Dalla Luiss all’Università di Padova, la classifica Censis dei migliori atenei italiani

Cronaca
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Introduzione

La Luiss di Roma si conferma il migliore ateneo tra quelli non statali di grandi dimensioni (con oltre 10mila iscritti), la Lumsa dei medi, la Libera di Bolzano dei più piccoli. Padova è sempre la regina dei mega atenei statali, la Calabria dei grandi, l’Università di Trento resta salda al primo posto di quelli di medie dimensioni, Camerino dei piccoli.

 

Sono i risultati della classifica Censis delle Università italiane di quest’anno, giunta ormai alla sua 25esima edizione e basata sulla valutazione delle strutture disponibili, dei servizi erogati, del livello di internazionalizzazione, delle borse di studio, della capacità di comunicazione 2.0 e della occupabilità. 

Quello che devi sapere

Atenei non statali grandi, la Luiss resta l’Università migliore

Come detto, tra gli atenei non statali con più di 10mila alunni, la Luiss Guido Carli è ancora una volta la numero uno, raggiungendo un punteggio totale di 94,2. Seguono l’Università Bocconi (91,4) e l’Università Cattolica (78,0). Forte la soddisfazione della Luiss, che in una nota sottolinea di essere “l'unica tra gli atenei non statali a ottenere il punteggio massimo alla voce borse di studio, a conferma del costante impegno per il sostegno al merito dei giovani talenti”. A premiarla anche “l'internazionalizzazione, grazie 'alle partnership con oltre 360 università in 75 Paesi e 68 programmi di mobilità internazionale”.

 

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Atenei non statali medi, ancora la Lumsa in testa

Tra gli atenei non statali medi (tra i 5mila e i 10mila iscritti), è ancora la Lumsa a primeggiare (83,0), a cui si accodano lo Iulm (79,6) e l’Università Suor Orsola Benincasa (75,2).

 

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Atenei non statali piccoli

Nulla cambia nemmeno al vertice della classifica delle più piccole università non statali, che si fermano ai 5mila studenti: la Libera Università di Bolzano mantiene la prima posizione (con un punteggio di 95,2), seguita in seconda posizione dall’Università di Roma Europea (87,0) e, in terza, dall’Università Campus Biomedico di Roma (86,8). Al quarto posto sale, guadagnando una posizione l’Università degli Studi internazionali di Roma (86,6), a cui si accoda Liuc-Università Cattaneo (84,6 punti, -1 posizione), che si qualifica quinta. Sale al sesto posto l’Università degli Studi Link (80,8, +2 posizioni), seguita dall’Università di Enna Kore (79,8, +1 posizione) e dall’Università LUM De Gennaro stabile in ottava posizione (78,4). L’Università di Milano San Raffaele (73,0) e l’Università della Valle d’Aosta (72,8) si inseriscono al penultimo ed ultimo posto.

Gli atenei statali

Più articolata l’analisi degli atenei statali, suddivisi in:

  • Mega (oltre 40mila iscritti);
  • Grandi (da 20mila a 40mila);
  • Medi (fino a 20mila);
  • Piccoli (fino a 10mila). 

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Padova in testa ai mega atenei statali

Tra i mega atenei statali svettano l’Università di Padova, prima con un punteggio complessivo di 90,3, e l’Università di Bologna (87,7). Sbuca una novità in terza posizione: l’Università di Pisa (84,7) guadagna ben tre posizioni, spodestando la Sapienza di Roma, che passa al quarto posto (84,2) ex aequo con l’Università Statale di Milano (in su di una posizione). Arriva al quinto posto l’Università di Firenze (lo scorso anno era ottava), grazie a un punteggio di 83,5, seguita dall’Università di Torino (83,0, +1 posizione) e dall’Università di Palermo (82,3, -3 posizioni). Torna tra i migliori mega atenei l’Università di Bari (75,7), in penultima posizione, subito prima dell’Università di Napoli Federico II (75,5).

I grandi atenei statali: il primato della Calabria

Nemmeno la vetta della classifica dei grandi atenei statali vede un cambiamento, confermando il primato dell’Università della Calabria (94,3 punti), subito sopra all’Università di Pavia (90,2), sempre stabile in seconda posizione. Medaglia di bronzo per l’Università di Perugia (89,3), seguita da quella di Parma (88,8) e da quella di Cagliari (87,5). Stabili al sesto e settimo posto anche l’Università di Salerno (86,2) e l’Università di Milano Bicocca (85,3). Poi ci sono l’Università di Genova (in salita di 2 posizioni) e di Roma Tor Vergata, in ottava posizione a pari merito con un punteggio complessivo di 84,8. Nono posto per l’Università di Modena Reggio Emilia (84,3) e decimo per l’Università di Verona (83,0, +1 posizione). Chiudono la classifica l’Università di Roma Tre (82,7, undicesima, +3 posizioni), l’Università di Ferrara (81,0, dodicesima, +1 posizione), l’Università di Catania (80,7, tredicesima, +5 posizioni), l’Università di Chieti e Pescara (80,0, quattordicesima, +3 posizioni), l’Università di Messina (79,3) e l’Università della Campania (78,7).

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Trento al top dei medi atenei statali

E ancora, l’Università di Trento con il punteggio di 93,7 mantiene la prima posizione tra i medi atenei statali, davanti – anche in questo caso come lo scorso anno - all’Università di Udine, che condivide il secondo posto con l’Università Politecnica delle Marche (punteggio di 92,2), entrambe in salita di due posizioni. Terzo posto per l’Università di Siena (89,7), sempre a +2, mentre scende al quarto posto l’Università di Sassari (88,8, -1 posizione). Poi: quinto e sesto posto per l’Università di Trieste (88,7, +2 posizioni) e l’Università Ca’ Foscari Venezia (88,0). Settimo posto - +5 sul 2024 – per l’Università del Piemonte Orientale (87,8), stabile all’ottavo posto l’Università di Brescia (87,3), inseguita dall’Università di Bergamo (86,2, nona, +2 posizioni) e da quella di Urbino (84,0, decima, -1 posizione). Dall’undicesima alla quindicesima posizione si trovano, nell’ordine: l’Università dell’Insubria (83,8, +2 posizioni), di Napoli Parthenope (83,7), del Salento (83,5, -3 posizioni), di Foggia (82,5, +1 posizione) e dell’Aquila (82,0, -1 posizione) Si posizionano, infine, al penultimo ed all’ultimo posto della classifica dei medi atenei statali l’Università Magna Graecia di Catanzaro (79,8) e l’Università di Napoli L’Orientale (79,2).

Camerino al primo posto dei piccoli atenei

Sui piccoli atenei statali si impone l’Università di Camerino, con un punteggio complessivo pari a 96,0, seguita dall’Università di Cassino (in su di 2 posizioni, con un punteggio di 89,0) e dall’Università della Tuscia, che retrocede dalla seconda alla terza posizione con 88,3. Anche l’Università di Macerata (86,7) perde una posizione, passando in quarta, mentre l’Università del Sannio (84,8) ne conquista una e diventa così la quinta tra i piccoli atenei statali. Passa dal quinto al sesto posto l’Università Mediterranea di Reggio Calabria (84,3), mentre l’Università della Basilicata (82,5) sale dal nono al settimo. In coda ci sono l’Università di Teramo (81,3), penultima, e l’Università del Molise (79,0).

 

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Il Politecnico di Milano primo tra i competitor

Il Censis ha pensato anche ai Politecnici, a cui è dedicata una classifica a sé. Qui si cementifica il successo del Politecnico di Milano, in pole position grazie ai suoi 98,8 punti. Dietro ecco il Politecnico di Torino (92,5) e lo IUAV di Venezia (86,7). Chiude la classifica il Politecnico di Bari con il punteggio di 85,2.

 

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