Affitti brevi, stretta del Viminale sulle keybox: cosa cambia

Economia
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Introduzione

Stop all'identificazione da remoto degli ospiti delle strutture ricettive a breve termine mediante “trasmissione informatica delle copie dei documenti'' e all'accesso ''negli alloggi con codice di apertura automatizzata, ovvero tramite installazione di keybox all'ingresso''. Queste sono le indicazioni contenute nella circolare del capo della Polizia, Vittorio Pisani, inviata alle prefetture

Quello che devi sapere

Cosa cambia

  • ''In un momento storico delicato a livello internazionale caratterizzato da eventi che a vario modo impongono un elevato livello di allerta, si conferma l'obbligo posto a carico dei gestori di strutture ricettive di ogni genere o tipologia di verificare l'identità degli ospiti mediante verifica de visu della corrispondenza tra persone alloggiate e documenti forniti, comunicandola alla questura territorialmente competente entro 24 ore'', si sottolinea nella circolare

 

Per approfondire: Affitti brevi, a Firenze vietate le keybox dal 2025: ecco cosa cambia

Le ragioni

  • La ragione di tale circolare è connessa all'intensificazione del ''fenomeno delle locazioni brevi su tutto il territorio nazionale legate ai numerosi eventi politici, culturali e religiosi in programmazione nel Paese, anche in vista delle celebrazioni del Giubileo della Chiesa Cattolica previsto per la città di Roma a partire dal 24 dicembre 2024'' e della ''difficile situazione internazionale'', scrive Pisani. Per questo, ''emerge la necessità di attuare stringenti misure finalizzate a prevenire rischi per l'ordine e la sicurezza pubblica in relazione all'eventuale alloggiamento di persone pericolose o legate ad organizzazioni criminali o terroristiche''

Keybox modello da superare

  • “Io credo che sia un modello da superare, perché è molto critico anche in termini di rispetto della normativa che impone una effettività del riconoscimento della persona che poi accede al servizio alberghiero", ha dichiarato il ministro dell'interno Matteo Piantedosi al termine di una riunione nella sede della Prefettura di Venezia a proposito della normativa che impone il riconoscimento di persona dei turisti che giungono in città e non le keybox

Il rischio di elusione della norma

  • Il ministro Piantedosi, riguardo alle keybox, ha poi ricordato che "ci sono episodi che testimoniano che viene utilizzata per eludere la completa applicazione della norma. Per questo siamo partiti con questa direttiva, intendiamo poi rafforzare anche i controlli e progressivamente far in modo che sia affermato un controllo ordinario e meno elusivo". È stato poi posto al ministro il caso specifico dei b&b che, dopo una identificazione iniziale del cliente, non essendoci una portineria, non vedono altra identificazione nei giorni successivi. “Questo bisogna vedere perché teoricamente anche in un albergo potrebbe esserci che poi vi entri qualcuno di diverso, vorrà dire che chi deve esercitare questa attività dovrà fare in modo che ci sia una effettività del controllo". Per quanto riguarda le key box "non è tanto un problema di rimozione fisica ma che quel sistema non può funzionare così"

Le parole di Santanché

  • "Apprezzo molto l'iniziativa del Viminale e sottolineo la piena e proficua collaborazione con il ministro Piantedosi. La nuova circolare del Ministero dell'Interno sull'identificazione degli ospiti nelle strutture ricettive, infatti, è un passaggio essenziale per prevenire rischi e garantire un'esperienza turistica serena e positiva, sia ai visitatori che agli operatori. La cooperazione tra i nostri dicasteri è fondamentale per creare un ambiente sicuro e accogliente per tutti, specie in vista di importantissimi eventi come il Giubileo del 2025", ha dichiarato la ministra del Turismo Daniela Santanchè

Le parole di Furnaro

  • “Uno strumento utile e importante per far fronte a una questione sempre più sentita, ovvero la presenza delle keybox, che risponde anche alle richieste che avevamo fatto emergere nei giorni del G7 del Turismo a Firenze e che va nella direzione del lavoro che, come amministrazione fiorentina, abbiamo intrapreso con il 'decalogo' sul turismo sostenibile approvato in Giunta". Queste sono state le parole della sindaca di Firenze e delegata Anci Nazionale alle politiche abitative, Sara Funaro, che ha commentato la nuova circolare del Ministero dell'Interno sull'identificazione degli ospiti nelle strutture ricettive. "Le keybox rappresentano un problema sia sul fronte del decoro che su quello, fondamentale, della sicurezza dei cittadini", osserva ancora l'esponente Anci. "Da parte del ministro Piantedosi e della ministra Santanchè arriva su questo tema un segnale di attenzione. Lavorare su un turismo sempre più sostenibile e a misura di cittadino è un obiettivo da perseguire su cui la collaborazione interistituzionale è fondamentale", conclude Funaro

Divieto di keybox a Firenze dal 2025

  • Pochi giorni fa proprio l’Amministrazione della città fiorentina ha imposto alcune regole per combattere l’overtourism a partire dal 2025: tra queste c’è il divieto di apporre keybox, cioè cassette delle chiavi destinate ai turisti che affittano appartamenti per brevi periodi, in tutta l’area Unesco a Firenze

L’impegno di Airbnb

  • Sul tema si è registrato anche l'impegno della stessa Airbnb, che nei giorni scorsi dal palco dell'assemblea Anci di Torino aveva detto di voler supportare le città - come Firenze, Roma e Venezia - nei loro sforzi per promuovere l'ospitalità di persona: "Questo include interventi per contrastare l'uso illegale di cassette portachiavi (keybox) in spazi pubblici come parchi o recinzioni, sia attraverso campagne educative sia sfruttando la rete di co-host di Airbnb presente sul territorio"

Le parole di Leccese

  • Soddisfazione espressa anche dal sindaco di Bari, Vito Leccese. "Desidero esprimere un sincero ringraziamento al Ministro dell'Interno Piantedosi per l'attenzione dimostrata nei confronti del tema dei controlli in materia di locazioni brevi. La necessità dell'identificazione personale degli ospiti nasce per scongiurare rischi relativi alla sicurezza; tuttavia, è chiaro che si tratta di una regola che può contribuire a mitigare l'esplosione delle locazioni turistiche, che accelera i cosiddetti processi di gentrificazione di interi pezzi delle città e dei centri storici in particolare”

I problemi

  • Il sindaco di Bari, però, ci ha tenuto ad evidenziare anche i problemi ancora irrisolti, come "l'eccessiva apertura normativa riconosciuta allo strumento delle locazioni brevi e la 'bolla' delle locazioni brevi, che se da un lato svia l'attenzione rispetto alla necessità di migliorare i servizi per il turismo, dall'altro determina una concorrenza sleale tra operatori del sistema ricettivo e iniziative improvvisate che spesso si sottraggono sia alle regole in materia di conformità edilizia che a quelle fiscali

Le parole dell’Associazione italiana Affitti Brevi

  • Fuori dal coro l'associazione Italiana Gestori Affitti Brevi - Aigab che sottolinea: "Crediamo che i locker per le strade siano da eliminare e ben venga ogni controllo contro forme di abusivismo lesive di tutta la categoria. Tuttavia, riteniamo che il ministero degli interni, non sia a conoscenza del fatto che i software utilizzati da molti gestori professionali usino tecnologie di riconoscimento degli ospiti con tracciamento biometrico e codici Otp del tutto analoghe allo spid, agli accessi agli autonoleggi e ai conti correnti bancari. Non credendo che il Governo voglia mettere fine alla sharing economy in Italia, introdurre il riconoscimento fisico solo per gli affitti brevi sarebbe discriminante"

Dal 2025 arriva il Cin

  • Le keybox non sono l’unico fattore che cambierà a partire dal prossimo anno: dal 2025 gli immobili destinati all’affitto a breve termine dovranno esporre il Cin, il Codice identificativo nazionale, introdotto per individuare in modo univoco ogni struttura ricettiva in Italia, contrastare l'evasione fiscale e proteggere il consumatore da eventuali truffe. Secondo l’indagine di Facile.it, però, il 44% dei proprietari che dovranno esporre il Cin non ha ancora fatto richiesta per ottenerlo, mentre il 33% ha presentato domanda ma non lo ha ancora ricevuto

 

Per approfondire: Cin e affitti brevi, solo 1 proprietario su 5 è pronto alle nuove norme in vigore dal 2025