Coronavirus e treni, la crisi coinvolge anche le compagnie ferroviarie
Le consueguenze della pandemia non hanno riguardato soltanto il trasporto aereo, ma anche quello su rotaie. Nel nostro Paese, Trenitalia e Italo hanno subito importanti perdite nei ricavi. Ma anche in Francia e in Germania la situazione non è diversa. E le aziende chiedono aiuto agli Stati
Il coronavirus sta costando miliardi a molti grandi gruppi ferroviari in tutta Europa, a partire dall'Italia con Trenitalia e Italo. Le aziende devono fare i conti con la diminuzione della mobilità e le norme che hanno limitato i trasporti, subendo così un crollo degli incassi
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Il gruppo FS e Trenitalia aveva chiuso il 2019 con 12,4 miliardi di ricavi e un utile netto di 584 milioni. Ma ora sta pagando caro l'impatto del Covid sulle sue attività del 2020
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L’ad di Trenitalia Orazio Iacono ha spiegato che la mancata vendita di biglietti durante il periodo di lockdown ha comportato una perdita di 10 milioni al giorno. Vale a dire un rosso che solo a marzo e aprile ammonta a 500 milioni di fatturato in meno
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Nel periodo 9 marzo-3 maggio, per quanto riguarda Frecce e Intercity, si è registrata una riduzione di 10 milioni di passeggeri rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre sul regionale si sono registrati 65 milioni di passeggeri in meno
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"La ripresa della domanda sarà lenta e graduale nei prossimi mesi", ha detto Iacono. E per tornare ai livelli pre-crisi bisognerà aspettare molto: "non prima del 2022"
Invece Italo, la società di treni ora in mano al fondo americano Gip, nel 2019 ha registrato ricavi per circa 700 milioni e 151,2 milioni di utile
L'amministratore delegato di Italo, Gianbattista La Rocca, ha detto che "ad oggi i costi della pandemia ammontano a 200 milioni"
Sono gli effetti dei due mesi di 'stop' quasi totale delle attività e del blocco della mobilità interegionale, del limite della vendita del 50% dei biglietti e dell'assenza della clientela business e straniera
Solo l'ultima nuova stretta delle regole sul riempimento dei treni ad alta velocità è costata a Italo altri 3 milioni di euro
Non va meglio in Germania, dove Deutsche Bahn, il colosso dei trasporti da oltre 44 miliardi di ricavi, nei primi sei mesi dell'anno ha perso 3,7 miliardi, con il fatturato che è sceso dell'11,4% da 22,8 a 19,4 miliardi
"Il Covid-19 ha imposto un arresto alla crescita che stavamo conoscendo e ha spinto Deutsche Banhn nella peggior crisi finanziaria della propria storia", ha detto l'amministratore delegato Richard Lutz
Anche se in Germania da maggio c’è stata una ripartenza del traffico passeggeri, la società Deutsche Banhn deve ora fare i conti anche con le difficoltà della controllata DB Arriva, che opera all'estero
Ma il governo tedesco ha deciso di supportare il gruppo, con un sostegno economico di 5 miliardi di aiuti nella fase di picco del Covid
In Francia c’è Sncf (Societé Nationale des Chemins de fer Francais) che in sei mesi ha perso 2,4 miliardi a fronte dell’utile di 20 milioni nello stesso periodo del 2019
La pandemia ha fatto perdere alla società francese 3,9 miliardi, scivolati a 14,1 miliardi con un calo dei ricavi del 21%
Anche sulle linee francesi i passeggeri sono più che dimezzati a causa del coronavirus
"E non siamo fuori dalla crisi", ha detto il Cfo Laurent Trevisani, per il quale la difficoltà consiste soprattutto nel "gestire l'incertezza"
Il ministro dei Trasporti francese, Jean-Baptiste Djebbari, intanto ha recentemente annunciato che Sncf sarebbe stata aiutata "dallo Stato con diversi miliardi di euro", ma non sono ancora state chiarite le modalità di questo supporto
Ma i gruppi ferroviari cercano ancora di cogliere l’opportunità per nuovi investimenti. Con la crisi del trasporto aereo sempre legata al Covid e con la maggior consapevolezza dell'impatto ambientale di quest’ultima, molti Paesi, fra cui Austria, Francia e Svezia, stanno pensando a un nuovo sviluppo dei convogli notturni
Il presidente francese Emmanuel Macron ha recentemente annunciato un 'risviluppo' del comparto, con l'obiettivo di tornare ad avere, dal 2022, collegamenti fra la capitale e città come Nizza o Tarbes, sui Pirenei
L'austriaca Obb, invece, vuole ora investire 500 milioni per comprare 20 nuovi convogli, con Vienna che è la città europea più servita dai treni notte in tutta Europa