Avviso di garanzia anche a Nordio, Piantedosi e Mantovano. Almasri è il comandante libico accusato di crimini contro l'umanità dalla Corte dell'Aja arrestato e poi rilasciato e riaccompagnato a Tripoli su un volo di Stato. "Non sono ricattabile, non mi faccio intimidire. Vado avanti senza paura", dice la premier. Il centrodestra fa quadrato: "Ripicca dei magistrati". Schlein: “Venga in Aula e dica la verità”. Renzi: "Meloni fa la vittima". Conte: "Il solito complottismo". Anm: "Atto dovuto, politica ha frainteso"
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La presidente del Consiglio Meloni indagata dalla Procura di Roma per peculato e favoreggiamento sul caso Almasri, il comandante libico accusato di crimini contro l'umanità dalla Corte dell'Aja arrestato e poi rilasciato e riaccompagnato a Tripoli su un volo di Stato. "Non sono ricattabile, non mi faccio intimidire. Vado avanti senza paura", dice la premier in un video diffuso sui social per dare la notizia. Iscritti anche i ministri della Giustizia Nordio e dell'Interno Piantedosi e il sottosegretario Mantovano. Meloni e i ministri hanno deciso di nominare come unico legale l'avvocata Giulia Bongiorno.
L'iniziativa della Procura nasce da un esposto dell'avvocato Li Gotti, già parte civile nel processo per Piazza Fontana e legale della famiglia Calabresi, sottosegretario del governo Prodi, poi con Italia dei valori, che sottolinea: "Ho fatto una scelta giudiziaria, non politica". Il centrodestra fa quadrato: "Una ripicca dei magistrati". Schlein: “Meloni venga in Aula e dica la verità”. Renzi attacca: "Meloni fa la vittima". Conte: "Il solito complottismo". L'Anm: "Atto dovuto, la politica ha frainteso". I lavori di Camera e Senato sospesi fino a martedì prossimo, 4 febbraio, quando è prevista una nuova riunione dei capigruppo. Ministro Ciriani: “Il governo non scappa da nessun confronto con il Parlamento. Informativa ci sarà. Proviamo a farla il più presto possibile”.
Gli approfondimenti:
- Chi è Almasri, il tortutatore di Mitiga in Libia
- Meloni indagata, dagli atti alla decisione del Tribunale dei ministri. Cosa succede adesso
- Luigi Li Gotti, chi è l'avvocato che ha denunciato Meloni
- Meloni indagata, Tajani: "Sembra ripicca delle toghe". Schlein: "Premier venga in Aula"
- L'annuncio di Giorgia Meloni su Instagram: "Indagata, non mi lascio intimidire". VIDEO
- Almasri, perché l'Italia ha scarcerato il libico accusato di crimini contro l'umanità
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Donzelli: “Quello della procura è un atto voluto”
"Quello della procura non è un atto dovuto, è un atto voluto, ovviamente liberi di farlo. Noi abbiamo l'atto dovuto, che è quello di portare avanti la riforma della giustizia, difendere i confini e fare l'interesse agli italiani". Così il responsabile organizzazione di Fdi e vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli, ospite su Rai1. "Capisco le difficoltà dell'opposizione che deve a tutti i costi attaccare Giorgia Meloni, l'invidia, la gelosia per il successo internazionale, ma - ha sottolineato Donzelli - semplicemente non è stato il governo a scarcerare questa persona, è stata la Corte d'Appello. Quello che ha fatto il governo, una volta scarcerato, è stato portarla in Libia e non tenerla in Italia. Giustamente, Nordio cosa poteva fare? Nordio poteva e doveva, e lo stava facendo, studiare, approfondire documenti, la Corte Penale Internazionale ci ha messo mesi a valutarli. Nel frattempo è stato scarcerato. Per fortuna il governo ha provveduto immediatamente. Voi speravate le opposizioni che ci fosse un incidente diplomatico con la Libia perché siete gelosi, arrabbiati, invidiosi dei rapporti che l'Italia sta creando con il Nord Africa. Perché invece di pensare all'interesse degli italiani, pensate solo a fare polemica". Il ministro della Giustizia, ha concluso, non poteva fare altro perché "la Corte Penale Internazionale non ha mandato i documenti a Nordio".
Appendino (M5s): Meloni “è sotto ricatto”
"Siamo di fronte a una Giorgia Meloni che come al solito evoca il complotto, che cerca il nemico, ma questo è un atto dovuto come hanno detto molti esperti del settore, il punto è che noi abbiamo un governo che è con le spalle al muro, che in cinque giorni ha dato tre versioni diverse dei fatti perché non sa spiegare l'inspiegabile, e cioè che la presidente del Consiglio è sotto ricatto e per questo ha voluto liberare, rispedire in patria, con un volo di Stato, a spese nostre, un criminale, torturatore, stupratore di bambini perché di questo si tratta e allora io me ne vergogno e francamente penso che di questo debba rispondere agli italiani anziché nascondersi". Così la vicepresidente del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino, ospite su Rai1. "Anziché cercare il nemico e prendersela con il giudice, dite la verità agli italiani e spiegateci perché il ministro Nordio, che sta facendo una riforma che non risolve i problemi dei cittadini, che era informato come dicono tutti gli atti, ha scarcerato questa persona? Perché non ha emesso un altro mandato d'arresto? Perché l'ha rimandato in patria? Di questo deve rispondere", ha aggiunto Appendino. Altrimenti, ha detto ancora, "a proposito di migranti viene da pensare che il blocco navale di cui parlava" Fdi "non era bloccare le navi in mare, non era in qualche modo usare i centri costruiti in Albania spendendo miliardi di euro inutili degli italiani, sa cos'era? Era fare accordi proprio sui migranti, per non farli partire, con uno stupratore di bambini. Io penso che sia una vergogna e di questo devono rispondere. Meloni farebbe bella figura ad ammettere che è scesa a patti con questa persona".
Schlein: “Devono dire la verità al Paese”
In assenza del governo "c'era qualcuno oggi in Parlamento a fare una informativa sulla Libia e sono le vittime delle torture di Almasri che sono venute con le loro testimonianze a raccontare cosa ha voluto dire dentro quei centri di detenzione prendere le botte da questo criminale", ha detto la leader del Pd Elly Schlein sui social. "Giorgia Meloni e i suoi ministri - ha aggiunto - devono dire la verità al Paese su quello che è accaduto perché non si possono nascondere dietro altre responsabilità, dietro l'attacco alla magistratura". “È evidente - ha proseguito - che mentono quando negano che è stata una scelta politica del governo italiano liberare e riportare con il rimpatrio più veloce della storia d'Italia questo torturatore libico a casa nel suo Paese". "Insieme a tutte le altre opposizioni - ha detto ancora - abbiamo chiesto a Giorgia Meloni e i suoi ministri di venire a riferire in Aula e continueremo a insistere per chiarire perché dichiarano la guerra ai trafficanti e poi li riaccompagnano a casa, perché il ministro Nordio non ha risposto ai magistrati e la sua inerzia ha prodotto la scarcerazione e non sono andati a riarrestarlo e perché c'era un aereo già pronto da ore prima ad aspettarlo per riportarlo in Libia". "Il ministro Piantedosi - ha concluso - ha detto che è un problema di sicurezza nazionale, l'ha detto anche Meloni ma la domanda è: se crea un problema di sicurezza in Italia non lo crea in Libia dove può continuare a torturare? Noi continueremo a insistere".
Schlein: “Quello che è accaduto oggi in Parlamento è vergognoso”
"Quello che è accaduto oggi in Parlamento è vergognoso". Lo ha detto la leader del Pd Elly Schlein sui social. "Giorgia Meloni e i suoi ministri – ha sottolineato la leader del Pd – dovevano venire in Aula davanti al Paese a chiarire perché è stato liberato e rimandato in Libia un torturatore libico che era stato arrestato per un mandato di arresto della corte penale internazionale e invece" Meloni "pensa di cavarsela con un video sui social in stile Salvini. Avevano deciso di mandare i ministri e oggi anche i ministri sono spariti" ma "insieme a tutte le altre opposizioni abbiamo chiesto che Giorgia Meloni ai suoi ministri di venire a riferire in Aula e continueremo a insistere".
Renzi: “Meloni scappa dal Parlamento”
"Giorgia Meloni parla sui social ma scappa dal Parlamento. Qualcosa non torna. Se davvero è convinta di aver fatto l'interesse nazionale venga a dirlo a voce alta alla Camera e al Senato. Ha la maggioranza. Perché allora scappa? Di cosa ha paura? Basta vittimismo, faccia politica se ha davvero coraggio". Lo ha scritto sui social il leader di Iv Matteo Renzi.
Silenzio e preoccupazione al Quirinale
Preoccupazione elevata, silenzio scontato, necessità, più volte ribadita ma a quanto pare inascoltata, di coltivare "armonia tra le Istituzioni" anche per poter promuovere fiducia tra i cittadini. È questa l'atmosfera che regna al Quirinale in queste ore, con uno scontro tra politica e magistratura che ha superato ampiamente il livello di guardia e una tensione tra maggioranza e opposizione che ha portato a una semiparalisi dei lavori parlamentari, che in Aula riprenderanno alla Camera la prossima settimana e al Senato quella successiva, con soprattutto l'impossibilità di procedere domani alla nuova votazione per l'elezione dei giudici della Corte costituzionale. Senza dimenticare che la cosiddetta vicenda Almasri, oltre alle conseguenze che sta determinando nel dibattito politico-istituzionale interno, porta con sé delicate ripercussioni a livello internazionale. Domani il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è atteso a Scandicci, in provincia di Firenze, per partecipare alla cerimonia per l’inaugurazione dei corsi dei magistrati ordinari in tirocinio e dell’anno formativo 2025 della Scuola superiore della magistratura. Un'occasione che, senza riferimenti all'attualità, potrebbe rappresentare l'occasione per ribadire concetti più volte espressi riguardo le prerogative e i limiti dei vari poteri istituzionali. In questi dieci anni il presidente della Repubblica ha avuto modo di ripetere a più riprese quale debba essere il corretto modus operandi istituzionale e di spendersi per cercare di riportare su binari corretti il dibattito nelle e tra le istituzioni.
Orlando: Meloni contro magistrati per non parlarne
"La comunicazione ricevuta da Meloni non è neanche così eccezionale come l'enfasi che lei vuole indicare perché io da ministro ho ricevuto diversi avvisi di garanzia, col governo Draghi ricevemmo tutti un avviso di garanzia dalla Procura di Trieste per quanto riguardava il decreto sul greenpass. Si può decidere comunicativamente di dire che la magistratura valuti oppure di parlare di complotto della magistratura. Meloni ha seguito la seconda strada perché questo le consente di parlare del conflitto con la magistratura e non della questione del libico rimpatriato". Lo ha detto l'ex ministro della Giustizia ed esponente Pd Andrea Orlando, su La7. "A me pare semplicemente che Meloni sia in imbarazzo nei confronti della Corte penale internazionale – ha osservato Orlando –, per la prima volta l'Italia non dà corso alla decisione di un organismo internazionale che ha voluto, che ha implementato, che ha sostenuto nel corso del tempo e in qualche modo devia l'attenzione dell'opinione pubblica in questa direzione". "Il ministro ha raccontato in Parlamento che lo hanno rimpatriato per ragioni di sicurezza - continua parlando di Almasri -. Perché l'Italia non è in grado di garantire che non nuoccia alla comunità? La domanda da farsi e dalla quale Meloni vuole sfuggire è: la sicurezza di chi? In Italia qualcuno è preoccupato che questo libico possa parlare?". Sulla mancata informativa di Nordio e Piantedosi in Parlamento ha aggiunto: "Secondo me si crea un precedente abbastanza importante dal punto di vista del rapporto tra il governo e il Parlamento perché se tutte le volte che c'è un procedimento aperto gli interessati possono dire che quel procedimento può creare una fuga di notizie, quindi violare il segreto istruttorio, e per questo dilazionano di riferire in aula, si modificano anche le prassi parlamentari. Chi riferisce in Parlamento non lo fa perché lo decide ma perché è tenuto a farlo da una prassi parlamentare".
Bongiorno nominata legale su caso Almasri
Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovani hanno quindi nominato Giulia Bongiorno come unica legale. Bongiorno, che è senatrice della Lega e presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, ha difeso il vicepremier Matteo Salvini nel processo Open Arms a Palermo, ottenendo per l'ex ministro dell'Interno l'assoluzione il 20 dicembre scorso. In quel procedimento a sostenere l'accusa per la Procura di Palermo inizialmente è stato Francesco Lo Voi, nominato poi a fine 2021 procuratore capo di Roma, veste in cui ieri il magistrato ha inviato a Meloni, Mantovano e ai ministri Nordio e Piantedosi la comunicazione di iscrizione nel registro delle notizie di reato in quanto persone indagate per il caso Almasri, inoltrando gli atti al Tribunale dei ministri, come previsto dall'articolo 6 della legge costituzionale numero 1 del 16 gennaio 1989. Secondo la stessa norma, la premier, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e i ministri possono presentare memorie al collegio o chiedere di essere ascoltati.
Maiorino (M5S): “Chi pensano di prendere in giro?”
"I ministri Nordio e Piantedosi ci fanno sapere che 'in ossequio alla procedura e nel rispetto del segreto istruttorio, non sarà possibile rendere le informative previste nella giornata di oggi'. Ma chi pensano di prendere in giro? La presidente del Consiglio Giorgia Meloni se n'è infischiata del segreto istruttorio, mentre mandava sui social un video dalla postura quasi eversiva in cui, pronunciando una sequenza incredibile di falsità, attaccava come un toro alla corrida il procuratore Lo Voi e tutta la magistratura, dopo essersi nascosta dietro altri atti dei giudici per non spiegare perché il governo non ha voluto consegnare Almasri alla Corte Penale Internazionale. La verità è che non sanno più che pesci prendere, dopo aver rilasciato una dozzina di dichiarazioni diverse e ora scappano come conigli di fronte alla propria incapacità. La verità è che hanno precipitato il Paese nella vergogna internazionale e ora cercano ogni scusa per rimpallare le enormi responsabilità politiche che ricadono sulle loro teste". Così, in una nota, la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato.
Bignami: pretestuoso parlare di fuga da parte del governo
"La decisione del governo di differire l'informativa prevista per oggi è evidentemente correlata alla scelta della Procura di Roma di iscrivere nel registro degli indagati il presidente del Consiglio Meloni, i due ministri Piantedosi e Nordio e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Mantovano. Una scelta esorbitante ed eclatante, che giunge a poche ore dalla clamorosa protesta di alcuni giudici contro la riforma della Giustizia. Il governo aveva dato la piena disponibilità a riferire in Aula con i ministri dell'Interno e della Giustizia, a dimostrazione della volontà di tenere informato il Parlamento su questa vicenda. Parlare di fuga, dunque, appare assai pretestuoso. Quello che rammarica è come ancora una volta la sinistra, incapace di elaborare una proposta politica seria e attendibile, si accodi alle iniziative di una parte di una magistratura ideologizzata". Lo ha detto Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.
Pd: governo non si nasconda dietro segreto istruttorio
"Giorgia Meloni e i suoi ministri non si nascondano dietro la scusa del segreto istruttorio. Ministri di questo governo e di governi precedenti hanno riferito in Parlamento pur raggiunti da una comunicazione di iscrizione nel registro degli indagati. Noi chiediamo di conoscere le motivazioni politiche di una scelta che ha permesso che un criminale fosse riaccompagnato in Libia con un aereo di Stato. Il governo ha il dovere di venire a riferire in Parlamento e di assumersi le proprie responsabilità". Lo ha detto il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia.
Unione camere penali: “Scelta della procura di Roma è stata sbagliata”
"Questa scelta della procura di Roma è stata sbagliata, perché in questo modo sulla vicenda Almasri i ministri sono stati sottratti al confronto con il Parlamento. Ma non credo che ci siano orologerie nascoste dietro questi interventi della magistratura". Lo ha detto il presidente dell'Unione camere penali, Francesco Petrelli, in merito all'avviso ai vertici di governo della denuncia sul caso di Almasri. "Credo che nelle condotte e nelle scelte del governo sul caso Almasri vi siano delle evidenti opacità, che però andavano sciolte nelle sede opportuna che è quella parlamentare. Siamo perplessi del fatto che questioni, le quali evidentemente sono il frutto di scelte di natura politica, possano essere disinvoltamente assoggettate a un sindacato della giurisdizione", ha aggiunto.
Meloni e ministri nominano Bongiorno legale su caso Almasri
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i ministri dell'Interno Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti Alfredo Mantovano, secondo quanto si apprende, hanno deciso congiuntamente di nominare quale unico legale l'avvocata Giulia Bongiorno. Una scelta che "sottolinea la compattezza del governo anche nell'esercizio dei propri diritti di difesa". Bongiorno in mattinata è stata vista entrare a Palazzo Chigi.
Pd: Santanchè è venuta a riferire in Aula con indagini in corso
"Per noi non esiste la motivazione che siccome i ministri e la presidente del Consiglio abbiano ricevuto una iscrizione al registro degli indagati non possano venire in Parlamento. È successo per un membro di questo governo per ben due volte, la ministra Santanchè è venuta a riferire in Aula con indagini e inchieste in corso. Quindi chiediamo che vengano loro e si assumano la piena responsabilità di questo fatto gravissimo". Lo ha detto al termine della capigruppo la presidente del gruppo del Pd Chiara Braga.
Faraone (IV): “Con Meloni Parlamento luogo dell'oblio”
"Col governo Meloni il Parlamento è diventato il luogo dell'oblio". Lo ha detto il presidente dei deputati di Italia Viva Davide Faraone durante la conferenza dei capigruppo. "Mentre gli esponenti del governo, capigruppo e parlamentari di maggioranza commentano ovunque questa vicenda - nei talk show, con dirette e post sui social -, il Parlamento è divenuto luogo del silenzio, dell'omertà. È inaccettabile. Meloni, non altri, venga immediatamente a riferire in Aula su una vicenda che resta politicamente opaca", ha concluso.
Ricciardi (M5S): Meloni si scherma dietro suoi ministri
"Un criminale accusato di aver stuprato un bambino viene messo su un volo di Stato a nostre spese e viene riportato a casa sua sano e salvo. Questo ha fatto il governo Meloni e la premier invece di venire in Parlamento a metterci la faccia si scherma dietro il corpo dei suoi ministri. Questa è una vergogna di proporzioni inaudite ed è uno scandalo colossale", ha detto il capogruppo del M5S alla Camera Riccardo Ricciardi, conversando con i cronisti fuori Montecitorio.
Nordio al Copasir: non si è parlato del caso Almasri
A quanto si apprende, nell'audizione di oggi al Copasir del ministro della Giustizia Carlo Nordio, durata circa un'ora e un quarto, non si è affrontata la vicenda del libico Osama Njeem Almasri, sulla base di interlocuzioni preliminari che il presidente del Comitato, Lorenzo Guerini, ha avuto con il guardasigilli. L'audizione si è svolta quindi sugli altri punti precedentemente convenuti. Sul caso Almasri il Copasir svolgerà comunque un approfondimento.
Ciriani: “Governo non scappa da confronto con il Parlamento”
Luca Ciriani, ministro ai Rapporti con il Parlamento, ha assicurato che l’informativa ci sarà. "Il governo non scappa da nessun confronto con il Parlamento", ha detto, "oggi eravamo pronti a riferire, c'è però una questione nuova, eclatante, credo senza precedenti. Un'informazione di garanzia" e "c'è la necessità da parte del governo di riflettere un attimo su cosa e quando riferire al Parlamento. Appena possibile comunicheremo al presidente della Camera chi e quando riferirà". Serve "solo differire qualche giorno", ha aggiunto. "Si sta valutando se è opportuno o no" che siano Nordio e Piantedosi "e questo vale a maggior ragione per la premier", ha spiegato. E ancora: "Proviamo a farla il più presto possibile, non c'è nessun tentativo dilatorio, evasivo o di rinviare. Speriamo anche prima della capigruppo di martedì di comunicare" alle Camere i dettagli dell'informativa. "Il mio impegno è a farlo il più presto possibile, compatibilmente con la necessità di approfondire delle questioni di cui stanno parlando e trattando a Palazzo Chigi", ha aggiunto Ciriani.
Le testimonianze dei rifugiati
Del caso Almasri ha parlato anche David Yambio, sudanese, portavoce di Refugees in Libya. L’ha fatto durante una conferenza stampa organizzata dalle opposizioni alla Camera, nella quale alcuni rifugiati hanno raccontato la loro esperienza e le torture subite da Almasri. "In qualità di sopravvissuti e vittime di Osama Almasri chiediamo la cessazione immediata di tutti gli accordi tra Italia e Libia che consentono abusi nei confronti dei migranti; un impegno pubblico per chiedere il rilascio di tutti coloro che sono ancora imprigionati a Mitiga e in altri centri di detenzione in Libia; una spiegazione ufficiale del perché Almasri, che il governo italiano e in particolare Piantedosi ha definito pericoloso, sia stato rilasciato invece di essere consegnato alla Corte penale internazionale" e ancora "un percorso legale per i migranti intrappolati nei centri di detenzione libici, compresa la riapertura dell'Ambasciata Italiana a Tripoli per l'ottenimento di visti umanitari", ha detto David Yambio. L'organizzazione ha scritto una lettera con queste cinque richieste alla premier Meloni e ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano. Alcune persone hanno mostrato le loro immagini mentre tentavano di fuggire da Mitiga. "Almasri ci ha picchiato, ci ha torturato per giorni", ha detto Lam Magok raccontando anche di essere stato costretto a rimuovere cadaveri di persone morte nel campo, "è una cosa che non dimenticherò mai e che è impensabile che uno sia costretto a fare. Chiediamo giustizia", ha aggiunto. "Lo shock è stato enorme - ha sottolineato - quando ho appreso che ad Almasri era stato concesso di tornare in Libia. Ho sentito dire a Giorgia Meloni è una madre e una cristiana e le chiedo da madre come è stato possibile liberare una persona che tortura e uccide anche bambini tutti i giorni". Alla conferenza stampa promossa da Avs presenti, tra gli altri, Nicola Fratoianni, Elly Schlein, Riccardo Magi, Maria Elena Boschi e Vittoria Baldino.
Pd: “Governo sfugge al Parlamento”
"Il governo ha deciso ancora una volta di sfuggire dal Parlamento, di scappare. Non è stata data alcuna disponibilità a riferire come previsto dal calendario oggi, adducendo la motivazione che hanno bisogno di studiare le carte. I lavori dunque si interromperanno dopo il qt ed è già convocata una conferenza dei capigruppo martedì alle 13, prima di riprendere i lavori, per avere garanzie sull'informativa" sul caso Almasri. Lo ha spiegato, al termine della capigruppo, la presidente del gruppo Pd alla Camera Chiara Braga. "Continuiamo a chiedere che sia Meloni a chiarire i fatti, non sui social", "anche in questa occasione il Parlamento è stato umiliato", ha aggiunto.
Nordio-Piantedosi: "Impossibili informative di oggi"
I ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi hanno inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato per comunicare che "a seguito dell'informazione di garanzia ricevuta, in ossequio alla procedura e nel rispetto del segreto istruttorio, non sarà possibile rendere le informative previste" oggi sul caso Almasri. Lo riferisce il ministro ai Rapporti col Parlamento Luca Ciriani dopo la riunione dei capogruppo alla Camera.
Lavori della Camera sospesi fino a martedì 4 febbraio
Anche i lavori dell'Aula della Camera - oltre a quelli del Senato - saranno sospesi dopo il question time e fino a martedì prossimo, 4 febbraio, quando è prevista una nuova riunione dei capigruppo. Oggi non si terrà alcuna informativa del governo sul caso Almasri e per questo le opposizioni hanno chiesto indicazioni precise, nella prossima capigruppo, su chi verrà ad informare il Parlamento prima di riprendere l'attività ordinaria. Salta quindi anche la riunione congiunta del Parlamento per l'elezione dei giudizi costituzionali prevista per domani. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Li Gotti: "Ho denunciato perché indignato dalle menzogne"
"Ho fatto questa denuncia perché mi sono indignato di sentire menzogne come ad esempio il fatto che il ministro Nordio non sapesse del caso Almasri: non è vero che lo ha saputo dopo. Nel provvedimento della Corte d'Appello di Roma ci sono le scansioni temporali e c'è scritto che il ministro sapeva dal 19 gennaio, giorno in cui è stato arrestato il generale libico", ha detto l'avvocato Luigi Li Gotti ospite a Un Giorno da Pecora su Radio 1. Il penalista ha aggiunto che la Corte d'Appello della Capitale ha "successivamente sollecitato Nordio ad esprimere una sua opinione essendo lui l'interfaccia della Corte Internazionale. A questo punto bisogna chiedersi come mai il Falcon, con cui è stato rimpatriato Almasri, è stato autorizzato a partire dalla Presidenza del Consiglio alle 11.14 quando la decisione della Corte d'Appello non era stata ancora presa: vuol dire che era già tutto deciso e che il ministro non avrebbe risposto". Nel corso del suo intervento Li Gotti ha poi affermato che "non c'è alcun suggeritore" dietro la decisione di presentare la denuncia. "L'unica persona con cui ho parlato è stata mia moglie che mi ha detto 'sei un folle'", ha raccontato.
Ex giudice Cpi: "Italia rischia procedura violazione statuto"
In merito a possibili misure di ritorsione della Cpi nei confronti dell'Italia per il caso Almasri, l'ex giudice della Cpi Cuno Tarfusser spiega che la Corte "non può irrogare sanzioni agli Stati", ma "applica le norme che gli Stati - tra cui l'Italia - hanno scritto. E le norme evidenziano che - nell'ambito della cooperazione a cui tutti gli Stati sono obbligati - se questa cooperazione viene meno, la corte apre un procedimento nei confronti dello Stato che non ha cooperato, o che è accusato o ritenuto non aver cooperato, e si apre un procedimento di accertamento - o meno - dell'avvenuta violazione degli obblighi statutari". "All'esito, quindi, si chiederà all'Italia di giustificare i motivi. Se questi motivi non sono ritenuti adeguati, la Corte emetterà una decisione in cui accerta la violazione dello Statuto di Roma, e trasmette questa decisione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e all'Assemblea degli Stati aderenti allo Statuto di Roma, che poi provvederanno o meno" alle conseguenze, prosegue Tarfusser. "Certamente non c'è scritto in queste norme che la Corte può erogare delle sanzioni di qualunque tipo allo Stato". Nel concreto "saranno decisioni politiche, certamente non giudiziarie. L'unica decisione giudiziaria è quella dell'accertamento della violazione".
L'ex giudice Cpi: "Corte trasparente, nessun complotto"
"Non c'è stato nessun cortocircuito" nella procedura di richiesta di arresto della Cpi per Almasri: "È un passaggio che richiede giorni perché bisogna che il mandato di cattura sia ben scritto, sia ben motivato, vanno studiati gli atti". Nel frattempo "il catturando gira l'Europa e la Corte non sa esattamente dove sia". La Cpi "infatti ha informato sei Paesi, non solo l'Italia. Non c'è nulla di anormale in tutto questo. Nessuna dietrologia, nessun complottismo sull'Italia perché c'è Meloni". Lo spiega all'Ansa Cuno Tarfusser, ex giudice della Cpi, ribadendo che il comportamento della Corte è stato "assolutamente trasparente".
Iniziata l'audizione di Nordio al Copasir
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è arrivato al Copasir per essere ascoltato in un'audizione programmata da tempo. I membri del Comitato potrebbero chiedere al Guardasigilli anche informazioni relative al caso Almasri.
Dopo il voto su mozione Autonomia, oggi stop ai lavori in Senato
"Abbiamo deciso di completare la discussione sulla mozione dell'autonomia differenziata e dopodiché si sospende l'Aula, in attesa di una conferenza dei capigruppo che si farà martedì alle 15. Poi non ci sarà più attività d'aula". Così il capogruppo del M5s al Senato, Stefano Patuanelli, sulla scelta di interrompere i lavori per dare un messaggio al governo sul caso Almasri. Dovrebbe quindi saltare anche il question time previsto domani pomeriggio in Aula con i ministri Salvini, Pichetto e Casellati.
M5s: "Ciriani pronto a riferire in Aula? Non ci basta"
C'è stata la disponibilità del ministro per i Rapporti con il Parlamento, Ciriani, a venirci a riferire in giornata, a dirci il nulla probabilmente. Ma comunque non l'abbiamo colta: è del tutto evidente che non è sufficiente una comunicazione dei ministri e non è chiaro come un governo, da un lato possa dire che per rispetto nei confronti della magistratura, non possa far venire Nordio e Piantedosi, e dall'altro il presidente del Consiglio attacchi frontalmente la magistratura nel video di ieri. Non è chiaro come il ministro Ciriani possa venire a dire cose che non possono dire Nordio e Piantedosi, se può leggerlo Ciriani anche gli altri possono farlo". Così il capogruppo del M5s al Senato, Stefano Patuanelli sulla 'protesta' delle opposizioni sul caso Almasri. Poi ha aggiunto: "Noi vogliamo la verità su quanto successo e magari pretenderemmo che la presidente del Consiglio, quando fa i video, dicesse la verità: non è un avviso di garanzia, ma una comunicazione. Personalmente mi è capitato in epoca Covid, tutti i ministri del governo Conte 2 e del governo Draghi hanno avuto denunce da parte di cittadini e nessuno di noi ha mai fatto un video dicendo che c'è un complotto internazionale dietro".
Conte: "Lo Voi con Falcone e Borsellino, per Meloni un fallito"
"Lo Voi, per intenderci, ha lavorato con Falcone e Borsellino, ha fatto condannare mandanti e esecutori dell'assassinio di don Puglisi e ieri è stato accusato di essere un giudice fallito: è stato detto che, per un atto dovuto, Lo Voi l'ha messa sotto ricatto, si è parlato di intimidazione, è una vergogna", ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte in una diretta social commentando il caso Almasri. "Meloni già a Gedda, mentre si inchinava davanti all'altro criminale bin Salman, disse che la liberazione di quel criminale libico è colpa della magistratura, anche questo è falso: è il ministro che deve dare impulso e seguito. Qui c'è un governo che non dà seguito ad un mandato internazionale, l'intelligence non c'entra nulla", ha aggiunto.
Luigi Li Gotti, chi è l'avvocato che ha denunciato Meloni
Una denuncia di due pagine, messa all'attenzione dei magistrati della Procura di Roma il 23 gennaio, due giorni dopo la scarcerazione e l'espulsione dal territorio italiano del generale libico Abish Almasri. Un atto firmato dal penalista Luigi Li Gotti in cui si chiede di procedere nei confronti della premier e di alcuni ministri. IL PROFILO
Capigruppo Senato, l'Aula sarà sospesa fino al 4/2
L'aula del Senato sarà sospesa fino a martedì 4 febbraio: è quanto hanno chiesto le opposizioni e quello che ha deciso la conferenza dei capigruppo, dopo le mancate informative dei ministri Nordio e Piantedosi sul rimpatrio del generale libico Almasri e l'inchiesta in cui è coinvolta la premier Giorgia Meloni. "Non andremo avanti con i lavori finché il governo non chiarirà i contorni della vicenda, che non è solo giudiziaria ma essenzialmente politica e molto grave", ha detto il capogruppo del Pd, Francesco Boccia, al termine della riunione e parlando insieme ai colleghi del M5s, Avs e Italia viva. La prossima capigruppo è stata convocata martedì alle 15.
Salis: "Operazione infame, governo dovrebbe dimettersi"
"Al di là delle questioni giudiziarie, che non intendo commentare, trovo sconcertante sentire Meloni affermare che l'Italia diventa un paese migliore quando un trafficante e torturatore viene aiutato a farla franca. Questa affermazione rivela molto sulla visione del mondo di questa destra. Un governo con un minimo di integrità morale, dopo un'operazione tanto infame, dovrebbe dimettersi all'istante", dice anche l'eurodeputata di Avs, Ilaria Salis.
Magi: "Finchè Meloni non riferisce, lavori Aula non vadano avanti"
"Non è possibile proseguire con i lavori di questa mattina fintanto che non vi sarà un chiarimento su quello che è accaduto ieri e su quando la Presidente del Consiglio intenda venire a riferire di fronte al parlamento sui gravissimi fatti legati al rilascio e al rimpatrio con volo di Stato di un personaggio delle forze dell'ordine, il generale libico Almasri, accusato dalla Corte Penale Internazionale di gravissimi reati - ha detto nell'Aula di Montecitorio il segretario di +Europa, Riccardo Magi - Meloni ieri ha ritenuto di pubblicare un video che, a nostro avviso, è un condensato di falsità nella ricostruzione dei fatti e uno sfoggio di prepotenza e di arroganza senza precedenti. Pensare che quel video possa sostituirsi a un confronto nel luogo centrale per la democrazia parlamentare che è quest'aula e l'aula del Senato è qualcosa di inaccettabile". "Ci sono delle domande enormi - prosegue - che quest'Aula ha il diritto di porre al governo e ha il diritto di avere delle risposte e il governo ha il dovere di fornire quelle risposte: riguardano responsabilità politiche che gravano su un governo di un paese che ha ospitato la conferenza istitutiva della Cpi. Vogliono sostituire la comunicazione della Presidente del Consiglio a mezzo social al luogo della democrazia parlamentare, ma per noi non è possibile andare avanti con i lavori della Camera fintanto che non vi sarà una disponibilità della Presidente del Consiglio a venire in quest'Aula".
Boccia: "Governo riferisca, Parlamento non è stato abolito"
"Ieri sera insieme al video ci è stato comunicato che i ministri Piantedosi e Nordio non sarebbero venuti a riferire sulla vicenda Almasri. È l'ennesima umiliazione del Parlamento. Il governo non pensi di sottrarsi alle proprie responsabilità perché il Parlamento non è stato abolito - ha attaccato il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, intervenuto in Aula - E la comunicazione ricevuta da Giorgia Meloni e dai ministri non c'entra nulla con il doveroso rapporto tra governo e Parlamento. Sono 10 gironi che aspettiamo di sapere perché un criminale sia stato scarcerato e ricondotto in Libia su un aereo di Stato. Il governo deve assumersi la responsabilità di quello che ha fatto. Pensa che per gestire le politiche migratorie sia necessario scendere a patti con il regime libico? Lo dica in aula. Giorgia Meloni e i suoi ministri stanno scappando dai loro doveri. Ma non si permettano di trasformare una vicenda politica in un complotto contro il governo. Giorgia Meloni ha peccato di presunzione e arroganza. Per questo chiediamo una conferenza dei capigruppo e che il governo venga in aula. Ci aspettiamo che la Presidente del Consiglio invece di rispondere con i video risponda in Parlamento".
Anm: "Denuncia su Almasri non è stata ritenuta fantasiosa"
"La comunicazione di avvenuta trasmissione degli atti al tribunale dei ministri è un atto dovuto, contemplato da una legge costituzionale che prevede che l'attività di indagine venga svolta dal tribunale dei ministri e non dalla procura della Repubblica. Solo in caso di denunce manifestamente infondate e fantasiose ci potrebbe forse essere un margine ridottissimo di valutazione ed evidentemente non è stato ritenuto un caso rientrante in quella tipologia", ha fatto sapere il segretario generale dell'Anm Salvatore Cascuaro all'Ansa in merito al caso Almasri.
Morawiecki: "Contro Meloni una magistratocrazia, io so cos'è"
"Posso dire che ho subito io stesso un attacco della magistratura in Polonia e so bene di cosa si tratta. Le tendenze 'magistratocrazia', come mi piace chiamarla, sta diventando un problema crescente e non dovrebbe essere così". Lo ha detto il presidente di Ecr, Mateusz Morawiecki, parlando all'Ansa a margine dell'evento 'Make Europe Great Again' i corso a Bruxelles. "I magistrati hanno il loro ruolo in democrazia ma non possono decidere su tutto. Combattere la migrazione illegale è una prerogativa degli Stati, che sia Italia o Polonia. Meloni deve avere il potere di combattere la migrazione illegale nell'interesse dell'Italia, non è compito dei giudici decidere come fare", ha concluso Morawiecki.
Zangrillo: "Uniti e compatti con Meloni"
"Il clima del Cdm era ottimo. La posizione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ci vede assolutamente uniti e compatti. La vicenda a volerne dare una lettura benevola è surreale", ha assicurato il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. parlando a Start su Sky TG24. "I fatti sono evidenti, c'è una persona che gira in Europa liberamente, poi la Corte penale internazionale si accorge che è un pericoloso terrorista, arriva in Italia e viene arrestato su indicazione della Corte penale. C'è un difetto di procedura che non consente di tenerlo in carcere e c'è una decisione politica del Governo per estradare questa persona. C'è un tema di sicurezza nazionale. L'accusa di favoreggiamento e peculato è surreale". "I toni usati da Meloni - dice - sono corretti, dobbiamo rendere conto innanzi tutto ai cittadini. Sono molto preoccupato del clima che si sta creando nel Paese. Ci sono una serie di eventi che non aiutano a creare concordia istituzionale. Parlo delle manifestazioni contro il Governo e delle manifestazioni degli studenti universitari che sfociano in violenza e alla posizione assunta dal segretario di uno dei piu importanti sindacati che incita alla rivolta sociale. Bisogna abbassare i toni".
Protesta opposizioni, Aula Camera sospesa fino alle 15
Dopo le proteste delle opposizioni, che hanno chiesto di anticipare la riunione dei capigruppo per avere chiarimenti sull'informativa in Aula sul caso Almasri o di "interrompere tutto" fino ad allora, la seduta dell'assemblea della Camera è stata sospesa. "C'è una ritirata, non viene la Meloni e non vengono neanche gli altri due" ministri a chiarire su Almasri, "si va avanti come se nulla fosse. Noi non siamo a vostra disposizione!", ha detto Davide Faraone (Iv) che ha proposto di "interrompere tutto, senza parlare d'altro fino alle 14" quando è prevista la riunione dei capigruppo. "Per noi non è possibile andare avanti con i lavori della Camera fino a quando non ci sarà una disponibilità della presidente del Consiglio a venire in quest'Aula", ha rincarato la dose Riccardo Magi di Più Europa. "Noi chiediamo che la capigruppo venga anticipata", ha ribadito Luana Zanella (Avs). "Siamo governati da inetti che quando non sanno dove aggrapparsi danno la colpa all'universo mondo", l'accusa di Riccardo Ricciardi del M5s. "Non possiamo ridurci con i capigruppo che apprendono dalle agenzie di stampa il cambio di programma sull'informativa. È in gioco la dignità di questa istituzione, chiudiamo il Parlamento?", ha detto Matteo Richetti (Azione). "Sospendo la seduta fino alle ore 15, la riunione dei capigruppo è confermata per le ore 14, in modo da dare la possibilità al ministro Ciriani di parteciparvi", ha risposto a questo punto il presidente di turno Fabio Rampelli.
Celotto: "L'avviso di notizia non va per forza iscritto"
"Sicuramente l'avviso di notizia non deve essere necessariamente comunicato e iscritto. Ricordiamo anche che però una volta che viene iscritto questo atto si chiama avviso di garanzia", ha spiegato il costituzionalista Alfonso Celotto, ad Agorà Rai Tre, a proposito dell'indagine che riguarda Giorgia Meloni, i ministri Nordio e Piantedosi e il sottosegretario Mantovano relativa al caso Almasri.
Santanchè: "L'indagine su Meloni è vergognosa"
Sul caso è intervenuta anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè: "Non so se è una ripicca, non posso giudicarlo. Trovo che sia una cosa veramente vergognosa indagare il premier, gli altri ministri, il sottosegretario per aver fatto cosa? Difendere la sicurezza della nostra nazione. Poi lascio la parola agli italiani che sapranno giudicare molto bene l'operato di Giorgia Meloni", ha detto a margine di un evento sul turismo al Villaggio Italia di Gedda.
Roccella: "Avviso garanzia a Meloni è stato atto voluto"
"È sorprendente questo avviso, o non avviso, di garanzia perché non è vero che è automatico e che doveva esserci l'iscrizione nel registro degli indagati. È chiaramente qualcosa che è stato voluto", ha detto la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella durante la trasmissione Ping Pong'su Rai Radio 1. "La magistratura - ha aggiunto -rivendica la propria autonomia e poi dice che questo è un fatto automatico, un fatto dovuto. Non lo è, si poteva tranquillamente archiviare. La premier ha fatto veramente bene a ribadire immediatamente la gravità della cosa e a dire non sono ricattabile".
Caso Almasri, Sala: "Mi auguro Meloni non abbia conseguenze". VIDEO
Sul caso Almasri "dico due cose: la prima è che noi abbiamo liberato un boia e quindi credo che il governo debba riferire in parlamento sulle ragioni di questa liberazione, è stato addirittura rimpatriato con un aereo di Stato. Ci sono ragioni politiche?", ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe, Sala a Sky TG24. "La seconda è che certamente non mi auguro che Giorgia Meloni possa avere conseguenze da questa indagine", ha concluso.
Ascani: "Doverose spiegazioni del governo su 'sicurezza nazionale'"
"Non è delle vicende giudiziarie che i partiti devono discutere, alimentando attacchi alla magistratura e teorie surreali del complotto. Il tema centrale nella questione Almasri è il significato dell'espressione 'sicurezza nazionale' utilizzata dalla Presidente del Consiglio nel video che ha registrato ieri - ha commentato ad Agorà Anna Ascani, vicepresidente della Camera e deputata dem - Perché Giorgia Meloni ritiene che il torturatore libico fosse pericoloso in Italia e non in Libia, dove avrebbe stuprato innocenti e trattato coi trafficanti di esseri umani? Perché è stato rilasciato e accompagnato a casa con un volo di Stato? È su questo che dobbiamo avere risposte. Risposte che non abbiamo avuto e non avremo dato che i ministri Piantedosi e Nordio oggi non verranno, come invece era previsto, a riferire in Parlamento. E trovo che questo sia gravissimo perché il Parlamento italiano ha il diritto di sapere cosa si nasconde dietro quella espressione 'sicurezza nazionale' che, per come viene usata dal governo, pare nascondere una ricattabilità dell'Italia rispetto alla quale i cittadini hanno diritto di essere informati, non con un video di due minuti sui social".
Bonelli: "Meloni fugge dal Parlamento e fa comizi sui social"
"La premier fugge dal Parlamento ma va sui social per fare propaganda. È gravissimo che il governo non si presenti in Parlamento a spiegare perché ha liberato con aerei di Stato un criminale, assassino e stupratore. Ed è ancora più grave che la presidente Meloni faccia del vittimismo e affermi di non essere ricattabile, quando in realtà lo è dai libici, così come lo è l'Italia, perché altrimenti chiuderebbero le forniture di gas o farebbero arrivare qualche barcone in più in Italia - ha attaccato Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, ospite ad Agorà - Ha trasformato una comunicazione dovuta in propaganda politica, attaccando i giudici per coprire la vergogna di aver liberato un criminale. Se il governo avesse detto la verità sin dall'inizio, non saremmo in questa situazione. Devono dire al Paese perché il governo ha consentito la liberazione di un criminale, un torturatore, stupratore, anche di minorenni. Meloni aveva detto che avrebbe inseguito i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, in realtà li ha riportati a casa con l'aereo di Stato. Inaudito si dia la colpa ai giudici della scarcerazione quando la voluta omissione del ministro Nordio, che si è tenuto nel cassetto la richiesta della Corte penale, dimostra che il ministero aveva gli atti per il mandato di arresto e non lo hanno fatto". "Per il governo - ha aggiunto - è tutta strumentalizzazione politica, anche i giudici della Corte penale sono strumentalizzati secondo Meloni. Non riescono a dire la verità. Meloni si definisce mamma, ma ha permesso la scarcerazione di un criminale di questo tipo. Ha accusato anche me di essere amico dei trafficanti di esseri umani, ma ricorderemo tutti l'immagine di Almasri che scende dall'aereo con il tricolore alle spalle".
Abascal: "Sostegno a Meloni di fronte al nuovo attacco"
"In tutte le nazioni ci sono strutture dello Stato profondo disposte a perseguitare i governi democratici solo per aver difeso la sicurezza, l'interesse nazionale e il loro popolo. Tutto il nostro sostegno a Giorgia Meloni di fronte a questo nuovo attacco". Lo scrive in un post pubblicato su X Santiago Abascal, leader del partito spagnolo Vox, in commento alla notizia dell'iscrizione sul registro degli indagati della premier.
Vertice a Palazzo Chigi con Meloni
Un vertice di governo, a quanto si apprende, è previsto a breve a Palazzo Chigi. Partecipano la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il vicepremier Antonio Tajani e altri ministri. Fonti dell'esecutivo escludono che il tema della riunione sia il caso Almasri. Potrebbe trattarsi, a quanto si apprende, di una riunione sul dossier immigrazione.
Opposizioni: "Governo venga in Aula, subito una capigruppo"
"Non ci sono giustificazioni plausibili per sottrarsi al confronto nella sede preposta su un tema così grave e rilevante per il Paese; tentare di eludere le proprie responsabilità è un comportamento intollerabile e irrispettoso nei confronti delle istituzioni democratiche", scrivono i capigruppo di opposizione alla Camera in una lettera indirizzata al presidente di Montecitorio Lorenzo Fontana, a seguito "dell'annullamento dell'informativa dei ministri della Giustizia e dell'Interno in merito alla nota vicenda del cittadino libico Almasri", chiedendo "l'immediata convocazione della Conferenza dei capigruppo. "Riteniamo, infatti, che tale questione, indipendentemente dal suo risvolto giudiziario, richieda chiarimenti adeguati ed esaustivi da rendere tempestivamente in sede parlamentare", scrivono nella lettera a Fontana i capigruppo di opposizione Chiara Braga (Pd), Riccardo Ricciardi (M5s), Luana Zanella (Avs) Matteo Richetti (Azione) Davide Faraone (Iv) e Riccardo Magi (Più Europa) a proposito dell'informativa sul caso Almasri. "Confidiamo, pertanto, in una immediata convocazione della riunione dei capigruppo, prima di procedere all'inizio dei lavori dell'Assemblea, al fine di confermare la già prevista informativa del Governo".
Arianna Meloni: "Avanti sorella mia, sei il nostro orgoglio"
Su Instagram arriva anche il sostegno alla premier dalla sorella Arianna: "Anni di vergogna, derisione rassegnazione. Poi l'Italia rialza improvvisamente la testa. Fiera, rispettata, ascoltata, guardata come un modello. Tante cose ancora da risolvere, certo, ma una speranza che improvvisamente divampa. Un orgoglio che torna, impetuoso, e tante, tante persone che si rimettono a remare, tutte nella stessa direzione. Si può fare! Si può ancora stupire e crescere! Si può tornare grandi! Solo che alcuni non lo possono accettare. Perché in un'Italia così non c'è più spazio per la meschinità. E perché, per alcuni, dovessero anche rimanere solo macerie, l'importante è continuare a perpetuare la loro fetta di potere". "Ma la storia è fatta di uomini e donne, di piccoli passi e scelte quotidiane - conclude - È tempo che le persone perbene di questa martoriata Nazione scelgano da che parte stare. Avanti sorella mia, sei il nostro orgoglio!".
Meloni: "Prosegue l'impegno per difendere l'Italia"
"Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni - ha scritto stamattina la presidente del Consiglio Giorgia Meloni su X - Quando sono in gioco la sicurezza della Nazione e l’interesse degli italiani, non esiste spazio per passi indietro. Dritti per la nostra strada".
Serracchiani: "Meloni spieghi perché ha liberato un criminale"
"Non compete a noi entrare nella vicenda giudiziaria, quello spetta ai magistrati. Abbiamo però fior di elementi per affermare che ci sono evidenti responsabilità politiche del governo e della presidente del Consiglio", dice in un'intervista a Repubblica Debora Serracchiani, deputata del Pd con delega alla Giustizia nella segretaria Schlein, commentando la vicenda Almasri su cui chiede che Giorgia Meloni vada "a riferire in Aula: deve spiegare al Paese perché hanno deciso di rimettere in libertà il capo della polizia giudiziaria libica, accusato di reati gravissimi dalla Corte penale internazionale". "Mi pare che come al solito siamo di fronte a una prima ministra a cui piace fare la vittima, abilissima nel raccontare mezze verità. E dire, soprattutto, falsità - prosegue commentando il video di Meloni sui social - Non è vero che ha ricevuto un avviso di garanzia, ma solo una comunicazione dovuta per legge. E non è nemmeno vero che non è ricattabile". "Se è vero che nei giorni in cui Almasri è stato arrestato abbiamo avuto un picco di sbarchi dalla Libia, si può dedurre che siamo di fronte a una decisione politica - conclude Serracchiani - orientata a scongiurare una massiccia ondata migratoria. Altroché se è ricattabile".
Tajani: "Ogni volta che si tocca la giustizia parte l'attacco"
Il vicepremier Tajani lega tutto alla protesta dei magistrati per la riforma della giustizia. "Sicuramente sì. E non si capisce questa protesta. I magistrati hanno le loro sedi per esprimere le proprie posizioni su una riforma - spiega ancora - ma non possono emanare atti come un avviso di garanzia per opporsi a un governo. Perché la democrazia si fonda sulla separazione dei poteri, che qui sta saltando per attacchi e toni sempre più alti". "Ogni volta che si tocca qualcosa sulla giustizia, parte l'attacco. Fu così contro Berlusconi, poi per Salvini, ora tocca a Meloni", conclude Tajani.
Tajani: "Dai magistrati un proditorio attacco al governo"
"È un proditorio attacco al governo attuato da quella magistratura che non tollera che ci sia una riforma della giustizia". Lo spiega in un'intervista al Corriere della Sera il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, dopo l'invio dell'avviso di garanzia alla premier Meloni, ai ministri Nordio e Piantedosi e al sottosegretario Mantovano per il caso Almasri, che secondo il leader di Forza Italia "ricorda tanto quando Berlusconi nel '94 ricevette l'avviso di garanzia a Napoli mentre presiedeva il vertice Onu sulla criminalità". "Proprio alla vigilia del dibattito parlamentare sulla vicenda Almasri, quando i ministri dell'Interno e della Giustizia stanno andando per presentarsi in Parlamento per illustrare la vicenda, arriva un avviso senza alcun senso - prosegue - Un avviso su un fatto politico con questa tempistica. Inchiesta su esposto di un avvocato della sinistra accolto dal pm che aveva già indagato Salvini con i risultati che vediamo, e di quella fazione di magistrati che all'apertura dell'anno giudiziario hanno sfilato con la Costituzione in mano per protesta, un atto inaudito. Questo avviso è un pericoloso soffiare sul fuoco, non da uomini delle istituzioni".
Li Gotti: "Nordio non ha risposto"
Sul Corriere della Sera Li Gotti ribadisce poi che "dicono che Almasri è stato espulso per motivi di sicurezza, perché scarcerato dalla Corte d'appello. Ma la Corte ha sollecitato il ministro. Ha cercato l'interlocuzione. Lui non ha risposto. È stato inerte. Ma era già tutto organizzato. E la prova è che nel frattempo un Falcon è stato mandato a Torino. Allora perché il ministro dice che stava consultando il fascicolo?". Meloni ha citato i suoi clienti "Buscetta, Brusca e altri mafiosi" e lui li rivendica: "Ho difeso tanti collaboratori di giustizia. Ma anche la famiglia Calabresi, la scorta di Moro e sono stato parte civile al processo di piazza Fontana", dice.
Li Gotti: "Ho solo raccontato cos'è accaduto"
Su Repubblica Li Gotti difende la sua azione. "Io mi sono limitato a raccontare cosa è accaduto in quei giorni, allegando anche articoli di stampa - dice - Credo che ci siano gli estremi per valutare possibili condotte sia di favoreggiamento sia di peculato".
Li Gotti: "L'Italia ha liberato un boia"
"Liberare il generale Almasri è una scelta peggiore di quella di Trump. Il presidente americano ha incatenato i migranti, noi abbiamo scarcerato un boia", spiega in un'intervista a La Stampa Luigi Li Gotti, ex politico e avvocato che ha denunciato la premier Giorgia Meloni e i ministri coinvolti. E ora risponde agli attacchi del centrodestra. "Come cittadino mi sono sentito ingannato - prosegue - L'Italia ha liberato un boia. E sono state dette innumerevoli bugie". Come ad esempio "che non eravamo stati informati". Meloni l'ha attaccato pubblicamente definendolo un ex politico di sinistra vicino a Prodi. "Sono stato sottosegretario alla Giustizia dal 2006 al 2008 con il governo Prodi", chiarisce. Li Gotti è stato però anche militante dell'Msi. "Noi eravamo della corrente di sinistra, ci rifacevamo a un parlamentare dell'Msi che era Luigi Filosa", dice. La premier ha detto che la decisione di scarcerare il generale è stata dei giudici romani, ma, secondo Li Gotti, "sa benissimo che non è così. Perché prima che la magistratura intervenisse, avevano già preparato un aereo?".
Li Gotti: "Ho fatto una scelta giudiziaria , non politica"
Una scelta politica, la denuncia della presidente del Consiglio Meloni per il caso Almasri? "Ho fatto una scelta giudiziaria. Da comune cittadino, non posso chiedere dimissioni. Ho visto aspetti di possibile reità e ho fatto una denuncia, doverosa", ha detto l'avvocato Luigi Li Gotti a Radio 24. E alla domanda se dietro l'iniziativa ci sia Romano Prodi, nel cui governo è stato sottosegretario, l'avvocato ha risposto: "Non ci ho mai parlato in vita mia con Prodi. Io rispondo alla mia coscienza". Quanto all'accusa di aver difeso mafiosi, "ho fatto diverse cose tra cui anche la difesa di collaboratori di giustizia. Fu Falcone a chiedermi se ero disposto a assumere la difesa di Francesco Marino Mannoia perche era rimasto senza difesa e io per dovere deontologico ho accettato", ha replicato Li Gotti, ricordando tra le sue difese quella dei familiari dei carabinieri uccisi in via Fani, e delle vittime di Piazza Fontana e della famiglia Calabresi.
Almasri, perché l'Italia ha scarcerato il libico accusato di crimini contro l'umanità?
La decisione del governo italiano di ignorare il mandato di arresto per il generale Najem Osama Almasri, capo della polizia giudiziaria libica e responsabile del centro di detenzione di Mitiga, è chiarita in una dichiarazione del procuratore generale di Roma nell’ordinanza che ha disposto l’immediata scarcerazione di Almasri, arrestato negli scorsi giorni a Torino: "Il Procuratore generale chiede che codesta Corte dichiari l'irritualità dell'arresto in quanto non preceduto dalle interlocuzioni con il ministro della Giustizia, titolare dei rapporti con la Corte penale internazionale". L'ARTICOLO COMPLETO
L'annuncio di Giorgia Meloni su Instagram: "Indagata, non mi lascio intimidire". VIDEO
"La notizia di oggi è questa: il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino Almasri. Avviso di garanzia inviato anche ai ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e Alfredo Mantovano, presumo al seguito di una denuncia che è stata presentata dall'avvocato Luigi Ligotti, ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi, conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi". Queste le prime parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel messaggio video affidato ai social. IL VIDEO
Chi è Almasri, il torturatore di Mitiga in Libia
Arrestato e immediatamente rilasciato con annesso rimpatrio, al centro di una controversia internazionale che coinvolge il governo italiano e riaccende il faro sulla gestione dei centri di detenzione in Libia. Il profilo dell'uomo su cui pende un mandato di cattura della Corte penale internazionale
Meloni indagata, cosa succede ora
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ieri, 28 gennaio, ha annunciato in un videomessaggio di aver ricevuto un avviso di garanzia dal procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi per i reati di favoreggiamento e peculato - insieme ai ministri della Giustizia Carlo Nordio, dell’Interno Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano – a seguito del rimpatrio del comandante libico Almasri sul quale il Tribunale penale internazionale dell’Aia (Cpi) aveva spiccato in precedenza un mandato di cattura. COSA SUCCEDE ORA