Nel processo abbreviato, a porte chiuse, l’imprenditrice è imputata, assieme ad altre due persone, per truffa aggravata sui casi di presunta pubblicità ingannevole del Pandoro Balocco Pink Christmas e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi. Oggi le arringhe dei suoi legali. I pm hanno chiesto per l'influencer, che si è sempre detta innocente, una condanna a un anno e 8 mesi senza attenuanti. Sentenza attesa a metà gennaio
In tribunale a Milano è il giorno della difesa di Chiara Ferragni nel processo abbreviato, a porte chiuse, che la vede imputata, assieme ad altre due persone, per truffa aggravata sui casi di presunta pubblicità ingannevole del Pandoro Balocco Pink Christmas e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi. Questa mattina l’imprenditrice è entrata molto prima dell'inizio dell'udienza davanti al giudice. In aula prendono la parola per le loro arringhe i due legali dell'imprenditrice. Oggi parleranno anche le difese dell'ex collaboratore di Ferragni, Fabio Damato, e del presidente di Cerealitalia, Francesco Cannillo. I pm hanno chiesto per l'influencer, che si è sempre detta innocente, una condanna a un anno e 8 mesi senza attenuanti.
La vicenda
Secondo i pubblici ministeri, Ferragni insieme a Damato, avrebbe avuto un "ruolo preminente" nelle campagne commerciali con cui sarebbe stata realizzata quella truffa con "grande diffusività", perché i suoi 30 milioni di follower si fidavano di lei e alle sue società spettava "l'ultima parola" nell'ambito degli accordi con la Balocco e con Cerealitalia. La sentenza arriverà il 14 gennaio. Ferragni ha già chiuso il fronte amministrativo ed effettuato risarcimenti e donazioni per 3,4 milioni di euro. Stando alle indagini del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, tra il 2021 e il 2022 avrebbe ingannato follower e consumatori con presunti ingiusti profitti - in relazione a quelle vendite dei due prodotti, il cui prezzo non comprendeva la beneficenza pubblicizzata - per circa 2,2 milioni. Oltre alla difesa nel merito dei legali di Ferragni sull'assenza del raggiro e quindi del reato ai danni dei consumatori, tema importante sarà anche quello dell'aggravante della "minorata difesa" degli utenti online, anche perché se cadesse ci sarebbero proscioglimenti per mancanza di querele.
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Ferragni: “Tutto in buona fede, nessun lucro”
"Tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato", ha spiegato l'imprenditrice con dichiarazioni spontanee il 25 novembre. Al massimo ci sarebbero stati errori di comunicazione, ha detto. Il legale dell'unica parte civile, la 'Casa del consumatore', l'avvocato Aniello Chianese, sul tema dell'aggravante della "minorata difesa" degli utenti on line ha affermato che i follower si fidano degli influencer e se i primi dicono di comprare qualcosa, lo fanno. Per la Procura, quell'aggravante si regge anche sul fatto che gli acquisti dei consumatori, poi, venivano effettuati nella catena della grande distribuzione, oltre a quel messaggio che arrivava dall'influencer "fai non un buon Natale, ma un Natale buono" per convincerli. I due pm avevano ripercorso le mail dalle quali, per l'accusa, è emerso che le indicazioni le avrebbero date le società di Ferragni. Hanno spiegato a novembre che quando arrivavano messaggi di clienti che chiedevano quanta parte del prezzo di vendita (il "doppio" del normale) sarebbe finita in beneficenza, i responsabili della Balocco non rispondevano o divagavano. Lo stesso, hanno ricostruito, avveniva per le uova.