
Reddito di cittadinanza, formazione beneficiari e proroga contratti navigator: le ipotesi
Un emendamento al decreto Recovery, all'esame della Commissione Bilancio alla Camera, punta ad allungare di sei mesi i contratti dei 2500 navigator a rischio licenziamento. Stanziati 2,4 miliardi di euro dal decreto di adozione del Piano Nazionale Nuove Competenze per la formazione dei percettori di misure di sostegno al reddito. Si punta a raggiungere i 300mila occupati in più entro la fine del 2022

A far discutere il governo non è solo il reddito di cittadinanza, ma anche la situazione dei navigator, i professionisti che hanno il compito di supportare i centri per l’impiego nella ricerca di offerte di lavoro per i beneficiari della misura. Lo scorso 18 novembre, dopo le voci sul possibile licenziamento di 2500 navigator, in 400 sono scesi in piazza a Roma per chiedere al governo una qualche forma di tutela. Potrebbe aver funzionato: in un emendamento al decreto Recovery, all'esame della Commissione Bilancio della Camera, spunta una norma “salva-navigator”
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Se l’emendamento fosse approvato, nel decreto Recovery verrebbe inserita una proroga di sei mesi del contratto dei navigator, in scadenza a fine 2021
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La proposta prevede anche che siano le Regioni, invece che l'Anpal - Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro - a farsi carico dei navigator, salvando i 2500 lavoratori a rischio
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La norma va letta insieme al decreto di adozione del Piano Nazionale Nuove Competenze, collegato al Pnrr e firmato lo scorso 10 dicembre dal ministro del Lavoro Andrea Orlando (in foto)
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Il testo, si legge nella prefazione, ha l’obiettivo di “riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e disoccupati, mediante il rafforzamento del sistema della formazione professionale e la definizione di livelli essenziali di qualità per le attività di up-skilling e re-skilling”
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Lo stesso decreto individua chiaramente i beneficiari dei 2,4 miliardi di euro stanziati per la sua attuazione, come riportato per primo da Il Messaggero. Si tratta dei “beneficiari di strumenti di sostegno (Naspi e Dis-coll), dei percettori del reddito (di cittadinanza) e dei lavoratori che godono di strumenti straordinari o in deroga di integrazione salariale, come la Cigs”

Il sostegno formativo diventa quindi centrale nell’impianto delle politiche attive per il lavoro del Pnrr. Su un totale di 4,4 miliardi di euro disponibili, quasi la metà sarà destinata a opere di formazione
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L’intento del governo è duplice. Da un lato si vuole abbassare il gran numero di disoccupati italiani, per diminuirne l’impatto sulle finanze pubbliche, dall’altro si cerca di facilitare il percorso verso la ripresa economica con la creazione di figure professionali, in un periodo caratterizzato da carenza di manodopera qualificata

Mentre le forze politiche, anche interne alla stessa maggioranza, continuano a discutere su come e quanto rimodulare l’impianto del reddito di cittadinanza, un dato che ha spinto il governo a intervenire sul fronte della formazione è l’aumento dei beneficiari della misura che si è registrato in pandemia e negli ultimi mesi

Tra gennaio e ottobre 2021, i nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza - riporta Il Messaggero - sono stati circa 1,5 milioni. A questi si aggiungono le 138mila famiglie con pensione di cittadinanza

I mancati inserimenti lavorativi di una platea così ampia pesano sulle casse dello Stato. Da qui nascono le nuove misure, accompagnate dalla decisione di stanziare per il reddito di cittadinanza un ulteriore miliardo di euro in manovra rispetto ai fondi già stabiliti

L'obiettivo sarebbe quello di riuscire a trasformare in occupati almeno 300mila percettori di strumenti di sostegno al reddito entro la fine del 2022