
Inflazione, perché aumenta e quali sono le differenze tra Usa e Ue
L’aumento dei prezzi raggiunge picchi record tra le due sponde dell’Oceano. Se negli Stati Uniti non si vedevano così alti dal 1981, in Europa invece si è segnato un valore mai toccato dall’inizio dell’Eurozona nel 1999. Problemi simili avranno però soluzioni differenti, visto che Federal Reserve e Bce hanno intenzione di adottare strategie quasi opposte

Mai così alta da quarant’anni. L’inflazione negli Stati Uniti raggiunge a giugno un picco record, il 9,1%, mai raggiunto in oltre quarant’anni: per ritrovare un valore simile dobbiamo tornare indietro al 1981, quando il presidente era il repubblicano Ronald Reagan
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Una crescita costante che si ritrova nei tassi degli ultimi mesi, visto che a maggio era salito dell’8,6%. Il tasso CPI (consumer price index) a giugno era salito dell’1,3% rispetto al mese precedente, a causa soprattutto dell'aumento dei prezzi della benzina, degli alloggi e dei generi alimentari
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C’è ora da attendersi un aumento dei tassi della Federal Reserve: a giugno li ha alzati dello 0,75%, il più grande incremento dal 1994 che è andato ben oltre i piani iniziali di un aumento dello 0,5%. Gli operatori già prevedono un altro rialzo di 75 punti base nella prossima riunione del 27 luglio
Inflazione, qual è la differenza tra Stati Uniti ed Europa
Secondo il presidente Usa Joe Biden il dato dell’inflazione è “inaccettabile ma in un certo senso è anche vecchio”. Secondo l’inquilino della Casa Bianca, “l'energia da sola ha assorbito quasi l'incremento mensile e i dati odierni non riflettono l'impatto di quasi trenta giorni di calo dei prezzi del gas, che ha ridotto il prezzo alla pompa di quasi 40 centesimi da metà giugno”
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Discorso simile si può fare in Europa, dove a giugno l’inflazione ha raggiunto l’8,6%, il valore più alto della sua storia, cioè dall’introduzione della moneta unica nel 1999, e in Italia è arrivata all’8%, il dato più alto dal 1986
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A trainare questa crescita sono soprattutto i prezzi dell’energia, cresciuti del 48,7% rispetto a un anno fa

Questi dati si sono riflessi sull’andamento delle Borse europee, che hanno subìto perdite superiori al 2%, per poi avere un lieve rimbalzo. Invece Wall Street ha aperto in profondo rosso, con il Nasdaq che ha registrato un -1,6%

Oggi si è registrata anche una leggera perdita dell’euro nel cambio con il dollaro: se in mattinata la valuta europea era a 0,9999 rispetto alla corrispettiva americana, il suo punto più basso dal 2002, adesso passa di mano a 1,0027 rispetto al biglietto verde

Ma che differenza c’è tra queste due inflazioni record? A marzo Andrea Beltratti, professore di Finanza all’Università Bocconi, ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera che “negli Stati Uniti il rialzo dei prezzi è in buona parte legato a un mercato del lavoro in espansione e ai salari in crescita, mentre nell’Eurozona, dove il mercato del lavoro è rigido e i salari sono fermi, la causa principale resta il caro energetico dovuto al gas”

Per questo i rimedi restano differenti. Come evidenzia Il Sole 24 Ore, se da un lato l’aumento dei tassi di interesse della Federal Reserve ha un senso, perché aumenta rapidamente i costi di indebitamento per consumatori ed imprese e raffredda la domanda di beni e servizi, dall’altro la Bce non può fare lo stesso, perché la sua inflazione è legata all’energia. Per questo è costretta a "rallentare" la domanda, fino quasi a rischiare la recessione