
Benzina e diesel, aumentano i prezzi. Dalle sanzioni Ue alle decisioni Opec: ecco perché
Fare il pieno ai propri veicoli è sempre più costoso, nonostante il governo abbia prorogato all'8 luglio il taglio sull'accisa. Le quotazioni dei prodotti petroliferi risentono della decisione di Bruxelles di stoppare le importazioni via mare di petrolio russo. Intanto, il cartello dei produttori di greggio a guida saudita non sembra intenzionato a spingere per fornire più barili

La benzina in Italia è arrivata a costare in media 1,914 euro al litro in modalità self, il diesel 1,831 euro. Al servito i prezzi medi – aggiornati al 31 maggio da Quotidiano Energia sulla base dei valori comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Ministero dello Sviluppo Economico - toccano quota 2,049 euro per la verde e 1,973 euro per il diesel, tutti in aumento rispetto alle precedenti rilevazioni (2,037 per la benzina e 1,963 per il diesel)
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Il 31 maggio le quotazioni dei prodotti petroliferi nel Mediterraneo hanno chiuso in forte salita: i prezzi raccomandati da Eni segnano +2 centesimi sia su benzina che su diesel, quelli di Tamoil +4 centesimi sulla verde e +3 sul diesel, quelli di IP +3 per la benzina e +2 sul diesel e quelli di Q8 +3 su entrambi i carburanti
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La corsa al rialzo del costo dei carburanti non accenna quindi ad arrestarsi. Il problema è globale e l’Italia non ne è esente, nonostante il taglio sull’accisa sia stato prorogato fino al prossimo 8 luglio. È “molto probabile”, spiega la sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra a Rainews24, che l’esecutivo proseguirà sulla stessa linea anche in futuro. Perché allora i prezzi continuano a salire?
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L’agitazione sui mercati è in parte motivata, come ci si aspettava, dalla decisione dell’Unione europea di partire, tra otto mesi, con lo stop alle importazioni via mare di petrolio russo, salvaguardando quelle via terra, cruciali per Paesi come Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca
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L’insieme di Stati produttori di petrolio, sotto la guida saudita, sarebbe infatti intenzionato a mantenere invariati i piani di produzione di greggio. Con conseguente balzo sulle quotazioni

Lo ha riferito Bloomberg, citando alcuni delegati Opec+. Il cartello prevede che sia i livelli di offerta che quelli di domanda, nonostante l’embargo al prodotto russo, nell'immediato futuro dovrebbero rimanere uguali a quelli di adesso. Per questo non sarebbero interessati a un aumento delle forniture per stabilizzare i prezzi

Nelle scorse settimane in realtà un aumento era stato deciso: circa 430mila barili al giorno, a partire da luglio. Numeri che Opec+ stima essere più che sufficienti per coprire anche la mancanza di scorte russe

Molti analisti stimano però che, nei fatti, i barili in più saranno meno della metà di quanto annunciato. Il presidente Usa Joe Biden sarebbe intenzionato a volare in Arabia Saudita per chiedere di aprire di più i rubinetti

Al Forum economico di Davos il principe Faisal bin Farhan aveva però detto che, dalla parte dell'Opec, è stato già "fatto tutto il possibile" per stabilizzare i mercati globali. Eppure, riporta Reuters sulla base dei dati dell’IEA (International Energy Agency), mettendo insieme le disponibilità di Arabia Saudita ed Emirati Arabi si conterebbero più o meno 1,8 milioni di barili al giorno di scorte aggiuntive