Morti botulino, 9 indagati in Calabria: 5 sono medici, ipotesi mancata diagnosi tempestiva

Cronaca
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Proseguono le indagini dopo la morte di due persone nel focolaio di Diamante (una terza persona è morta in Sardegna): le autopsie saranno il 12 agosto. Sembra ormai certo che l’origine delle intossicazioni sia il food truck, in cui sarebbe stato venduto l’alimento contaminato. Indagati anche 5 medici di due strutture sanitarie del cosentino, che hanno avuto in cura le vittime prima del decesso: l'ipotesi è che non sia stata fornita una diagnosi tempestiva. Stazionarie le condizioni delle 14 persone ricoverate

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In Calabria proseguono le indagini dopo che due persone sono morte e 14 sono finite in ospedale per un'intossicazione da botulino: avevano tutte mangiato panini con salsiccia e cime di rapa acquistati da un commerciante ambulante a Diamante, in provincia di Cosenza (una terza persona è deceduta in Sardegna). Le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Paola sono nove: cinque sono medici di due strutture sanitarie del cosentino che hanno avuto in cura le vittime prima del decesso. L'ipotesi è che i due pazienti - Luigi di Sarno, 52enne di Cercola, nel Napoletano, e Tamara D'Acunto, 45enne di Diamante - non abbiano ricevuto una diagnosi tempestiva. Nell'inchiesta, affidata al sostituto procuratore Maria Porcelli, sono indagate anche altre quattro persone: si tratta dell'ambulante e di tre responsabili delle ditte produttrici del prodotto potenzialmente inquinato da botulino. Le ipotesi di reato sono, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Le autopsie delle persone decedute sono state fissate per martedì 12 agosto. La Procura di Paola, guidata da Domenico Fiordalisi, ha affidato l'incarico a un collegio di medici dell'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro che, oltre alle due autopsie, dovrà eseguire anche altri approfondimenti.

Le indagini

Sul versante investigativo i fronti aperti sono due. Da un lato sembra ormai certo che l’origine delle intossicazioni da botulino sia il food truck in cui sarebbe stato venduto il prodotto contaminato: cime di rapa, servite nei panini con salsiccia. Gli accertamenti si sono concentrati sulle modalità di somministrazione dell'alimento e non tanto sul prodotto in sé. Per mercoledì sono attesi altri elementi dagli esami che saranno effettuati dall'Istituto superiore di sanità sul furgone dove sono stati preparati i panini. Sull'altro fronte, le indagini hanno avuto una accelerazione proprio in vista delle autopsie delle due vittime, con la procura di Paola che ha iscritto nel registro degli indagati anche cinque medici delle due strutture sanitarie del cosentino a cui sia Luigi di Sarno sia Tamara D'Acunto si sono rivolti prima del decesso. L'iscrizione dei sanitari nel registro degli indagati, hanno spiegato in ambito investigativo, sarebbe un atto dovuto per consentire ai cinque medici di nominare i propri consulenti in vista delle autopsie. L'ipotesi è quella che i pazienti non abbiano ricevuto una diagnosi tempestiva. Su questo aspetto saranno fondamentali le verifiche sulle cartelle cliniche. Nell'inchiesta sono indagate anche altre quattro persone, con le ipotesi di reato, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Nei prossimi giorni sono attesi i risultati delle verifiche tecniche e scientifiche portate avanti dai carabinieri del Nas e dell'Asp di Cosenza con esami microbiologici.

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I 14 pazienti ricoverati

Le parti lese sono in tutto 18: oltre alle due vittime ci sono 16 intossicati, di cui 14 più gravi ricoverati all'ospedale Annunziata di Cosenza. Oggi uno dei pazienti in terapia intensiva è stato estubato ed è in respirazione autonoma. Un altro, che nei giorni scorsi aveva ricevuto la dose di antitossina botulinica, ha lasciato la rianimazione ed è stato trasferito in medicina. Al momento, ha fatto sapere l'ospedale, cinque pazienti sono in terapia intensiva, 3 in pediatria e 6 nei reparti di area medica. Le loro condizioni sono stazionarie, ma i medici sono pronti a somministrare il siero anti botulino nel caso di una evoluzione del quadro clinico.

Iss conferma presenza focolaio

L'Istituto superiore di sanità, attraverso le analisi di laboratorio, ha intanto confermato la diagnosi di botulismo nei primi tre campioni prelevati ai pazienti arrivati all'ospedale Annunziata di Cosenza. I risultati attestano la presenza del focolaio, già sospettato clinicamente nei giorni scorsi. La struttura sanitaria, si legge in una nota della direzione dell'azienda ospedaliera, ha attivato "con prontezza tutte le procedure previste, richiedendo l'antitossina botulinica, disponibile presso il ministero della Salute". L'intervento immediato ha consentito di somministrare il trattamento "nei tempi utili, scongiurando conseguenze potenzialmente fatali per molti dei pazienti coinvolti”. Il focolaio di botulino, già da ieri, sembra essersi attenuato.

Un frame tratto da un video girato a  Diamante (Cosenza) mostra il food truck posto sotto sequestro dopo l'episodio in cui ha perso la vita una persona e altre 9 ricoverate, alcune in gravi condizioni.  La vittima è una uomo di 52 anni, originario di Napoli. Diamante, 8 agosto 2025. ANSA / LUIGI SALSINI / NPK

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I casi in Italia

La vicenda era iniziata tra domenica e martedì scorsi, quando le persone coinvolte dall'intossicazione hanno mangiato un panino venduto da un ambulante in un food truck a Diamante, sequestrato dalla Procura dopo i primi ricoveri. I primi sintomi erano emersi tra le 24 e le 48 ore successive. L'Italia, secondo gli esperti, detiene il primato europeo dei casi di botulismo, in stragrande maggioranza dovuti a contaminazione di verdure sott'olio, specie i broccoli. "Broccoli e broccoletti sono verdure che vengono spesso preparate artigianalmente, quindi non si riesce ad assicurare la completa eliminazione delle spore del botulino. A livello industriale, invece, si possono fare delle pastorizzazioni con calore e pressione", ha spiegato il presidente della Società italiana d'igiene (SItI) Enrico Di Rosa. Il punto è che le conserve di queste verdure hanno un ph non acido, che favorisce lo sviluppo del batterio e la produzione della tossina. Cosa che invece non accade con la più comune delle conserve all'italiana, quella di pomodori. "Quello del pomodoro è un ambiente acido, e l'acido non fa crescere il botulino", ha spiegato l’esperto. In ogni caso, per chi volesse produrre conserve fai da te, il consiglio è "informarsi bene sulle modalità da utilizzare, ma soprattutto farlo solo se si è realmente esperti. Sembrano procedure banali ma sono abbastanza complesse e delicate e si devono eseguire tutte in base a criteri ben precisi per garantire la massima sicurezza". Fondamentale, poi, il modo in cui i barattoli vengono conservati. La Procura, per il caso di Diamante, ha appurato che "il mezzo stazionava per l'intera giornata sotto il sole, condizione che potrebbe aver favorito la proliferazione delle tossine botuliniche in prodotti deperibili, soprattutto se non adeguatamente conservati".

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