo? Risaliamo la catena: il produttore americano di gas lo estrae e lo vende nel mercato Usa, in cui è negoziato a prezzi più bassi di quelli europei; successivamente un'azienda lo compra e decide di trasportarlo fino in Ue. Ed è qui che si può creare il margine più generoso: perché le società esportatrici comprano a prezzi Usa e rivendono a prezzi vicini al TTF, mettendosi (potenzialmente) in tasca un margine spaventoso, che in questi mesi può raggiungere i 200 milioni di dollari a nave metaniera.
Queste aziende sono molto spesso europee. Secondo l'Agezia delle Dogane "si tratta principalmente di operatori unionali non italiani e, in minor misura, di soggetti riconducibili a paesi europei al di fuori dell’UE". Ed è qui che si concentrano i maggiori margini: secondo fonti di mercato tra i principali operatori ci sarebbero Total (francese) e Shell (olandese).
I costi del gas liquefatto
Non tutto però finisce nelle loro tasche. Al prezzo del gas americano va sommato il costo di liquefazione, quello di trasporto e quello per rigassificare il metano una volta arrivato sulle coste europee.
Oltre a questi secondo gli operatori di settore ci sono da considerare i contratti di vendita e di acquisto. Sono poche infatti le società che operano sul mercato spot - a cui i prezzi visti in precedenza fanno riferimento - mentre la maggior parte firmano contratti future a scadenza. Fissando dunque i prezzi nel tempo, per evitare le fluttuazioni giornaliere. É possibile quindi che in realtà i guadagni siano minori rispetto ai prezzi odierni, come dimostrano i dati dell'Agenzia delle Dogane: fino ad agosto i prezzi doganali del gas liquefatto in Italia erano decisamente minori del TTF, mentre nell'ultimo mese estivo si sono avvicinati molto probabilmente per i grandi volumi acquistati dai paesi europei per riempire le riserve.