Carabiniere ucciso, a Ostuni i funerali di Carlo Legrottaglie. Presente anche Mattarella
CronacaCentinaia di persone si sono raccolte per l’ultimo saluto al 59enne brigadiere capo dei carabinieri ucciso giovedì, a pochi giorni dalla pensione, a Francavilla Fontana (Brindisi), durante un conflitto a fuoco mentre inseguiva a piedi due uomini. Presente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha abbracciato i parenti prima e dopo la funzione. Ostuni è la città in cui l’uomo viveva con la moglie e le due figlie gemelle di 15 anni. L'omelia: "Ha dato tutto fino all'ultimo, con generosità e amore"
Centinaia di persone si sono raccolte a Ostuni per i funerali di Carlo Legrottaglie, il 59enne brigadiere capo dei carabinieri ucciso giovedì, a pochi giorni dalla pensione, a Francavilla Fontana (Brindisi), durante un conflitto a fuoco mentre inseguiva a piedi due uomini che avevano abbandonato un'auto rubata. Presente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ostuni è la città in cui l’uomo viveva con la moglie e le due figlie gemelle di 15 anni.
La bara avvolta dal tricolore
La salma di Legrottaglie è entrata nella parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa avvolta dalla bandiera tricolore. La bara è stata portata a spalla da otto carabinieri, che sono passati attraverso un picchetto d'onore di militari in alta uniforme. L'arrivo della salma è stato accolto da un lungo applauso. Tante le persone che, lungo il tragitto verso la chiesa, hanno reso omaggio da dietro le transenne al carabiniere ucciso. Al termine della funzione, la salma è stata portata via mentre alcuni bambini hanno fatto volare in cielo dei palloncini con i colori dell'Arma.
L'omelia: "Ha dato tutto, con generosità e amore"
La funzione religiosa è stata officiata dall'ordinario militare monsignor Gian Franco Saba. "Carlo nella quotidianità ha offerto la sua vita adempiendo al proprio dovere con generosità e amore", ha detto durante l'omelia. "Carlo - ha aggiunto Saba - ha dato tutto: ha dato la sua vita, tutte le sue energie fino all'ultimo nonostante i tempi di riposo previsti. Siamo qui per ringraziare il Signore perchè ancora, in un mondo lacerato da discordie e contese, ci sono uomini che spendono la propria vita offrendosi senza riserve". "Papa Leone ci ricorda - ha concluso monsignor Gian Franco Saba - che il male non trionferà. Anche in questo momento noi vogliamo credere nella resurrezione".

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Presente il presidente Mattarella
Ai funerali era presente anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è entrato in chiesa poco prima dell’arrivo della bara. Il capo dello Stato è stato accolto da un lungo applauso. Appena arrivato, ha abbracciato i familiari di Legrottaglie, tra cui la moglie e le due figlie. Anche al termine della celebrazione dei funerali, prima di andare via, il capo dello Stato si è fermato ad abbracciare i parenti. Intensa la commozione dei genitori, della moglie e delle due figlie di Legrottaglie. A Ostuni c'erano anche il ministro per la Difesa Guido Crosetto, quello dell'Interno Matteo Piantedosi e quella del Lavoro Marina Elvira Calderone, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Raffaele Fitto. Presenti anche il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano; il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, generale Salvatore Luongo; il vicecapo della Polizia Raffaele Grassi. "Carlo era, è e sarà uno dei volti migliori delle nostre forze armate e dell'Arma dei Carabinieri. È l'esempio che servire significa essere fedeli ogni giorno al Paese e al giuramento, non a parole, ma nei fatti. E lo è stato fino all'estremo sacrificio", ha scritto su X il ministro Crosetto.

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Recuperata la pistola
Intanto, è stata recuperata e posta sotto sequestro la pistola Beretta calibro 9x21 con matricola cancellata dalla quale sarebbero partiti i colpi che giovedì hanno ucciso Legrottaglie. L'arma è stata trovata nelle campagne di Grottaglie e sarebbe quella impugnata da uno dei due fuggitivi, Michele Mastropietro, 59 anni, pregiudicato di Carosino che ha perso la vita dopo il conflitto a fuoco. La persona che era con lui, Camillo Gianattasio, 57 anni, incensurato di San Giorgio Jonico, è stata interrogata oggi dal gip Francesco Maccagnano nell'ambito dell'udienza di convalida nel carcere di Taranto e si è avvalso della facoltà di non rispondere. È accusato di detenzione e ricettazione di armi e munizioni, mentre per l'omicidio del carabiniere la competenza resta alla Procura di Brindisi, che coordina le indagini. Il gip ha poi convalidato l'arresto di Giannattasio. Durante le perquisizioni effettuate nella casa e nella ferramenta riconducibili a lui, gli investigatori hanno sequestrato anche 4 pistole semiautomatiche, di cui alcune con matricola abrasa, due revolver, un fucile a canne mozze, numerose munizioni di vario calibro, silenziatori artigianali, targhe di veicoli, cappucci, passamontagna, guanti, diversi telefoni cellulari, strumenti e materiali per la manutenzione e modifica delle armi.
Due agenti indagati per omicidio colposo come atto dovuto
Come atto dovuto, sono indagati per omicidio colposo (legato all'eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi) i due agenti della Polizia che il 12 giugno scorso si sono imbattuti nei due ricercati per la morte di Legrottaglie, ingaggiando il conflitto a fuoco con i fuggitivi in cui è morto Mastropietro. Ai due agenti, entrambi cinquantenni e in forza al commissariato di Grottaglie, sono stati notificati avvisi di garanzia, in vista dell'autopsia sul corpo di Mastropietro. Solo da indagati i due agenti possono infatti nominare difensori e periti in vista degli accertamenti irripetibili.
La ricostruzione dello scontro a fuoco con i fuggitivi
Intanto, gli investigatori sono tornati in contrada Le Monache, luogo dello scontro, per proseguire con rilievi tecnici alla ricerca di bossoli e altri elementi balistici. Il numero di colpi esplosi resta comunque elevato: sarebbero tra i 15 e i 20. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Mastropietro - già ferito a un braccio durante la prima sparatoria con i carabinieri - avrebbe continuato la fuga armato. Dopo aver ignorato l'ordine di gettare l'arma da parte degli agenti della polizia di Stato, avrebbe fatto fuoco ancora, puntando la pistola verso uno dei due poliziotti, che ha risposto al fuoco colpendolo al petto. Poco dopo è morto, nonostante i tentativi di rianimarlo. Giannattasio si è quindi arreso. La dinamica precisa dei fatti resta al vaglio della procura di Taranto, che sta verificando la legittimità dell'intervento e la corrispondenza tra l'azione degli agenti e la minaccia subita.