Al distributore ancora non operativo il taglio di 25 centesimi al litro annunciato venerdì dal governo. Protesta intanto chi vende i carburanti, che lamenta possibili perdite per la riduzione dell'accisa. Critiche anche dagli industriali per il prelievo alla compagnie energetiche, necessario per finanziare una serie di misure per ammorbidire l'impatto delle bollette
Per chi deve fare il pieno è meglio aspettare. Lo sconto di 25 centesimi al litro su benzina e diesel annunciato dal governo ancora non c'è al distributore. Si deve aspettare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto e solo dal giorno successivo si potranno vedere i prezzi poco sotto i 2 euro.
Protestano i benzinai
Bisogna dunque attendere per vedere la sforbiciata, che durerà sino a fino aprile e che colpirà il tributo fisso (l’accisa) che pesa sui carburanti. Proprio questo aspetto mette in fibrillazione chi vende e distribuisce verde e gasolio: Assopetrolio e Assoenergia sostengono che la riduzione della tassa rischia di creare loro un danno, perché sui carburanti immagazzinati hanno già versato il balzello e quindi ci perderanno quando lo sconto sarà operativo. La richiesta è quella di indennizzi, con la minaccia della mobilitazione.
Critiche sugli extraprofitti
Questo non è l’unico aspetto controverso. Il provvedimento di Palazzo Chigi da 4,4 miliardi, che contiene anche una serie di misure per alleggerire l’impatto delle bollette di luce e gas, sarà finanziato in gran parte con un prelievo del 10 per cento a carico delle compagnie energetiche, che, coi rialzi straordinari dei costi del gas e dell’elettricità, avrebbero accumulato profitti extra. Questo contributo è criticato dagli industriali perché non andrebbe a colpire i guadagni in senso stretto: potrebbe essere considerato illegittimo, col rischio di essere giudicato incostituzionale.
Ritocchi necessari
Ecco perché l’Esecutivo starebbe perfezionando il meccanismo, cruciale per far partire quello che è stato presentato come un decreto contro gli effetti economici dovuti alla guerra in Ucraina e che – fra le altre cose – prevede l’ampliamento del bonus bollette a 1,2 milioni di famiglie, la rateizzazione fino a 24 mesi delle fatture energetiche e aiuti ad alcune categorie come l’autotrasporto, l’agricoltura e la pesca.