Omicidio Sharon Verzeni, processo a Moussa Sangare: accolta richiesta perizia psichiatrica
Cronaca
Il 31 enne - reo confesso del delitto della barista 33enne nel luglio 2024 a Terno d'Isola - è accusato di omicidio con le aggravanti dei futili motivi, della premeditazione e della minorata difesa. Nella prima udienza, i giudici della Corte d'Assise di Bergamo hanno accolto le richieste del suo legale: parlando di "atteggiamenti distaccati dalla realtà", ha chiesto una perizia sulla capacità di stare in giudizio e una sulla capacità di intendere e volere al momento del fatto. L’imputato in aula: “Sono innocente”
Ha preso il via alla Corte d'assise di Bergamo il processo con rito abbreviato per l’omicidio di Sharon Verzeni, uccisa nella notte fra il 29 e il 30 luglio 2024 a Terno d'Isola, nel Bergamasco, dal 31enne reo confesso Moussa Sangare. L’uomo, presente in aula, è accusato di omicidio con le aggravanti dei futili motivi, della premeditazione e della minorata difesa. Il suo legale, Giacomo Maj, ritiene che "abbia gravi problemi" e "atteggiamenti distaccati dalla realtà": per questo, l'avvocato ha chiesto una perizia psichiatrica. I giudici hanno accolto le sue richieste: il 15 marzo sarà nominato un perito per valutare sia la capacità di stare in giudizio di Sangare sia la sua capacità di intendere e di volere al momento dell'omicidio di Sharon Verzeni. "Sono innocente", ha detto l'uomo ai giudici, prima che la Corte d'Assise si ritirasse in camera di consiglio. Presenti in aula anche il padre, la madre, la sorella e il compagno della vittima, Sergio Ruocco. Dopo la decisione dei giudici di disporre la perizia psichiatrica, hanno detto di essere rimasti "sorpresi". Ma "confidiamo sempre nella giustizia", ha aggiunto il padre di Sharon Verzeni.
La prima udienza e il sì alla perizia psichiatrica
Durante la prima udienza del processo, quindi, il legale di Moussa Sangare ha chiesto una perizia psichiatrica sulla capacità di stare in giudizio e sulla capacità di intendere e di volere del suo assistito al momento del fatto. L’avvocato Giacomo Maj ha parlato di "atteggiamenti distaccati dalla realtà" di Sangare, in base ad alcune relazioni. I giudici hanno accolto le sue richieste. Il pm di Bergamo Emanuele Marchisio, invece, si era opposto alla concessione della perizia psichiatrica su Sangare per stabilire la sua imputabilità, mentre si era rimesso alla valutazione della Corte sulla sua capacità di intendere e di volere. Marchisio aveva sottolineato che l'uomo è stato dimesso dal reparto protetti a settembre e viene definito raziocinante e capace di capire la situazione nella quale si trova. Il pm aveva sottolineato come, dopo il delitto, Sangare si sia comportato "con una certa intelligenza": “È scappato, ha cambiato la bicicletta, si è tagliato i capelli". Ritenerlo incapace di stare in giudizio è una "forzatura logica", aveva aggiunto. Per quanto riguarda la capacità di intendere e di volere al momento dell'omicidio, il pm aveva spiegato che si tratta invece più di "apatia morale", ma si era affidato al giudizio della Corte. Il legale di parte civile Luigi Scudieri, che rappresenta i familiari della vittima, aveva invece chiesto di rigettare la perizia sia sotto il profilo della capacità di stare in giudizio sia sotto quello della capacità di intendere e di volere al momento del fatto.
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L’omicidio
Sharon Verzeni, barista di 33 anni, la sera fra il 29 e il 30 luglio scorsi era uscita dalla sua casa a Terno d’Isola per una passeggiata. All’improvviso era stata accoltellata al petto e alla schiena: era riuscita a chiamare il 112 e a dare l’allarme, ma è morta poco dopo essere stata soccorsa da alcuni passanti e trasportata d’urgenza all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

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L’arresto di Moussa Sangare
Per un mese i carabinieri esaminano la vita privata di Sharon Verzeni alla ricerca di un movente plausibile, senza trovare nulla, mentre a Terno d’Isola in molti si chiedono se ci sia un killer a piede libero. Per dare una spinta alle indagini viene anche profilato il Dna di diversi abitanti, in particolare quelli che abitano in via Castegnate dov’è avvenuto l’omicidio. A fine agosto l’attenzione si concentra su una persona in bicicletta che è stata ripresa dalle telecamere mentre percorre contromano via Castegnate nella direzione opposta rispetto al punto in cui Sharon è stata uccisa, proprio nei momenti successivi al delitto. Nella notte tra il 29 e il 30 agosto i carabinieri fermano Moussa Sangare, un 31enne italiano di origini maliane: è lui l'uomo in bicicletta. L’uomo confessa: "Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l'ho vista e l'ho uccisa".
