Introduzione
I turisti optano più volentieri per l’affitto breve in un appartamento rispetto al soggiorno in un hotel: ad aprile il tasso di saturazione - ovvero di utilizzo - degli alloggi prenotabili tramite piattaforme online è stato del 30,9%, contro il 29,7% degli alberghi. A rilevarlo è Confedilizia che ha analizzato i dati messi a disposizione dal ministero del Turismo.
Ma affitti brevi spesso significa anche overtourism, un fenomeno che per più di un italiano su due impatta negativamente sulla vivibilità dei luoghi, secondo i dati di Ipsos presentati per i 130 anni di Touring Club Italiano. Inoltre per circa il 40% degli intervistati il sovraffollamento turistico è anche causa di tensioni tra residenti e turisti, di una pessima esperienza di visita e di danni agli ecosistemi.
Quello che devi sapere
Una tendenza in crescita
- Nei mesi successivi ad aprile, rileva Confedilizia, il gap fra affitti brevi e hotel si è allargato ulteriormente: a maggio è stato dell'1,3% (35,1% contro 33,8%); a giugno del 3% (38,6% contro 35,6%); a luglio è sceso allo 0,6% mentre in agosto è tornato a crescere al 3,6%, visto che il tasso di saturazione delle locazioni brevi è stato del 42,3% mentre quello degli hotel del 38,7%. Il vantaggio dei primi si è ulteriormente allargato a settembre e a ottobre, quando a essere occupati sono stati rispettivamente il 43% e il 40,6% degli appartamenti, a fronte del 37,2% e del 35,2% degli hotel
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Le recensioni
- Il dato più interessante però, evidenzia Confedilizia, è quello delle recensioni online: gli affitti brevi ricevono costantemente valutazioni più alte degli alberghi. Ad agosto, gli appartamenti hanno raggiunto una media di 85,2 punti su 100 mentre gli hotel si sono fermati a 84. Ad aprile e a settembre i primi hanno ottenuto rispettivamente 87,3 e 87,8, contro gli 84,7 e gli 85,3 delle strutture alberghiere. Il divario è stato massimo in ottobre, con una media per i primi di 85,9, contro 82,6 per i secondi. Inoltre, in quasi tutti i mesi il gradimento degli affitti brevi è salito rispetto allo stesso periodo del 2023
"Non una sostituzione ma un allargamento"
- Gli appartamenti da prenotare online, spiega l’associazione, "presentano una variabilità di soluzioni che non si riscontra negli alberghi e per questo rappresentano, più che una sostituzione dell'offerta delle strutture ricettive classiche, un allargamento della stessa, quanto mai necessaria in un momento di crescita e soprattutto diversificazione del turismo a livello mondiale". Infatti, sottolinea Confedilizia, i turisti stranieri lasciano più recensioni sugli affitti brevi che sugli hotel: ad agosto i giudizi internazionali sono stati il 48% del totale per gli appartamenti e il 43% per gli hotel
L’appello a evitare provvedimenti punitivi
- "Il buon senso richiederebbe che i decisori pubblici prendessero atto di questo e sapessero valorizzare i vantaggi collettivi dell'incremento dell'offerta - prosegue Confedilizia - Questo atteggiamento costruttivo sarebbe molto più utile al territorio e ai turisti rispetto ai provvedimenti punitivi, il cui danno all'economia e ai diritti di proprietari e consumatori si rivelerebbe, invece, maggiore dei supposti benefici"
Roma, Giubileo e affitti brevi
- Il tema degli affitti brevi però è delicato, specialmente per alcune città. È il caso di Roma, alle prese con il prossimo Giubileo: nella Capitale la domanda per l'affitto transitorio - che ha una durata di massimo 18 mesi, minimo 30 giorni - è aumentata del 65% secondo un rapporto di Immobiliare.it Insights. Una percentuale che rende Roma la città con l'incremento più alto per questa tipologia di locazione. E sono ben 24.912 gli appartamenti trasformati in Airbnb, secondo il progetto indipendente Inside Airbnb, con una media nell'ultimo anno di 216 euro a notte. Di questi, quasi il 99% è affittato a breve termine. E se trovare un'abitazione in affitto risulta essere sempre più difficile, anche mantenere la propria stanza nell'anno del Giubileo è complicato: tre studentesse - riporta Ansa - hanno raccontato "di essere state mandate via di casa" perché il proprietario "ha preferito rinunciare a 1.350 euro mensili per affittare a 200 euro a notte", proprio in previsione dell'Anno Santo. Inoltre nel quartiere Prati, tra via Germanico e via degli Scipioni, i residenti hanno deciso di salire sulle barricate e di "firmare nei condomini un divieto per le attività ricettive", fa sapere la responsabile di un'agenzia immobiliare a pochi passi da San Pietro, che racconta come "una piccola percentuale di persone" abbia rinunciato ad acquistare un'abitazione a causa degli appartamenti affittati a breve termine presenti sul pianerottolo: "Almeno due persone su dieci mostrano perplessità se ci sono locazioni turistiche"
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La battaglia di Firenze passa per la Tari
- C’è anche Firenze fra le città che affrontano le conseguenze del proliferare degli affitti turistici brevi. La sindaca Sara Funaro, in un’intervista a La Repubblica, ha detto di essere pronta ad alzare la Tari per chi gestisce più di quattro case, creando con il ricavato un fondo per abbassare la tariffa ai residenti: "Ho dato mandati agli uffici di lavorare per andare a differenziare la tariffa della Tari, sui rifiuti, per le case che vengono usate con finalità domestiche e quelle che vengono destinate ad attività ricettiva. Oggi chi gestisce 600 appartamenti paga la stessa Tari di una famiglia, e non è corretto. La normativa nazionale ci permette di agire su chi affitta più di quattro case". Sullo sfondo è in corso la battaglia legale sullo stop agli affitti brevi nel centro storico Unesco: la prima delibera che serviva ad arginare gli Airbnb venne fatta dall'allora sindaco Dario Nardella, poi decadde perché non nel nuovo Piano operativo; la seconda è stata portata mesi fa in Consiglio comunale da Funaro, ha ricevuto l'ok dall'assemblea cittadina ma sono stati presentati ricorsi al Tar. Intanto però Palazzo Vecchio ha ideato un piano in 10 punti "per un turismo sostenibile e una città a misura dei residenti": si va dal divieto di utilizzo delle keybox in area Unesco ai limiti ai veicoli atipici come le golf car, sempre più numerose in città. Tra le novità i criteri comuni per l'esposizione del Codice identificativo nazionale: il Cin, da esporre obbligatoriamente dall’1 gennaio 2025 all'esterno di ogni attività di locazione turistica breve, a Firenze dovrà essere scritto in nero su targhe di ottone della misura massima di 6x2 centimetri in area Unesco, e di 8x2 centimetri nelle zone esterne, all'interno di pulsantiere per i campanelli laddove presenti. Nel decalogo figurano anche l'implementazione dei controlli sui servizi turistici, un tavolo di lavoro permanente con stakeholder pubblici e privati e una cabina di regia per la programmazione di politiche sul turismo.
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