
Pensioni, cos’è cambiato sulla reversibilità: ecco chi sono i beneficiari
Il trattamento economico, a determinate condizioni, viene riconosciuto dall’Inps ai familiari di un pensionato deceduto. Se fino a qualche tempo fa veniva destinato solo al coniuge vedovo, le riforme e le sentenze di tribunali e Corte costituzionale hanno allargato la platea. Ecco cosa c’è da sapere

La pensione di reversibilità è un trattamento economico che, a determinate condizioni, viene riconosciuto dall’Inps ai familiari di un pensionato deceduto: si tratta, in particolare, del pagamento mensile di una quota della pensione che veniva percepita dal defunto. Se in un primo momento solo le mogli e i mariti vedovi potevano usufruire della pensione di reversibilità, nel tempo le riforme e le sentenze di tribunali e Corte costituzionale (l’ultima a inizio aprile) hanno allargato la platea
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Come spiega l’Inps, “la pensione ai superstiti è un trattamento pensionistico riconosciuto in caso di decesso del pensionato (pensione di reversibilità) o dell’assicurato (pensione indiretta) in favore dei familiari superstiti. La pensione di reversibilità è pari a una quota percentuale della pensione” del defunto. “La pensione indiretta è riconosciuta nel caso in cui l’assicurato abbia perfezionato 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva ovvero 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la data del decesso”
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A chi spetta la pensione di reversibilità? In quanto superstiti, ne hanno diritto il coniuge del defunto, la persona che era legata a lui da un’unione civile, il coniuge separato (da poco anche quelli con addebito e non titolari di assegno alimentare), il coniuge divorziato (ma, spiega l’Inps, “a condizione che sia titolare dell'assegno divorzile, che non sia passato a nuove nozze e che la data di inizio del rapporto assicurativo del defunto sia anteriore alla data della sentenza che pronuncia lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio”)
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Se ci sono sia il coniuge sia un ex coniuge, la pensione di reversibilità va ripartita tra di loro in base alla durata dei singoli matrimoni e delle eventuali convivenze more uxorio, oltre all’importo dell’assegno divorzile e la posizione economica dei superstiti. In caso di convivenza di fatto, poi, si ha diritto alla pensione di reversibilità solo se il defunto ha lasciato un testamento e nominato il partner come erede: è quanto ha stabilito una sentenza nel 2019
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Inoltre, spetta ai figli minorenni; ai figli inabili al lavoro e a carico del genitore; ai figli maggiorenni studenti, a carico del genitore, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21esimo anno di età; ai figli maggiorenni studenti, a carico del genitore, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26esimo anno di età
Le istruzioni dell'Inps
Il superstite è a carico del pensionato se sussistono le condizioni di non autosufficienza economica e di mantenimento abituale. “Per l’accertamento della vivenza a carico – spiega Inps – assume particolare rilievo la convivenza con il defunto”. Inoltre, i figli studenti hanno diritto anche se svolgono un lavoro dal quale deriva un piccolo reddito “annuo non superiore a un importo pari al trattamento minimo annuo di pensione previsto dal Fondo Pensioni lavoratori dipendenti maggiorato del 30%, riparametrato al periodo di svolgimento dell'attività lavorativa”
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In assenza del coniuge e dei figli, o se questi non hanno diritto alla pensione ai superstiti, possono usufruirne i genitori del pensionato deceduto che al momento del decesso hanno compiuto il 65esimo anno di età, non siano titolari di pensione e risultino a carico del defunto. Oppure i fratelli celibi e le sorelle nubili del pensionato che al momento della morte di quest'ultimo siano inabili al lavoro, non siano titolari di pensione, siano a carico del deceduto

La Corte Costituzionale, qualche giorno fa, con la sentenza n. 88/2022 ha stabilito che la pensione di reversibilità dei nonni deve essere concessa non solo ai nipoti minorenni ma anche ai maggiorenni orfani dei genitori e inabili al lavoro

L’importo della pensione di reversibilità è una quota percentuale che varia a seconda del grado di parentela del superstite e del numero di beneficiari. Ad esempio, al coniuge solo spetta il 60% della pensione che percepiva il defunto; se ci sono coniuge e un figlio l’80%; coniuge e 2 o più figli il 100%; un figlio solo il 70%; 2 figli l’80%; 3 o più figli il 100%; a un genitore solo il 15%; 2 genitori il 30%; un fratello o sorella soli il 15%; 2 fratelli o sorelle il 30%

Per la pensione di reversibilità, la domanda deve essere presentata online all'Inps attraverso il servizio dedicato. Oppure attraverso il contact center e gli enti di patronato e intermediari. La pensione ai superstiti decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato o dell'assicurato