
Gas, Eni: "Russia taglia forniture di un terzo". Qual è il piano d’emergenza del governo
Nel caso in cui il Cremlino chiudesse definitivamente i rubinetti all'Europa, scatterebbero diverse misure che colpirebbero sia la popolazione che le imprese. Si potrebbe chiedere ad esempio di ridurre di 2°C la temperatura dei termosifoni, con la possibilità di fissare paletti sulle ore di accensione, e i locali potrebbero dover chiudere alle 19. Ecco cosa prevede il terzo e ultimo livello di emergenza energetica

Eni ha annunciato una nuova riduzione di un terzo dei volumi di gas forniti all’Italia da Gazprom. In tutta Europa sale il timore che a breve dal Cremlino arrivi lo stop definitivo ai rifornimenti energetici, utilizzando come pretesto i lavori di manutenzione al gasdotto Nord Stream 1, al via da oggi. Il governo Draghi pensa così all'eventualità di attivare un piano d’emergenza in vista della prossima stagione fredda. La Commissione europea, intanto, presenterà il suo piano il prossimo 20 luglio
GUARDA IL VIDEO: Inizia la manutenzione del gasdotto Nord Stream 1
IL PIANO D’EMERGENZA ITALIANO - Nel piano del governo Draghi, come riportato da Repubblica e da Il Messaggero, ci sarebbero misure che vanno dalla riduzione della quantità di gas utilizzabile dalle industrie energivore all’imposizione di consumi minori per i cittadini
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L'Italia al momento è in stato di pre-allarme, il primo di tre livelli emergenziali. Se si entrasse effettivamente in fase d’emergenza, alla popolazione si potrebbe chiedere di ridurre di 2°C la temperatura dei termosifoni, con la possibilità di fissare paletti sulle ore di accensione. In casi limite si agirebbe anche sull’illuminazione pubblica, con tagli alle luci per monumenti, edifici storici e un uso più moderato dei lampioni
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La peggiore delle ipotesi comporterebbe anche diverse chiusure anticipate di uffici pubblici, negozi e locali privati. Già dallo scorso maggio, e fino al 31 marzo 2023, per gli uffici pubblici – tranne gli ospedali – sono stati fissati limiti minimi (19°C) e massimi (27°C) per la climatizzazione invernale ed estiva

Alla possibilità di misure destinate anche alla cittadinanza ha fatto riferimento anche il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, durante un intervento a un webinar di Enea sul risparmio di gas nel settore residenziale. In questo contesto, una riduzione dei consumi, ha detto il ministro, “è cruciale”, come il governo ha capito “facendo i conti per sostituire il gas russo”
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Il settore residenziale rappresenta infatti “il 30% dei consumi e il 12% delle emissioni" totali, ha specificato Cingolani, secondo cui "le misure di sobrietà sono semplici”: se si abbassasse “di 1 grado la temperatura media” o si riducesse “di un’ora il tempo di riscaldamento”, il risparmio di gas all’anno sarebbe di 1,5-2 miliardi metri cubi
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Il governo pensa quindi a “un progetto rapido di informazione, tipo Pubblicità e progresso”, che coinvolgerebbe “due grandi settori”: l'acqua e l'energia, fra l’altro “molto collegati”, ha spiegato Cingolani

Cingolani ha poi parlato anche del risparmio energetico degli edifici. “L'Italia ha un patrimonio immobiliare importante e antico, non siamo un paese dove si buttano giù gli edifici ogni 10 anni. Ma andranno fatti grandi cambiamenti". Altri interventi possibili per risparmiare gas potrebbero coinvolgere "una campagna di elettrificazione, le comunità energetiche, il fotovoltaico - per il quale abbiamo semplificato le procedure-, le pompe di calore"

Come ribadisce il Ministero per la Transizione ecologica, "per il momento si mantiene uno stato di preallerta necessario al monitoraggio costante dei flussi, senza alcun bisogno di misure emergenziali e di un passaggio allo stato di allerta". Secondo il ministero dunque, "non è prevista l'attuazione di piani di emergenza energetica con misure di risparmio straordinarie, come riportato da diversi quotidiani oggi"

Lato imprese, come già si dice da tempo, si incentiverebbe la produzione energetica delle centrali a carbone, riducendo al tempo stesso le forniture alle imprese che consumano più energia

GLI STOCCAGGI – Un altro punto su cui intervenire è quello degli stoccaggi di gas. In caso di emergenza, l’esecutivo potrebbe autorizzare l’utilizzo di riserve non destinate alla commercializzazione, scrive sempre Repubblica

L’ad di Snam, Stefano Venier, allo stesso webinar Enea a cui ha parlato Cingolani, ha detto che si sta lavorando “per contribuire alla creazione di una riserva che diventa indispensabile nei mesi invernali tramite il riempimento degli stoccaggi. A ieri sera (domenica 10 luglio) siamo arrivati a 6,1 miliardi di metri cubi in stoccaggio (al netto dello strategico) che corrispondono al 64% dell'obiettivo”
Il tema degli stoccaggi è cruciale in tutta Europa. "Putin continua a usare l'energia come un'arma. Dodici Paesi dell'Ue sono già direttamente interessati. Riempire le nostre capacità di stoccaggio del gas prima di questo inverno può aiutarci a prepararci a eventuali ulteriori interruzioni e tagli delle forniture di gas", scrive la Commissione Ue in un tweet

IL PIANO DI BRUXELLES – In occasione dell’ultima plenaria del Parlamento europeo, la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen non ha voluto lasciare spazio a dubbi: "Dobbiamo prepararci a nuove interruzioni di gas da parte di Mosca, persino all'interruzione completa"

Un piano che potrebbe poggiare sulla strategia già usata, con alterne fortune, sul fronte immigrazione, quella della redistribuzione. Solo che, questa volta, si tratterebbe di gas e i destinatari sarebbero i Paesi membri più a corto di energia

Si continua a parlare di price cap al prezzo del gas, misura per cui da tempo spinge il premier italiano Mario Draghi. Ma anche su questo punto non c’è ancora nessuna certezza. Anzi, ha detto il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni arrivando all'Ecofin di oggi, il tetto al prezzo del gas rimane uno strumento sul tavolo, ma per ora "non c'è una proposta della Commissione". Le proposte avanzate finora sono tutte di singoli Stati membri e non delle istituzioni europee