Il 12 agosto saranno eseguite le autopsie su Luigi di Sarno e Tamara D'Acunto, le due persone morte dopo aver mangiato panini acquistati da un commerciante ambulante in provincia di Cosenza. Lo stesso giorno finirà il tempo massimo di manifestazione dei sintomi: senza nuovi casi, il cluster potrebbe essere chiuso. Dalle analisi dell’Iss sarebbe emerso che più alimenti presenti sul camioncino erano contaminati da botulino
Continuano le indagini in Calabria, dove due persone sono morte e quindici sono finite in ospedale per un'intossicazione da botulino dopo aver mangiato panini con salsiccia e cime di rapa acquistati da un commerciante ambulante a Diamante, in provincia di Cosenza. Domani, martedì 12 agosto, saranno eseguite le autopsie sulle due vittime: Luigi di Sarno, 52enne di Cercola, nel Napoletano, e Tamara D'Acunto, 45enne di Diamante. Lo stesso giorno finirà anche il tempo massimo di manifestazione dei sintomi di intossicazione: se non ci saranno ulteriori casi nelle prossime 48 ore, hanno spiegato fonti ospedaliere, il cluster nato in Calabria potrebbe essere chiuso. Intanto, dalle analisi condotte sui cibi dall'Istituto superiore di sanità è emerso che più alimenti trovati sul food truck erano contaminati da botulino. I risultati sono stati inviati alla Procura della Repubblica di Paola, che coordina le indagini. "Ipotizziamo che utilizzasse un solo attrezzo da cucina per maneggiare gli alimenti, altrimenti non si spiega", ha detto il procuratore Domenico Fiordalisi riferendosi al titolare del mezzo. Il commerciante respinge le accuse: è “convinto che la contaminazione fosse già nei prodotti”, ha detto il suo avvocato.
Le autopsie
Le autopsie stabiliranno le cause della morte delle due vittime, Luigi di Sarno e Tamara D’Acunto. La Procura di Paola, guidata da Domenico Fiordalisi, ha affidato l'incarico a un collegio di medici dell'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro: oltre alle due autopsie, il collegio dovrà eseguire anche altri approfondimenti.
I ricoverati
Intanto un 20enne è diventato l’ennesimo paziente ricoverato con sintomatologia suscettibile di botulismo. Il giovane, arrivato nel pomeriggio in pronto soccorso, è figlio di una paziente attualmente ricoverata all’Annunziata per intossicazione botulinica. Trasferito immediatamente in terapia intensiva, è sottoposto a monitoraggio continuo. Trasferita, invece, dalla terapia intensiva al reparto di Medicina una paziente sottoposta, nei giorni scorsi, a infusione di antitossina botulinica. In tutto sono 15 i ricoverati, 5 in terapia intensiva; 3 in Pediatria; 7 nei reparti di Area Medica.
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Le indagini
Per quanto riguarda le indagini, le persone iscritte nel registro degli indagati sono salite a dieci: cinque sono medici di due strutture sanitarie del cosentino che hanno avuto in cura le vittime prima del decesso. Oggi sul registro degli indagati è stato iscritto anche un medico del 118. L'ipotesi è che i due pazienti non abbiano ricevuto una diagnosi tempestiva. Nell'inchiesta, affidata al sostituto procuratore Maria Porcelli, sono indagate anche altre quattro persone: si tratta dell'ambulante e di tre responsabili delle ditte produttrici del prodotto potenzialmente inquinato da botulino. Le ipotesi di reato sono, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Da quanto emerge, su questo fronte gli accertamenti si stanno concentrando sulle modalità di conservazione e somministrazione dell'alimento e non tanto sul prodotto in sé.
La posizione del commerciante
Il proprietario del camioncino respinge le accuse. “I prodotti in vendita nel truck food del mio assistito non stavano esposti al sole e aperti, ma erano conservati in frigo e aperti all'occorrenza. In esposizione c'erano solo pochi contenitori di dimensioni molto ridotte usati solo per mostrare alla clientela i condimenti con cui farcire i panini. Tra l'altro anche questi mini contenitori non erano esposti al sole, visto che l'attività apre solo in tarda serata”, ha detto l'avvocato Liserre, legale del commerciante. Secondo l’avvocato, sulla vicenda “si è creato un equivoco”. "Lui – ha detto il legale – è devastato psicologicamente. Lavora da circa 9 anni in questo settore ed è un punto di riferimento per l'alimentazione. È convinto che la contaminazione fosse già nei prodotti”. L'avvocato ha spiegato che il suo assistito, pur avendo la possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere, ha risposto alle domande del pm nel corso dell'interrogatorio di alcuni giorni fa. "Ha risposto perché forte di una verità. Questi prodotti che sarebbero all'origine dell'intossicazione, e noi al momento non abbiamo ancora i risultati delle analisi, li ha comprati alla fine di luglio e ha esibito la relativa fattura. Le confezioni venivano aperte all'occorrenza e con queste ci farciva 6 o 7 panini, quindi le finiva rapidamente. La pinza la usava per prendere gli alimenti che in queste confezioni sono coperti da abbondante olio", ha detto il legale.
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“Fenomeno circoscritto e limitato”
Martedì, come detto, scade il tempo massimo di manifestazione dei sintomi di intossicazione da botulino. “Invito i cittadini, qualora dovessero insorgere i sintomi, a rivolgersi alle strutture ospedaliere. Ma voglio tranquillizzare tutti sul fatto che quanto accaduto è un fenomeno circoscritto e limitato”, ha detto il sindaco di Diamante Achille Ordine, nel corso di una diretta Facebook. Lo scorso 3 agosto, 18 persone hanno mangiato un panino con cime di rape comprato da un food truck sul lungomare di Diamante: due sono morte e 16 sono state ricoverate in ospedale. Ordine, parlando delle condizioni di salute delle persone ricoverate, ha aggiunto che “la situazione è per fortuna migliorata”. “Per il resto - ha detto ancora - sono in corso indagini della magistratura che appureranno la verità dei fatti e accerteranno eventuali responsabilità nella vicenda, che non sta certamente a noi verificare”.