Fondi ad Hamas, domani interrogatorio di garanzia di Hannoun. Si indaga su file cancellati

Cronaca
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Oggi la visita in carcere degli avvocati. Intanto continuano le indagini che sembrano concentrarsi su una serie di file cancellati nei computer dell'organizzazione italiana che - secondo la Dda - ha inviato milioni di euro ad Hamas

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È stato fissato per domani mattina, 30 dicembre, alle 9, l'interrogatorio di garanzia di Mohammad Hannoun, il presidente dell'Associazione dei Palestinesi in Italia arrestato nell'ambito dell'operazione 'Domino' perché sospettato di essere a capo di un'organizzazione per il finanziamento di Hamas. Oggi invece è prevista la visita in carcere degli avvocati Emanuele Tambuscio e Fabio Sommovigo, che assieme all'avv. Rossi difendono Hannoun. Continuano intanto le indagini, che sembrano concentrarsi su una serie di file cancellati nei computer dell'organizzazione italiana che, secondo la Dda, ha inviato milioni di euro ad Hamas. 

Le indagini sui file cancellati

Si trattrebbe di possibili prove del sottobosco degli affiliati europei ai combattenti islamici, che sono state cancellate da oltre due anni. Ma che potrebbero essere ancora nelle mani di una persona, un loro "amico di fiducia". Un elemento che fa presagire nuovi sviluppi nell'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e della Procura di Genova. E gli investigatori, anche grazie ad un'attività sotto copertura che ha consentito di violare i server delle associazioni, hanno anche provato a ricostruire il percorso del flusso di soldi destinato alle brigate di Al Qassam - e almeno in un caso anche per Hezbollah - che circolava a volte sui camion umanitari. Dalle intercettazioni contenute nelle carte emerge che, per la paura di essere scoperti e arrestati, da tempo alcuni degli indagati - Mohammed Hannoun e Abu Falastine (il cui vero nome era Ra'Ed Hussny Mousa Dawoud) - avrebbero deciso di cancellare quanto era presente sul pc della sede dell'associazione La cupola in via Venini a Milano, uno dei collettori di denaro che sarebbero serviti a finanziare le attività del 'Movimento di resistenza islamica'.

Le inchieste

Oltre ai contenuti digitali, sono diversi gli elementi che, secondo l'accusa, confermerebbero l'adesione ad Hamas del gruppo in Italia. "Toufan al Aqsa, 7 ottobre 2023, è stato l'inizio della liberazione. Noi adesso siamo sulla strada della liberazione...", diceva Abu Falastine, considerato dalla sicurezza interna di Hamas un riferimento in Italia, il quale conservava anche un video dei tunnel sotto Gaza. Secondo l’accusa, l’'Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese', con sede a Genova, il cui responsabile è Mohammad Hannoun, il principale indagato, organizzava raccolte di denaro inviando non solo bonifici ad altre presunte charity. Spesso il denaro avrebbe viaggiato sui camion assieme agli alimenti che sarebbero poi entrati a Gaza: i soldi in contanti, che potevano arrivare anche a centinaia di migliaia di euro, giungevano nella Striscia passando per Il Cairo, Amman o Istanbul, sfruttando "alcuni dipendenti dell'associazione, utilizzando 'cash couriers' oppure ricorrendo a escamotage come delegazioni filantropiche". 

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