Femminicidio Cecchettin, sul diario di Giulia i "15 motivi" per lasciare Turetta

Cronaca

La volontà di autodeterminarsi è stata forte al punto da convincere la 22enne a prendere le distanze dai comportamenti controllanti assunti dal fidanzato. Li ha messi nero su bianco dopo averlo lasciato, per convincersi "di aver fatto la cosa giusta". Sono stati diffusi dai suoi familiari per fare sensibilizzazione sulla violenza di genere

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“Ha idee strane riguardo al farsi giustizia da soli per i tradimenti, alla tortura; quando lui ha voglia tu non puoi non averne, se no diventa insistente; non accetterebbe mai una vacanza mia in solitaria con maschi nel gruppo”. Sono solo alcuni dei quindici motivi che hanno convinto Giulia Cecchettin a lasciare l’ex fidanzato Filippo Turetta, prima di finire vittima di uno dei casi di femmicidio che più ha scosso l’Italia negli ultimi anni. Le parole della 22enne, contenute nel suo diario personale e diffuse da La Repubblica, sono state rese pubbliche dai familiari con l’intento di sensibilizzare e aiutare a fare prevenzione contro la violenza di genere. Secondo lo psicoterapeuta e scrittore Alberto Pellai questo elenco va letto a tutti, soprattutto ai ragazzi, “perché in quei 15 motivi ci sono una serie di comportamenti quotidiani che i nostri figli maschi tendono a mettere in atto, quasi senza accorgersene, ripercorrendo copioni amorosi in cui credono che la gelosia e il controllo siano strumenti adeguati a mantenere una relazione”.

Il diario e l'autodeterminazione di Giulia Cecchettin

La 22enne di Vigonovo aveva messo nero su bianco le ragioni per cui aveva voluto interrompere la sua relazione sentimentale, in una prova di autodeterminazione che Turetta ha stroncato con diverse coltellate l’11 novembre 2023. Scriveva Cecchettin il 31 luglio: “L’ho lasciato, spero di rimanere fedele alla mia scelta. Non perché io odi Filippo, tutto il contrario, ma perché ho capito che non siamo fatti l'uno per l'altra e io lo uccido a fare un tira e molla insensato che non voglio neanche io”. E ha continuato: “Adesso faccio una lista di cose che non andavano perché devo autoconvincermi di aver fatto la cosa giusta, anche se mi manca e sto morendo dentro al pensiero di farlo soffrire”.

Quindici campanelli d’allarme contro la violenza di genere

“Abbiamo litigato per il fatto che non lo avessi fatto venire al compleanno della Elena (la sorella di Cecchettin, ndr). Ha sostenuto più volte fosse mio dovere aiutarlo a studiare. Si lamentava quando mettevo meno cuori del solito. Necessitava di messaggi molte volte al giorno. Ha idee strane riguardo al farsi giustizia da soli per i tradimenti, alla tortura, robe così. Quando lui ha voglia tu non puoi non averne se no diventa insistente. Non accetta le mie uscite con la Bea e la Kiki (amiche di Cecchettin, ndr). Non accetterebbe mai una vacanza mia in solitaria con maschi nel gruppo. Tendenzialmente i tuoi spazi non esistono. Lui deve sapere tutto, anche quello che dici di lui alle tue amiche e allo psicologo. Durante le litigate dice cattiverie pesanti e quando l’ho lasciato mi ha minacciato solo per farmi cambiare idea. C’è stato un periodo in cui dopo esserci detti “Buonanotte” mi mandava sticker finché non vedeva che non ricevevo più messaggi per controllare che fossi davvero andata a dormire. Tutto quello che gli dici per lui è una promessa e prova a vincolarti così. Prendeva come un affronto il fatto che volessi tornare a casa prendendo l’autobus alla fermata più vicina e non in stazione. Una volta si è arrabbiato perché scesa dall’autobus volevo fare 5 minuti a piedi da sola mentre lui era da un’altra parte senza aspettarlo”.

Lo psicoterapeuta: "Ragazzi, se vi riconoscete chiedete aiuto"

“L’amore non ha bisogno di prove, dimostrazioni, controlli e prescrizioni”, ha ribadito Alberto Pellai, psicoterapeuta e scrittore, riprendendo in un post sui social le parole del diario di Cecchettin. “È fondamentale che tutti noi questa cosa la diciamo a voce alta alle nostre figlie, ma soprattutto ai nostri figli. Per cui, oggi vale la pena riprendere in mano la lista dei 15 motivi elencati da Giulia Cecchettin e regalarla ai nostri figli maschi, scrivendo in alto questo titolo a lettere cubitali: ‘QUANDO AMI UNA RAGAZZA, NON FARE MAI – ASSOLUTAMENTE MAI – NESSUNA DI QUESTE COSE’”. E davanti a uno di questi campanelli d’allarme, si rivolge direttamente a uomini e ragazzi: “Se mai nella vita ti capitasse di fare una di queste cose o semplicemente di sentire molto forte e intenso il desiderio di farlo, chiedi immediatamente aiuto”.

 

Polemiche sui social per la divulgazione del diario

Alcuni utenti sui social hanno criticato la scelta di pubblicare le riflessioni personali di Giulia Cecchettin, definendo "agghiacciante" la scelta di mettere il suo diario "alla mercé del mondo". Qualcuno ha parlato di una "speculazione ulteriore" sulla morte della ragazza. Altre persone si sono chieste, con amara ironia: "Chiedere agli uomini se per favore non ci ammazzano è una richiesta un po' troppo ambiziosa?". Un altro utente ha detto: "È davvero corretto leggere delle frasi intime e personali, come lo erano i vocali con la sua voce che mandava alle amiche e che sono stati divulgati altrettanto, senza pensare che sia una mancanza di rispetto verso chi non può darne consenso?". 

 

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