Affitti brevi, Tar boccia l’obbligo del controllo in presenza: sì a keybox e pulsantiere
CronacaIntroduzione
Il Tar del Lazio ha bocciato la stretta su keybox e pulsantiere per i gestori degli affitti brevi, respingendo l’obbligo a carico dei gestori delle strutture ricettive del controllo e del riconoscimento degli ospiti in presenza per il check in. Si torna indietro, quindi, anche se le associazioni di ricettività extralberghiera lo definiscono un decisivo passo in avanti. Sara Funaro, sindaca di Firenze, ha invece replicato: "Per i nostri regolamenti non cambia niente". Perplessità è stata espressa dall'Associazione nazionale funzionari di Polizia. La situazione
Quello che devi sapere
La decisione del Tar
Il Tar del Lazio ha quindi bocciato la stretta su keybox e pulsantiere introdotta dal governo Meloni per l’accoglienza degli ospiti degli affitti brevi. La circolare del ministero dell'Interno, emanata lo scorso 18 novembre, introduceva l'obbligo di riconoscimento fisico (“de visu”) degli ospiti delle abitazioni locate per brevi periodi, impedendo quindi il self check. Il Tar ha quindi annullato questa circolare
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Il dialogo
L'Aigab, l'organizzazione di categoria degli affittuari a breve termine, ha annunciato che ci sono già stati "contatti con il governo per mettere a disposizione il know how allo scopo di ottenere un pieno riconoscimento delle tecnologie da remoto utilizzate, dimostrando – ha aggiunto l’organizzazione – il nostro ruolo a supporto delle istituzioni"
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La sentenza
Secondo la sentenza dei giudici, "l'identificazione de visu non risulta di per sé in grado di garantire l'ordine e la sicurezza pubblica cui mira esplicitamente la circolare del Viminale". Inoltre, il documento del ministero dell’Interno "non contiene giustificazioni adeguate rispetto all'obbligo imposto, poiché genericamente viene fatto riferimento a una intensificazione delle cosiddette locazioni brevi su tutto il territorio nazionale, in ragione anche del Giubileo e per una difficile evoluzione della situazione internazionale, ma tali affermazioni non sono supportate da alcun dato, necessario proprio a dimostrare la proporzionalità della misura adottata"
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L’Aigab
La decisione del Tar è stata accolta con soddisfazione da Marco Celani, presidente dell'Aigab. "Nel merito la sentenza spiega che l'obbligo di identificazione de visu è in contrasto con la riduzione degli adempimenti amministrativi a carico di proprietari e imprese", ha commentato
La Federazione Fare
Ha espresso soddisfazione anche il presidente di Fare, la Federazione delle associazioni ricettività extralberghiera nazionale. “La sicurezza non può essere una scusa per rallentare l'evoluzione del settore e caricare di responsabilità improprie chi lavora nel rispetto della legge – ha detto Elia Rosciano –. Non ci siamo mai opposti alle regole ma solo alle regole sbagliate. Le regole servono, ma devono essere adeguate ai tempi moderni, alle sfide che ci attendono, per rendere il turismo italiano sempre più attraente e competitivo sul mercato internazionale. Oggi possiamo dire che la giustizia ci ha dato ragione"
I sindaci
Il pronunciamento del Tar è però un duro colpo per quei sindaci che avevano portato avanti la loro battaglia contro il “self check” e contro l'invasione di appartamenti per uso turistico che rischiano - secondo i timori di alcuni primi cittadini - di cambiare il volto di interi pezzi delle città e dei centri storici in particolare. Prima fra tutti la sindaca di Firenze Sara Funaro, alla quale si sono subito rivolti alcuni avversari politici: "Si tratta di una sentenza destinata a fare giurisprudenza e una pietra tombale sulle politiche anti locazioni turistiche messe in piedi dalla giunta comunale fiorentina. Chiediamo a Funaro di smantellare immediatamente la ridicola e inquisitoria task force sguinzagliata da Palazzo Vecchio al fine di fare controlli a tappeto negli appartamenti disponibili sulle piattaforme di affitti brevi", ha detto Marco Stella, capogruppo di Forza Italia in Regione Toscana
La reazione di Funaro
La sindaca di Firenze ha invece replicato: "Per i nostri regolamenti non cambia niente", quindi "noi continuiamo ad andare avanti". Poi Sara Funaro ha aggiunto: “Sia il regolamento che abbiamo fatto sulle keybox sia la regolamentazione degli affitti brevi, in particolar modo lo stop dell'area Unesco, rimangono validi perché la sentenza non tocca questi aspetti. Ricordo che noi, soprattutto sulle keybox, avevamo tenuta aperta la doppia strada: da una parte sulla sicurezza e dall'altra parte, nell'area Unesco, per le questioni di decoro estetico all'interno della città, per cui di fatto il divieto rimane attivo; così come andiamo avanti su tutta la parte della regolamentazione sugli affetti brevi, che è sulla base della legge regionale, e la sentenza non si è espressa su questo". Funaro si è anche detta convinta "che ci sia un tema di sicurezza, e che vada aperto un dialogo, un confronto per mettere in campo tutte le azioni per tutelare la sicurezza all'interno dei condomini, all'interno degli appartamenti dove vengono fatti gli affitti brevi. Noi viviamo in un Paese in cui se vai in un albergo devi registrarti e devi depositare il documento. Se prendi un appartamento in affitto devi depositare i documenti. Bisogna avere regole che siano regole uguali per tutti: però sta di fatto che i nostri regolamenti a oggi rimangono attivi"
Funzionari Polizia “perplessi”
Perplessità è stata espressa dall'Associazione nazionale funzionari di Polizia (Anfp). Si tratta di un pronunciamento che "non tiene conto dei rischi attuali" per la sicurezza, ha sottolineato il portavoce Girolamo Lacquaniti. "Le sentenze vanno rispettate ma non per questo sono escluse dalla possibilità di essere oggetto di analisi critica – ha aggiunto –. Rimaniamo perplessi per una sentenza che di fatto antepone la ‘riduzione degli adempimenti amministrativi a carico di imprese’ a scapito della sicurezza". Secondo l'Anfp, il "periodo storico e quanto avviene in molti Paesi anche vicini al nostro, ci sta imponendo da diverso tempo una altissima attenzione in tutte le attività di prevenzione e sicurezza". Per questo - ha aggiunto l’associazione - la circolare del ministero, "andando nel solco di quanto già previsto dall'articolo 109 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, mirava a un accertamento sicuro degli ospiti di strutture ricettive turistiche, così come avviene per quelle alberghiere". Dunque, ha concluso Lacquaniti, "al di là delle considerazioni di diritto, resta la grave deminutio in termini di sicurezza nazionale che questa sentenza determina"
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