Omicidio Sharon Verzeni, fermato killer che confessa: "L'ho vista e l'ho uccisa"

Cronaca
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A un mese di distanza da quando la barista 33enne è stata uccisa a coltellate a Terno d'Isola, è stato individuato un uomo italiano, sui 30 anni: è la persona ripresa mentre si allontanava in bicicletta dalla scena del crimine la notte del delitto. Non conosceva Verzeni e non ci sarebbe alcun movente. Contestata la premeditazione: era uscito di casa con 4 coltelli. "L'obiettivo era evidente", ha detto la procuratrice aggiunta di Bergamo, Maria Cristina Rota. Aveva già cercato di accoltellare la sorella

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"Ho avuto un raptus improvviso. Non so spiegare perché sia successo, l'ho vista e l'ho uccisa". A un mese dall'omicidio a coltellate di Sharon Verzeni, avvenuto a Terno d'Isola, nel Bergamasco, nella notte tra il 29 e 30 luglio, il caso è arrivato a una svolta (TUTTE LE TAPPE DELLA VICENDA). Come confermato da Maria Cristina Rota, procuratore aggiunto a Bergamo, la scorsa notte è stato fermato "un cittadino italiano sui 30 anni, di origini estere". Non ha però precisato altri elementi sulle sue generalità: era emerso in precedenza che si tratterebbe di Moussa Sangare, residente a Suisio (con famiglia originaria del Mali). Prima è stato sentito come persona informata sui fatti, poi ha reso "dichiarazioni auto-indizianti": così è diventato indagato. È stato identificato come il soggetto ripreso dai sistemi di video sorveglianza mentre si trovava a bordo di una bicicletta e si allontanava velocemente dalla scena del crimine dell’omicidio. Non conosceva Verzeni e non ci sarebbe alcun movente preciso per l'omicidio, tantomeno "religioso, nè terroristico". Trovata la bici utilizzata per scappare dopo l'omicidio e anche l'arma del delitto, su indicazioni fornite dallo stesso indagato, vicino al fiume Adda. Lì aveva nascosto anche i vestiti che indossava la notte in cui ha ucciso Verzeni. Contestata la premeditazione: l'uomo è uscito di casa con quattro coltelli. "L'obiettivo era evidente, voleva colpire qualcuno", ha evidenziato Rota.

Il presunto killer ha minacciato 2 ragazzi prima di uccidere Verzeni

"Approfitto per lanciare un invito a due ragazzini di 15-16 anni nei cui confronti il presunto autore del fatto di sangue, come da lui dichiarato, prima di scegliere e individuare a caso come vittima la signora Verzeni avrebbe puntato il coltello minacciandoli. Erano presenti sulla scena del crimine e a oggi non si sono ancora presentati. Li invito a presentarsi in una caserma affinché foniscano un riscontro a quanto acquisito", ha detto la procuratrice Rota. "Ha desistito con i due ragazzini per poi incontrare Sharon Verzeni che si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Poteva essere lei come chiunque altro", ha aggiunto. 

Indagato ha cercato di accoltellare anche la sorella

Il killer, ha precisato la procuratrice Rota, è stato denunciato per maltrattamenti ai danni della madre e della sorella, che avrebbe cercato di accoltellare. "Né durante le dichiarazioni spontanee né durante l'interrogatorio" l'uomo, ha spiegato la procuratrice, "ha mai dimostrato di essere sotto l'effetto di sostanze alcoliche o di droghe". Si è detto "dispiaciuto per quello che ha fatto" e "si è liberato del peso del gesto che ha compiuto".

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Legale Sangare: "Verosimile problema psichiatrico" 

Si inizia intanto a parlare di un possibile problema psichiatrico dell'indagato. Un'ipotesi che il suo legale, Giacomo Maj, definisce "molto verosimile". Anche se, precisa, "è un discorso prematuro e sarà un tema da approfondire con consulenze ed un'eventuale richiesta di perizia, ma è comunque un aspetto questo rilevantissimo". Il difensore ha chiarito che il 31enne, nel corso dell'interrogatorio di confessione, ha continuato a ribadire che è stato "un gesto che nemmeno lui si spiega, una cosa senza senso, senza spiegazioni né motivazioni".

L'identificazione del fermato

L'indagato è stato identificato anche grazie alla collaborazione di "due cittadini stranieri che si trovavano su luogo", ha spiegato la procuratrice Rota. Si tratta di persone "di origine marocchine inseriti nel territorio, incensurati, due lavoratori che in realtà inizialmente si sono presentati per segnalare un'altra presenza strana. Poi è stata segnalata la presenza del ciclista su cui si è lavorato". Nessuno avrebbe però assistito al momento dell'accoltellamento.

Le parole dei familiari di Sharon

"La notizia ci solleva e spazza via anche tutte le e speculazioni che sono state fatte sulla vita di Sharon", hanno detto a Bottanuco i famigliari di Sharon Verzeni, dopo il fermo dell'uomo che ha confessato il delitto. In precedenza i familiari della barista 33enne avevano ringraziato "la cittadinanza, il sindaco di Terno d'Isola e i volontari del Mu.Re. per la collaborazione, diretta a consentire agli inquirenti gli opportuni accertamenti sui luoghi del delitto”. "Dopo un mese di incertezza la notizia mi ha dato un po' di sollievo perché cancella tutte le insinuazioni dette su di noi. Nessuno mi ridarà Sharon ma manterrò sempre vivo il suo ricordo e so che mi aiuterà a proseguire la mia vita", ha detto Sergio Ruocco, il compagno di Sharon Verzeni.

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