Lavoro, l'inflazione riaccende il dibattito sul salario minimo

Economia

Simone Spina

In Italia non c'è una soglia minima di retribuzione stabilita per legge. Sindacati, imprenditori e politici hanno visioni diverse. I contratti collettivi nel nostro Paese garantiscono i livelli degli stipendi, ma sono scarse le garanzie per milioni di lavoratori precari. L'Europa intanto è pronta a varare una direttiva per introdurre il salario minimo

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Nel dibattito su come difendere i lavoratori italiani dall’aumento dei prezzi torna con forza anche il salario minimo, cioè l’idea di una soglia di retribuzione fissata per legge al di sotto della quale non poter scendere. Il nostro è uno dei pochi Paesi in Europa dove non c’è e Bruxelles sta per approvare una direttiva in questo senso.

La strada indicata dall'Europa

In realtà, l’Unione indica due strade: la prima è quella di rafforzare la contrattazione collettiva, cioè gli accordi economici per intere categorie di lavoratori; l’altra è quella di una paga base oraria per tutti, cioè – appunto - il salario minimo. In Italia finora quest’ultima ipotesi non ha avuto successo perché la maggior parte di chi ha un posto è coperto dai contratti collettivi, che periodicamente stabiliscono i livelli degli stipendi.

Chi lo vuole e chi no

Confindustria, per esempio, dice che per il comparto manifatturiero i minimi sono tutti oltre i 9 euro l'ora, una delle soglie di cui si discute. Anche per i sindacati non sembra trattarsi di un totem: la Cisl è contraria mentre la Cgil ricorda che chi non ha il posto fisso avrebbe più garanzie. Difficile dire quanti avrebbero dei vantaggi. Ci rientrerebbero apprendisti, camerieri, collaboratori domestici e tanti giovani precari. Due milioni di persone, secondo l’Inps, mentre l’Istat ha calcolato che quasi 3 milioni di italiani guadagnerebbero 1000 euro in più all'anno, con – per contro – un aggravio per le imprese (e famiglie con colf in casa) stimato in oltre 6 miliardi.

La via italiana

Dipende anche da cosa si inserisce nella voce “salario” (per esempio se si includono tredicesima e liquidazione) o se il minimo è da considerare al lordo o al netto. Le tre proposte di legge depositate tempo fa nel nostro Parlamento mostrano idee diverse. Forse anche per questo il ministro del Lavoro Andrea Orlando pensa a una sorta di compromesso, con una paga minima formulata in virtù di quanto stabilito nei contratti delle categorie più rappresentative, in modo da proteggere chi ha stipendi più bassi e sente di più il peso del carovita.

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