Giulia Cecchettin, dalla scoperta del corpo all'ergastolo per Filippo Turetta
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La studentessa di ingegneria biomedica di Vigonovo, in Veneto, è stata uccisa dal suo ex fidanzato con 75 coltellate nella notte tra l'11 e il 12 novembre 2023. Poco più di un anno dopo, il 3 dicembre 2024, la sentenza di primo grado: Turetta è stato condannato all'ergastolo
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- Giulia Cecchettin, studentessa di ingegneria biomedica di Vigonovo, in Veneto, è stata uccisa dal suo ex fidanzato Filippo Turetta con 75 coltellate nella notte tra l'11 e il 12 novembre 2023. "Volevo stessimo insieme, noi due soli. Passare del tempo assieme, prima eventualmente di toglierle la vita, anche se non lo avevo ancora deciso", ha dichiarato il ragazzo nel corso del processo. Il 3 dicembre 2024 viene condannato all'ergastolo. Ecco quali sono state le tappe della vicenda
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- L’11 novembre 2023 Giulia manda prima una mail alla sua relatrice con l’ultima versione della sua tesi, da discutere il successivo 16 novembre, e poi si reca, accompagnata da Filippo, in un centro commerciale a Marghera per acquistare delle scarpe per la cerimonia di laurea. I due giovani cenano nel fast food del centro commerciale, Giulia scrive alcuni messaggi alla sorella Elena e poi, dopo le 22:43 non si hanno più sue notizie
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- La sera della scomparsa, un vicino di casa Cecchettin racconta di aver sentito una coppia litigare in un parcheggio. La ricostruzione dei movimenti dell’auto di Turetta, una Fiat Grande Punto di colore nero, evidenzia il passaggio dei due a Fossò, nel Veneziano: lì una telecamera di zona registra l’aggressione di Filippo ai danni di Giulia. Sul posto i Carabinieri rinvengono una grande quantità di sangue e un coltello con una lama lunga 21 centimetri: scatta il mandato d’arresto europeo per Turetta
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- Il cadavere di Giulia viene ritrovato il 18 novembre nei pressi del lago di Barcis, in Friuli-Venezia Giulia: il ritrovamento avviene grazie al tracciamento della macchina di Turetta, che viene vista fermarsi nella zona per più di due ore prima di passare il confine con l’Austria. Il ragazzo viene arrestato in Germania mentre era fermo sulla corsia d'emergenza dell'autostrada A9 tra Bad Dürrenberg e lo svincolo Rippachtal. Viene poi estradato in Italia il 25 novembre
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- Nello specifico, prima del fermo in Germania, l'auto di Filippo era stata ripresa dalle telecamere della ditta di Fossò e in quella stessa notte in altri punti: a Zero Branco, ad Aviano (in via Monte Cavallo che conduce a Piancavallo), ad Arcola e all'uscita delle gallerie del Vajont. Poi in val Zoldana, a Forno di Zoldo, domenica 12 novembre alle ore 7:22. Due ore dopo, alle 9:07, un'altra immagine dell'auto a Ospitale, nella zona di Cortina d'Ampezzo. I successivi rilevamenti sono stati in Austria a Lienz e nella zona di Villach
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- Il 23 settembre 2024 è iniziato il processo con rito abbreviato a Filippo Turetta, accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking e dall’occultamento di cadavere, nell'aula di Assise di Venezia. La famiglia Cecchettin si è costituita parte civile
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- Turetta, durante il processo, nel suo memoriale racconta tutto: “Ho pensato di rapirla e sequestrarla se le cose non fossero migliorate tra noi". Il primo atto, premeditato, sostiene il Pm Andrea Petroni, avviene il 7 novembre in quella lista in cui Turetta scrisse le "cose da fare": fare cassa usando un bancomat da eliminare, comprare scotch per legare la ragazza, sacchi neri, coltelli, cartine stradali. Questo mentre in internet cercava luoghi appartati, modalità per rendere non rintracciabile la propria auto
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- Il 3 dicembre la Corte d'Assise di Venezia delibera la sentenza per Filippo Turetta: il ragazzo è condannato all'ergastolo per il femminicidio. Esclusa l'aggravante della crudeltà, così come il reato di stalking. Disposto il risarcimento alle parti civili con il pagamento di una provvisionale di 500mila a Gino Cecchettin, 100mila ciascuno ai fratelli Elena e Davide, 30mila ciascuno alla nonna Carla Gatto e allo zio Alessio, oltre alle spese di costituzione legale