Botulino, 3 vittime tra Calabria e Sardegna. Attivati protocolli sanitari, primi indagati

Cronaca
©Ansa

Dopo i tre morti per intossicazione, due in Calabria e uno in Sardegna, è scattato l’allarme e il ministero della Salute ha attivato i protocolli sanitari in entrambe le regioni. Si muovono anche i Nas. A Diamante, in provincia di Cosenza, tre gli indagati per omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Per la Procura di Paola è poi mancata una “diagnosi tempestiva”. Anche due medici indagati

ascolta articolo

È scattato l’allarme botulino, dopo i tre morti per intossicazioni registrati tra Calabria e Sardegna. Il ministero della Salute ha attivato i protocolli sanitari in entrambe le regioni. E mentre arrivano i primi indagati, si sono mossi anche i Nas. A Diamante, in provincia di Cosenza, alcune persone hanno accusato malori dopo aver mangiato panini con salsiccia e cime di rapa comprati in un truck food: il bilancio è di due vittime e diversi ricoverati, alcuni gravi. Sono tre gli indagati per omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive dalla Procura di Paola, per la quale è poi mancata una “diagnosi tempestiva”. Iscritti nel registro degli indagati anche due medici in servizio nelle strutture sanitarie dove le vittime si sono rivolte prima del decesso. Si tratta di un atto dovuto in vista delle autopsie che saranno eseguite martedì. La terza vittima è a Cagliari: una donna di 38 anni ricoverata nei giorni scorsi insieme ad altre persone dopo aver mangiato della salsa guacamole a una sagra locale.

Le due vittime in Calabria

Il focolaio di intossicazioni alimentari che ha avuto come epicentro Diamante, località turistica sulla costa tirrenica cosentina, ha provocato due vittime e 14 persone ricoverate nell'ospedale di Cosenza. Una delle vittime è Luigi Di Sarno, un turista 52enne di Cercola (Napoli): dopo avere ingerito il panino, ha avvertito i primi malori e ha deciso di andare nella clinica privata di Belvedere Marittimo. È poi tornato nella casa dove trascorreva le vacanza, ma non vedendo miglioramenti ha pensato di tornare in Campania. Lungo il viaggio le sue condizioni sono peggiorate e i familiari hanno allertato il 118: è intervenuta anche l'eliambulanza, ma Di Sarno è morto prima di arrivare all'ospedale di Lagonegro (Potenza). L’altra vittima è una donna di 45 anni di Praia a Mare, Tamara D'Acunto: ha accusato dei malori dopo avere consumato il pasto, si è recata nella stessa clinica ed è poi deceduta mercoledì 6 agosto. Sui corpi di entrambi, martedì 12 agosto saranno svolte le autopsie: per di Sarno l'esame sarà effettuato presso l'ospedale San Giovanni di Lagonegro, mentre la salma di D'Acunto dovrà essere riesumata. Per entrambi gli esami, la procura di Paola ha incaricato un organo collegiale composto da diversi medici dell'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Agli esami seguiranno poi ulteriori approfondimenti.

Migliorano condizioni di alcune persone ricoverate in Calabria

Sono in totale 14 i pazienti ricoverati all'Annunziata di Cosenza a seguito dell'intossicazione da botulino, avvenuta dopo aver ingerito un panino con salsiccia e cime di rapa acquistato da un venditore ambulante a Diamante. Di questi, sei si trovano in rianimazione, tre in pediatria e cinque nei reparti di area medica. Al momento sono state iniettate sette fiale di antitossina botulinica ai pazienti che hanno manifestato sintomatologia in evoluzione. L'azienda ospedaliera di Cosenza ha comunicato che "sono stati dimessi nei reparti dell'area medica quattro pazienti ricoverati nei giorni scorsi in Terapia Intensiva per botulismo alimentare. Rimangono in Intensiva 5 pazienti più uno proveniente dalla Medicina.". La Procura ha fatto sapere che “le indagini preliminari hanno accertato che le vittime e gli altri contagiati avevano consumato un alimento potenzialmente contaminato, acquistato da un commerciante ambulante operante nel territorio di Diamante, tra domenica 3 agosto e martedì 5 agosto, accusando sintomi tra le 24 e le 48 ore successive".

La terza vittima in Sardegna

La terza vittima si è registrata in Sardegna: è una 38enne di Cagliari che era stata ricoverata in gravi condizioni il 21 luglio scorso insieme ad altre sette persone ed era stata tra i primi ad accusare i sintomi dopo avere mangiato della salsa guacamole durante la Fiesta Latina a Monserrato, in provincia di Cagliari, che si è tenuta dal 22 al 25 luglio. La donna era in rianimazione e le sue condizioni erano rimaste stazionarie: nelle ultime ore, però, un peggioramento e il trasferimento dal Brotzu all'ospedale Businco, dove è deceduta.

Vedi anche

Intossicazione botulino, quali sono i sintomi e gli alimenti a rischio

Attivati i protocolli sanitari

Il dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del ministero della Salute ha attivato immediatamente tutti i protocolli sanitari per le due regioni, in modo da "garantire ai pazienti l'accesso tempestivo ai trattamenti antidotici salvavita". Un intervento tempestivo, ha spiegato Maria Rosaria Campitiello, capo dipartimento della prevenzione, è possibile grazie "alla rete capillare della Scorta strategica nazionale antidoti e farmaci (Snaf) e alla collaborazione sinergica di tutti gli enti coinvolti".

Vedi anche

"Antidoto" contro il botulismo: cos’è e come funziona

Le indagini

I fronti su cui la Procura di Paola indaga per i due decessi in Calabria sono due. Da un lato, secondo quanto si è appreso, sembra ormai certo che il food truck sia l’origine delle intossicazioni da botulino per le persone ricoverate e per i due deceduti. Dai primi accertamenti, infatti, è emerso che tutte le persone intossicate hanno consumato un panino, con salsiccia e broccoli, dal venditore ambulante di Diamante. Il suo mezzo è sotto sequestro. Il procuratore Domenico Fiordalisi ha già iscritto tre persone nel registro degli indagati con le ipotesi di reato, a vario titolo, di omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. Si tratta del commerciante ambulate che avrebbe venduto il prodotto contaminato dal suo truck e i legali rappresentanti di due ditte che avrebbero fornito gli alimenti utilizzati per la preparazione dei prodotti venduti. Tuttavia le indagini, dopo i primi esiti degli esami effettuati dall'azienda sanitaria provinciale di Cosenza sugli alimenti trovati nel food truck di Diamante, si starebbero concentrando più sulle modalità di somministrazione dell'alimento e non tanto sul prodotto in sé. I rilievi, ha sottolineato la Procura, indicano "che il mezzo stazionava per l'intera giornata sotto il sole, condizione che potrebbe aver favorito la proliferazione delle tossine botuliniche in prodotti deperibili, soprattutto se non adeguatamente conservati". Per mercoledì 13 agosto si riusciranno ad avere altri elementi dagli esami che saranno effettuati dall'istituto superiore di sanità.

La diagnosi

Ma il focus della procura, con la pm Maria Porcelli, riguarda anche la clinica privata di Belvedere Marittimo e la tempestività degli interventi. Le vittime, infatti, erano entrambe andate nella struttura: pare non avessero ricevuto cure, ma l'invito a recarsi in una struttura più attrezzata. Proseguono gli accertamenti, quindi, per indagare sull'eventualità che i medici non abbiano fornito una diagnosi tempestiva. Secondo gli inquirenti, “in alcuni casi il decorso clinico è stato aggravato dalla mancata tempestiva diagnosi, in quanto i sintomi non sono stati immediatamente riconosciuti come compatibili con intossicazione da botulino, ritardando pertanto l'avvio del trattamento specifico". Su questo fronte saranno utili le eventuali cartelle cliniche delle due persone decedute e gli esiti dell'autopsia disposta dalla Procura di Paola.

Vedi anche

Botulino, 2 morti e 3 indagati per omicidio colposo in Calabria

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI SKY TG24

Cronaca: i più letti