Conti correnti in rosso, cosa cambia da gennaio 2021: i chiarimenti della Banca d'Italia
Il Regolamento europeo sui requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento introduce a partire da quest’anno una nuova definizione di default che stabilisce criteri più stringenti di quelli finora previsti. Ecco quali sono i nuovi parametri per essere considerati cattivi pagatori
A partire dal 2021 è entrata in vigore una nuova definizione di default: a deciderla è il Regolamento europeo sui requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento. Ecco cosa cambia dunque per chi ha il conto corrente in rosso
Cashback: ecco come cambiano le regole da gennaio
Si tratta di una novità che introduce criteri più rigidi di quelli finora previsti, ma la Banca d’Italia ha fatto chiarezza sui cambiamenti che coinvolgeranno i debitori pubblicando una serie di Faq sul proprio sito
L'Euro compie 22 anni: 6 curiosità sulla storia della moneta unica
Per essere considerati in default, i cosiddetti debitori deteriorati dovranno rientrare in determinate condizioni. (Foto: Ipa)
Il documento della Banca d'Italia
Una di queste è quella che prevede che il debitore debba essere in arretrato da oltre 90 giorni nel pagamento di un’obbligazione rilevante. Giorni che diventano 180 per le amministrazioni pubbliche
La banca inoltre giudica improbabile che il debitore adempia integralmente alla propria obbligazione rilevante
Per quanto riguarda il criterio di “rilevanza” attribuito ad un debito scaduto, questo viene considerato rilevante quando supera tutte e due le soglie previste dal regolamento. (Foto: Ipa)
Nello specifico, si tratta della soglia assoluta di 100 euro per le esposizioni al dettaglio e di 500 euro per le esposizioni diverse da quelle al dettaglio e della soglia relativa dell’1% dell’esposizione complessiva verso una controparte. (Foto: Ipa)
Inoltre è necessario che lo sconfinamento superi la soglia di rilevanza, ovvero superi contemporaneamente entrambe le soglie, e si protragga per oltre 90 giorni consecutivi per la classificazione in default
Nel documento pubblicato dalla Banca d’Italia viene chiarito che molti istituiti bancari potrebbero già aver provveduto ad aggiornare la definizione di default
In realtà l’1 gennaio 2021 è il termine ultimo per adottare questi nuovi criteri, ma molti istituti bancari hanno provveduto in anticipo a farlo
Inoltre la Banca d’Italia sottolinea che, nonostante i nuovi requisiti siano più stringenti rispetto a quelli adottati in precedenza, non introducono un vero divieto per gli istituti per lo sconfinamento oltre la disponibilità presente sul conto
In ogni caso, va ricordato che la possibilità di sconfinare non è un diritto del cliente, ma una facoltà concessa dalla banca
Sarà consentito dunque andare in rosso per pagare, per esempio, bollette o stipendi, ma solo se previsto dal contratto stipulato con il proprio istituto, che può consentire o rifiutare lo sconfinamento
In ogni caso, non basta uno sconfinamento o un ritardo nei pagamenti per essere segnalati dalla Centrale dei Rischi come in sofferenza bancaria
La definizione di sofferenza non viene infatti modificata dalle nuove regole europee sul default e non c’è un automatismo tra le due segnalazioni
Un cliente è definito in sofferenza solo se gli intermediari ritengono che abbia gravi difficoltà non temporanee nella restituzione di un debito, dopo una valutazione della situazione bancaria complessiva
Infine, va sottolineato come non vi sia alcun impatto sulla classificazione di anomalia della Centrale dei Rischi che riguarda gli inadempimenti persistenti. In questo caso si continua a seguire il criterio legato alla scadenza dei rimborsi previsti dal contratto di finanziamento. I ritardi nei pagamenti continueranno dunque ad essere segnalati se superano i 90 giorni