Affitti brevi, novità per documenti e check-in. Cosa cambia da gennaio 2025

Economia
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Introduzione

Tutti gli immobili affittati per brevi periodi devono avere un Codice identificativo nazionale, chiamato Cin, e devono esporlo nello stabile del relativo immobile. Se non lo si fa, si può incappare in multe fino a 8 mila euro. Il tutto mentre continua a far discutere la recente circolare del ministero dell’Interno che ricorda ai locatori l’obbligo di identificare de visu gli ospiti, con annesse iniziative di rimozione delle keybox, vale a dire le cassette porta chiavi con codice segreto

Quello che devi sapere

Le novità

  • Novità per gli affitti brevi. Le nuove regole fissate quest’anno diventano operative da gennaio 2025 e sono molto stringenti: tutti gli immobili affittati per brevi periodi devono avere un Codice identificativo nazionale, chiamato Cin, e devono esporlo nello stabile dove l’immobile è collocato. Se non lo si fa, si può incappare in multe fino a 8 mila euro. Il tutto mentre continua a far discutere la recente circolare del ministero dell’Interno che ricorda ai locatori l’obbligo di identificare de visu gli ospiti, con annesse iniziative di rimozione delle keybox, vale a dire le cassette porta chiavi con codice segreto.

Per approfondire:

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Come fare domanda e l'iter da seguire

  • Per il Cin, è necessario presentare domanda sul portale del ministero dello Sviluppo e del made in Italy (impresainungiorno.gov). È qui che si fa richiesta per aprire un’attività d’impresa anche se si affitta la casa di proprietà dove si vive e lo si fa solo qualche volta su Airbnb. La domanda sul portale diventa di fatto una dichiarazione di inizio attività che viene girata automaticamente al Comune dove è accatastato l’immobile in questione. Dal momento in cui viene presentata la domanda, devono passare almeno 30 giorni in attesa che i Comuni rispondano. L’ok allo Sportello unico attività produttive (Suap), serve per avere il Cir, Codice Identificativo Regionale, propedeutico all’attivazione del Cin, Codice Identificativo Nazionale, rilasciato dal ministero del Turismo. Senza il Cin, come detto, dall’1 gennaio scatteranno le multe. Non solo, Airbnb escluderà automaticamente chi non ne è in possesso impedendo anche le prenotazioni.

No alle keybox

  • Il Ministero dell’Interno ha vietato l’uso del self check-in e delle keybox, ovvero le cassette di sicurezza dove i proprietari lasciano le chiavi dell’appartamento. Le ragioni derivano dal fatto che, come spiega il Viminale, contrastano con le norme sulla sicurezza nazionali ed europee. "Apprezzo molto l’iniziativa del Viminale – ha dichiarato il Ministro del Turismo Daniela Santanchè – è un passaggio essenziale per prevenire rischi e garantire un’esperienza turistica serena e positiva, sia ai visitatori che agli operatori"

No alle keybox

Basta check-in a distanza

  • La stretta sulle keybox non aiuta i gestori autonomi di affitti brevi (60-70% degli alloggi). Spesso le persone non sono fisicamente dove si trova l’immobile che affittano, e questo diventa da ora un grosso impedimento. Di fatto la Circolare ministeriale dell’Interno impone il divieto dei check-in a distanza, rendendo così inutile il ricorso a lucchetti e cassettine. Viene ribadito che "in un momento storico delicato a livello internazionale, caratterizzato da eventi che a vario modo impongono un elevato livello di allerta, si conferma l'obbligo posto a carico dei gestori di strutture ricettive di ogni genere o tipologia di verificare l'identità degli ospiti mediante verifica di viso della corrispondenza tra persone alloggiate e documenti forniti, comunicandola alla questura territorialmente competente"

Come comunicare i dati degli ospiti

  • I dati relativi alle generalità delle persone alloggiate devono essere comunicateattraverso il sistema "Alloggiati Web" entro le 24 ore successive all'arrivo degli ospiti, mentre per i soggiorni non superiori alle 24 ore la comunicazione deve avvenire entro le 6 ore successive. In caso di violazione, la sanzione prevede l'arresto fino a 3 mesi o l'ammenda fino ad 206 euro.

 

La situazione nelle grandi città

  • E per le iniziative nelle singole città? Come scrive Il Sole 24 Ore, per Marco Celani, presidente di Aigab (l’associazione italiana gestori affitti brevi) diverse misure cittadine sono da ritenersi ingiustificate o illegittime: "A Firenze, dove a maggio 2025 capiremo se il Tar continuerà a consentire l’apertura di nuove locazioni turistiche in centro, il ristoro Imu non è certo uno stimolo per il futuro. A Bologna, gli affitti brevi consentono la rigenerazione di case vuote che pesano ancora per l’11% sul totale delle abitazioni, e comunque gli annunci stabilmente online rappresentano solo lo 0,8% dello stock immobiliare cittadino. A Roma, il regolamento porterà a nuove restrizioni e con ogni probabilità verrà impugnato. A Venezia siamo favorevoli all’adesione volontaria ai codici di comportamento, ma contrari all’obbligo di check-in presenza, che porterebbe ad assembramenti di viaggiatori che stazionano in strada in attesa dell’operatore".

I dati sul Cin

  • A venerdì 20 dicembre, il Cin era stato rilasciato al 75% delle 563mila strutture registrate nella banca dati del ministero del Turismo, con Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige con le percentuali più alte. Bene anche Emilia Romagna e Toscana

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