Affitti brevi, Airbnb rimuoverà dal sito gli annunci senza codice dal 2025. Cosa succede
EconomiaIntroduzione
Airbnb a favore del Cin. La piattaforma ha comunicato agli host italiani che chi non sarà provvisto di Codice identificativo nazionale vedrà il proprio annuncio rimosso a partire dal 2025. Una decisione che arriva dopo una serie di incontri tra il governo e i big del settore, come appunto Airbnb e Booking. Ecco cosa sapere
Quello che devi sapere
Le parole di Valentina Reino (Airbnb)
- "Il Cin rappresenta una soluzione semplificata e più fruibile per gli host rispetto alle normative locali frammentate, e consentirà alle autorità di avere maggiore trasparenza sulle dimensioni dell’ospitalità in casa nelle diverse aree geografiche. Siamo lieti di continuare a collaborare con il ministero del Turismo in questa fase di transizione dai codici regionali al codice identificativo nazionale, con l’obiettivo comune di un’implementazione agevole a beneficio degli host, delle città e del Paese", ha dichiarato Valentina Reino, Head of Public Policy di Airbnb Italia
Per approfondire: Affitti brevi, i turisti preferiscono gli appartamenti agli hotel. I DATI
Il supporto
- Ma come si supporteranno gli host con gli adempimenti? A questo proposito Airbnb ha attivato una linea di assistenza dedicata in collaborazione con l’associazione Altroconsumo e ha lanciato una campagna per offrire linee guida e risorse aggiuntive, oltre a fornire notifiche regolari e promemoria tramite l’applicazione
Cos’è il Cin
- Il Codice Identificativo Nazionale (Cin) è un’innovazione lanciata negli scorsi mesi dal ministero del Turismo per disciplinare il settore degli affitti brevi e turistici in Italia. Questo codice viene assegnato attraverso una procedura automatizzata, su richiesta del locatore o del soggetto titolare della struttura turistico ricettiva. Il Cin è destinato alle unità immobiliari ad uso abitativo dedicate a contratti di locazione per finalità turistiche, locazioni brevi e alle strutture turistico ricettive alberghiere ed extra alberghiere
Essere in regola con il Cin
- Per gli affitti brevi, con il Cin gli appartamenti dotati di bollino sono in regola dal punto di vista urbanistico e catastale, con i proprietari che provvedono a tutte le incombenze di legge come l'identificazione dei clienti alla raccolta e il versamento al Comune dell'imposta di soggiorno
I proprietari sono pronti?
- A partire dal prossimo anno ci sarà l'obbligo per gli immobili destinati all’affitto a breve termine di esporre il Cin, in modo tale da poter anche contrastare l'evasione fiscale e proteggere il consumatore da eventuali truffe. Secondo l’indagine di Facile.it, però, il 44% dei proprietari che dovranno esporre il Cin non ha ancora fatto richiesta per ottenerlo, mentre il 33% ha presentato domanda ma non lo ha ancora ricevuto
Obbligo per i proprietari di verificare l'identità degli ospiti
- Pochi giorni fa, in una circolare del capo della Polizia Vittorio Pisani inviata alle prefetture, si è comunicato che “in un momento storico delicato a livello internazionale caratterizzato da eventi che a vario modo impongono un elevato livello di allerta, si conferma l'obbligo posto a carico dei gestori di strutture ricettive di ogni genere o tipologia di verificare l'identità degli ospiti mediante verifica de visu della corrispondenza tra persone alloggiate e documenti forniti, comunicandola alla questura territorialmente competente entro 24 ore''
Le ragioni
- La ragione di tale circolare è connessa all'intensificazione del ''fenomeno delle locazioni brevi su tutto il territorio nazionale legate ai numerosi eventi politici, culturali e religiosi in programmazione nel Paese, anche in vista delle celebrazioni del Giubileo della Chiesa Cattolica previsto per la città di Roma a partire dal 24 dicembre 2024'' e della ''difficile situazione internazionale'', scrive Pisani. Per questo, ''emerge la necessità di attuare stringenti misure finalizzate a prevenire rischi per l'ordine e la sicurezza pubblica in relazione all'eventuale alloggiamento di persone pericolose o legate ad organizzazioni criminali o terroristiche''
Divieto di keybox a Firenze dal 2025
- La circolare, che cerca di limitare l'uso delle keybox nelle grandi città, è arrivata appena pochi giorni dopo la decisione dell’Amministrazione di Firenze di imporre alcune regole per combattere l’overtourism. Infatti, a partire dal 2025, ci sarà il divieto di apporre keybox, cioè cassette delle chiavi destinate ai turisti che affittano appartamenti per brevi periodi, in tutta l’area Unesco a Firenze
Le parole di Piantedosi
- “Io credo che il modello delle keybox sia da superare, perché è molto critico anche in termini di rispetto della normativa che impone una effettività del riconoscimento della persona che poi accede al servizio alberghiero", ha dichiarato il ministro dell'interno Matteo Piantedosi. Il titolare del Viminale, riguardo alle keybox, ha poi ricordato che "ci sono episodi che testimoniano che viene utilizzata per eludere la completa applicazione della norma. Per questo siamo partiti con questa direttiva, intendiamo poi rafforzare anche i controlli e progressivamente far in modo che sia affermato un controllo ordinario e meno elusivo"
L’impegno delle piattaforme
- Anche su questo tema Airbnb si è detta disposta a collaborare. Dal palco dell'assemblea Anci di Torino i responsabili della piattaforma hanno dichiarato di voler supportare le città - come Firenze, Roma e Venezia - nei loro sforzi per promuovere l'ospitalità di persona: "Questo include interventi per contrastare l'uso illegale di cassette portachiavi (keybox) in spazi pubblici come parchi o recinzioni, sia attraverso campagne educative sia sfruttando la rete di co-host di Airbnb presente sul territorio"
Per approfondire: Affitti brevi, stretta del Viminale sulle keybox: cosa cambia
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