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Bonus 150 euro, tra i destinatari anche i pensionati: cosa c’è da sapere
I titolari di un trattamento pensionistico rientrano nella platea a cui è rivolta la misura introdotta dal Decreto aiuti ter per contrastare l’aumento dei prezzi. Quali sono i requisiti? Bisogna presentare domanda? Quando arriveranno i soldi? Ecco cosa sappiamo

Il Decreto aiuti ter ha introdotto una nuova indennità una tantum, sempre con l’obiettivo di contrastare l’aumento dei prezzi dovuto anche alla guerra russa in Ucraina. Si tratta di un bonus del valore di 150 euro che da novembre interesserà quasi 22 milioni di italiani, dai dipendenti ai lavoratori co.co.co passando per colf e badanti
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Oltre ai lavoratori e ai percettori di reddito di cittadinanza, tra coloro che avranno diritto a richiedere la nuova indennità una tantum, rientrano anche i pensionati. Una circostanza dettata dal fatto che proprio su questa categoria si stanno facendo sentire in misura particolarmente accentuata i morsi del caro vita. Ecco cosa deve sapere chi appartiene a questo gruppo
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Il bonus 150 euro si presenta come un sostegno una tantum introdotto dal governo Draghi che verrà liquidato in un’unica soluzione. Chi è titolare di un trattamento pensionistico non dovrà presentare la domanda per richiederlo: i soldi verranno erogati in automatico a novembre 2022 se si rientra nei requisiti
Bonus 200 euro e Bonus 150 euro: come funzionano e come richiederli
Come recita l'articolo 18 del decreto, hanno diritto al bonus tutti i pensionati residenti in Italia che, alla data del primo ottobre 2022, risultino titolari di qualsiasi tipo di pensione (diretta o indiretta) a carico di ogni forma previdenziale obbligatoria
Bonus 150 euro: ecco chi lo riceverà a novembre
Nel complesso, la dotazione che il governo Draghi ha scelto di assegnare alla categoria per il 2022 è pari a 1,2 miliardi di euro a fronte di una platea potenziale composta da 8,3 milioni persone. Lo stanziamento previsto per il sussidio generale, cioè considerando anche gli altri beneificiari, equivale a 3,2 miliardi

Nella platea dei destinatari, quindi, rientrano in primo luogo tutte le persone che percepiscono le seguenti prestazioni: pensione di vecchiaia, pensione di reversibilità, assegno sociale, pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti
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E ancora, hanno diritto al bonus coloro che percepiscono pensione di inabilità e trattamenti di accompagnamento alla pensione (Ape sociale, indennizzo commercianti, assegni straordinari a carico dei Fondi di solidarietà, indennità mensili del contratto di espansione). Non sono esclusi, infine, neppure tutti gli altri tipi di pensioni a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria
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Tuttavia, per ottenere il bonus i pensionati devono rispettare anche questo requisito: un reddito personale ai fini Irpef per il 2021 non superiore a 20mila euro. Ai fini del computo, come spiega l’Inps, si tiene conto dei soli redditi assoggettati all’Irpef con esclusione del reddito della casa di abitazione, del trattamento di fine rapporto comunque denominato e delle competenze arretrate assoggettate a tassazione separata
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Sono esclusi dalla platea dei destinatari, quindi, i pensionati che al primo ottobre 2022 non risultano residenti in Italia e quelli che nel 2021 risultano avere un reddito superiore alla quota prestabilita. Chi invece rientra nei requisiti riceverà l’indennità direttamente sul cedolino di novembre e a erogarla sarà l’Inps o l’Ente previdenziale individuato dall’Istituto. Per chi riceve la pensione per trattamenti non gestiti dall’Inps, sarà l’ente previdenziale di appartenenza a individuare chi si farà carico del pagamento

Il bonus spetta una volta sola. Se si è titolari di un trattamento pensionistico ma anche di reddito da lavoro autonomo o dipendente, ad esempio, l’indennità viene data in automatico solo dall’Istituto di previdenza. È il motivo per il quale i dipendenti privati, prima di ricevere il bonus in busta paga, devono presentare al datore di lavoro una dichiarazione in cui confermano di non essere titolari di alcuna pensione. L’autocertificazione è necessaria anche per i lavoratori autonomi. Per i dipendenti pubblici ci pensa l’Inps a incrociare i dati e fare i controlli

Nel caso in cui l’interessato sia invece titolare di due pensioni diverse, ad esempio quella di invalidità e quella di reversibilità, sarà l’ente previdenziale a individuare a quale pensione accreditare i soldi. Il bonus, sottolinea l’Inps, non rileva ai fini fiscali né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali, non è cedibile, né sequestrabile, né pignorabile
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