
Guerra in Ucraina, Russia in default selettivo: ecco cosa significa
L'agenzia S&P ha tagliato il rating del debito russo detenuto in valuta straniera, che ora si trova un gradino sopra il fallimento. Mosca dice di aver adempiuto ai suoi obblighi e minaccia di ricorrere alle vie legali nel caso l'Occidente la dichiarasse in default. Anche se il declassamento non avrà probabilmente un impatto immediato, ecco perché è stato deciso e cosa significa

Lunedì il ministro delle finanze russo Anton Siluanov (in foto) ha minacciato di ricorrere alle vie legali se la Russia sarà dichiarata in default dall’Occidente. "Andremo in tribunale perché abbiamo preso tutte le misure necessarie per garantire che gli investitori ricevano i loro pagamenti", ha detto. "Presenteremo le nostre fatture al tribunale confermando i nostri sforzi per pagare sia in valuta estera che in rubli. Questo non sarà un processo facile. Dovremo dimostrare la nostra posizione molto attivamente, nonostante tutte le difficoltà"
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Siluanov ha rilasciato queste dichiarazioni dopo che l’agenzia di rating S&P ha rivisto al ribasso il rating del debito russo detenuto in valuta straniera a lungo termine declassandolo da CC a SD. Questa sigla sta per ‘default selettivo’ e si usa quando un debitore in difficoltà non riesce a onorare un aspetto particolare degli impegni presi. È l’ultimo gradino di valutazione prima del fallimento
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Come spiega Reuters, S&P la assegna quando crede che un debitore sia inadempiente su una specifica questione o una cosiddetta classe di emissioni, ma continuerà a soddisfare i suoi obblighi di pagamento su altre emissioni o classi di obbligazioni in modo tempestivo
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Il declassamento è arrivato dopo che lunedì 4 aprile Mosca ha pagato in rubli un Eurobond denominato in dollari in scadenza questo mese e un coupon su un’obbligazione con scadenza aprile 2042, per un totale di 649,2 milioni di dollari
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La scelta di usare la valuta locale è frutto delle sanzioni imposte nell’ambito del conflitto in Ucraina: proprio il 4 aprile il Dipartimento del tesoro americano ha infatti deciso di impedire alla Russia di usare i dollari parcheggiati nelle banche americane. Mosca ha risolto la questione usando i rubli, ma non ha rispettato i termini del contratto originario del bond, che prevedeva il pagamento in dollari. Secondo il Ministero delle Finanze russo, gli obblighi sono stati adempiuti “in pieno”, ma gli analisti non sono d'accordo
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In teoria, la Russia ha un periodo di tempo per far fronte al suo impegno così come era stato concordato. Nel gergo tecnico, si chiama “periodo di grazia” e dà al debitore - in questo caso la Russia - altri 30 giorni. Come spiega il Wall Street Journal, S&P l’ha declassata a “default selettivo” perché non si aspetta che riesca a convertire i pagamenti fatti coi rubli in dollari
L'articolo del Wall Street Journal
“Le sanzioni nei confronti della Russia probabilmente aumenteranno nelle prossime settimane, ostacolando la volontà e la capacità tecnica della Russia di onorare i termini e le condizioni delle sue obbligazioni nei confronti dei detentori del debito esteri”, ha fatto sapere S&P

S&P non sa se i fondi trasferiti dal governo russo per i pagamenti del debito sulle obbligazioni in valuta locale ai conti nazionali russi possano non essere accessibili per alcuni o per tutti gli obbligazionisti non residenti. Da qui la decisione di abbassare il rating 'unsolicited' (non sollecitato, ndr) solo per il debito in valuta estera, mentre restano a livello Cc/c i giudizi non sollecitati per gli emittenti in valuta locale, che sono però in fase di revisione (CreditWatch) con implicazioni negative

Il Wall Street Journal scrive che S&P è la prima agenzia di rating a prendere una decisione simile e che è improbabile che la mossa abbia un impatto immediato sulla Russia. Tuttavia, “mostra la velocità dello scollegamento di Mosca dal sistema finanziario. La Russia aveva lavorato per anni per migliorare la sua affidabilità creditizia con gli investitori esteri e aveva il rating investment grade prima della guerra”