
Ucraina, guerra cambia carrello spesa italiani. È allarme siccità per semina riso italiano
Coop Italia: "Alcune dinamiche poco razionali e la preoccupazione sulla catena di approvvigionamento hanno trasformato abitudini della popolazione". In aumento gli acquisti di zucchero, pasta di semola, farina e olio di semi. Cresce anche la domanda di riso, sulla scia della crisi della filiera cerealicola. L'allarme di Coldiretti: "Italia produttore leader ma a rischio 3mila ettari per condizioni climatiche"

Dinamiche “poco razionali” nel settore agroalimentare a marzo hanno spinto molti italiani “a fare scorta di prodotti, per paura di non trovarli sullo scaffale”. È così cambiata la composizione dei carrelli della spesa rispetto a quelli dei mesi precedenti, sulla scia delle preoccupazioni per l'approvvigionamento di alcune materie prime dovute al conflitto tra Russia e Ucraina. A spiegarlo è Alessandro Masetti, responsabile dei prodotti Freschi e Surgelati di Coop Italia
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Masetti, durate un’audizione davanti alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, ha spiegato che lo scorso mese ha visto incrementare “il volume di alcune categorie come zucchero, pasta di semola, farina, riso". Forte aumento anche per l'olio di semi, che ha visto crescere il peso sulla spesa media degli italiani fino a rappresentare il 35% del totale degli acquisti
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Il conflitto in Ucraina ha cambiato anche il rapporto tra l’industria alimentare e i consumatori, con la prima che non è “assolutamente” riuscita a scaricare alla vendita “tutto l’aumento del mese di marzo”. Per fare un esempio: se i costi per la pasta di semola a monte della filiera sono aumentati del 24%, solo il 14% è stato trasferito sulla vendita
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La preoccupazione è cosa potrebbe succedere quando gli aumenti dei prezzi verranno scaricati integralmente o quasi sui consumatori. “Crediamo che, a fronte di questo ulteriore aumento dei prezzi, ci possa essere una forte contrazione delle vendite”, ha detto Masetti
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Sempre durante marzo - ha riferito invece Claudio Mazzini, responsabile commerciale del settore Ortofrutta di Coop Italia – si è registrato invece un calo del 13% in termini di volumi sui prodotti ortofrutticoli
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"Questo rischia di innescare due spirali contrapposte, quella dei prezzi crescenti che stiamo continuamente riconoscendo e quella dei consumi calanti, che se si incrociano diventano una tempesta molto pericolosa", ha detto Mazzini. Preoccupano in particolare gli effetti che l’andamento del mercato potrebbe avere sulle piccole e medie imprese e sull'agricoltura italiana

Mazzini ha precisato che, guardando al settore dell’ortofrutta e a quello della carne, “ogni due punti di inflazione ne perdiamo uno di consumi”. Quindi “se la forchetta stimata di 8-10 punti di inflazione a fine anno sarà confermata reale, vorrà dire aver 4-6 punti di riduzione dei consumi, cosa che non si vedeva dallo choc petrolifero del '74". Da qui la necessità di "interventi urgenti a sostegno, non per la grande distribuzione ma per i consumi, sia sull'Iva che sui costi energetici"

Intanto Coldiretti lancia l’allarme per un prodotto molto importante per il comparto alimentare italiano: il riso. La “gravissima” siccità e l’aumento vertiginoso dei costi di produzione, causato sempre dal conflitto in Ucraina, minaccia le semine di riso in Italia, dove – stima l’associazione – si ottiene circa la metà del raccolto europeo

Se da un lato a colpire la filiera sono i costi energetici e i rincari su gasolio e fertilizzanti, dall’altro nelle ultime settimane si sono osservati livelli di falda “eccezionalmente bassi” nelle zone dove si coltiva il riso

Il fiume Po, per fare un esempio, è sceso sotto i 3,38 metri all’altezza del Ponte della Becca (Pavia). Il 90% del riso italiano si coltiva proprio tra la provincia di Pavia e quelle di Novara e Vercelli

Le semine dei prossimi mesi potrebbe essere così tagliate di oltre 3mila ettari. Coldiretti spiega che quello del riso è un settore "con 227mila ettari coltivati e 3700 aziende agricole che raccolgono 1,5 milioni di tonnellate di riso all'anno”, con una gamma varietale “unica e fra le migliori a livello internazionale”

Lo scenario preoccupa soprattutto considerando che i consumi alimentari mondiali potrebbero vedere la domanda di riso aumentare. Lo sottolinea il dipartimento di agricoltura statunitense, secondo cui l’atteso rialzo dell’interesse per il riso è naturale conseguenza della contrazione dei mercati cerealicoli, dove Ucraina e Russia hanno sempre avuto una forte influenza in quanto tra i più grandi Paesi esportatori