
Gas, in Italia prezzi in picchiata e boom di esportazioni: perché accade e cosa comporta
Da alcuni giorni le quotazioni della materia prima nel nostro Paese risultano in netta flessione rispetto al mercato europeo e sempre più operatori sia nazionali che stranieri stanno iniziando a vendere all'estero. Dal clima mite al livello degli stoccaggi, ecco le cause del fenomeno e come potrebbe impattare sulle bollette dei prossimi mesi

Dopo mesi di caro energetico causato dagli effetti della guerra in Ucraina e nonostante le falle che ieri hanno colpito i metanodotti Nord Stream all’altezza del Mar Baltico, il prezzo del gas in Italia è sceso a tal punto che il nostro Paese ha iniziato addirittura ad esportarlo all’estero. Una circostanza che, se dovesse perdurare, potrebbe ripercuotersi positivamente sulle nostre bollette. Ecco cosa sta succedendo e perché
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Negli ultimi due giorni, il prezzo del metano sul mercato domestico risulta inferiore di quasi due terzi alle quotazioni registrate mediamente nel resto d’Europa. L’indice Ttf, quotato alla Borsa di Amsterdam e punto di riferimento per gli scambi sul continente, lunedì infatti toccato una punta massima di 220 euro al megawattora mentre nel pomeriggio di oggi viaggiava sui 204 euro
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Al contrario, i valori fatti segnare dal Punto Virtuale di Scambio, che funge da principale luogo di incontro virtuale per la compravendita di gas tra gli operatori in Italia, sono calati fino nello stesso lasso di tempo a un minimo di 80 euro al megawattora
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La dinamica dipende dal fatto che gli operatori hanno più interesse a vendere all’estero piuttosto che sulla Penisola. Una valutazione che a sua volta è figlia delle particolari circostanze in cui versa al momento il nostro sistema: in Italia il mercato si può infatti definire “lungo”, nel senso che c’è molta più materia prima disponibile rispetto alla domanda effettiva
Tutto ciò permette di fare luce sull'altro fenomeno segnalato dagli addetti ai lavori. E che poi ha trovato conferma nei dati di Snam, il gestore della rete nazionale del gas: il boom di esportazioni. Al punto di ingresso del Tarvisio, da dove passa il metano fornito dal colosso russo Gazprom, tra ieri e oggi sono arrivati 40 milioni di materia prima (25 + 15) e, di questi, 30 (18 + 12) sono stati quasi immediatamente rivenduti all’estero. Ecco spiegato anche perché c'era stato un allarme, poi rientrato, di un netto calo delle importazioni da Mosca

Maggiori importazioni, prezzi più bassi, eccesso di offerta. Alla radice di questa catena causa-effetto sta a sua volta una molteplicità di fattori: gli stoccaggi (il cui riempimento aveva fatto salire il prezzo) sono ormai pieni per il 90% e possono essere utilizzati in caso di bisogno per calmierare il mercato. Inoltre, il gas russo è stato sostituito per due terzi da quello algerino, da metano in arrivo via nave e da fornitori alternativi come la Norvegia e l'Azerbajian (il Tap salirà a 9,5 miliardi di metri cubi a fine anno contro i 7,5 del 2021)
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Anche l’elemento climatico ha la sua rilevanza. Le temperature si mantengono sopra la media ma non sono più ai livelli estivi, circostanza che permette di tenere spenti sia i condizionatori che il riscaldamento e quindi di ridurre i consumi di gas

In ultimo, sono scattati i piani di risparmio nelle imprese (dalla cassa integrazione alla modifica dei turni di lavoro) per limitare i costi delle bollette e anche i comportamenti domestici più "virtuosi" stanno contribuendo a contenere le spese energetiche
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Le nuove regole sulle variazioni delle tariffe in bolletta prevedono che i costi per il gas vengano calcolati d'ora in avanti mese per mese, in base alla media dei prezzi dei 30 giorni precedenti al Psv e non più al Ttf olandese. Ciò significa che, se il fenomeno dovesse continuare anche per ottobre, ci sarebbe una piacevole sorpresa per le tasche di milioni di italiani
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Ma il calo dei prezzi con conseguente spostamento delle vendite all’estero rischia di avere anche delle conseguenze negative. Un problema potrebbe ad esempio derivare dal fatto che, proprio in virtù di questo meccanismo, parte del gas in arrivo non rimarrà in Italia. Se il fenomeno dovesse continuare a quantità maggior delle attuali e se la domanda nel resto d'Europa fosse più alta rispetto a quella italiana, con l’inizio dell’inverno e l’utilizzo delle scorte, potrebbe verificarsi il paradosso di avere meno metano disponibile
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