Era stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, nel 2017, per il naufragio della nave da crociera avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012, davanti all'isola del Giglio. Ora Schettino ha maturato il termine che gli permette di accedere alle misure alternative al carcere avendo già scontato la metà della pena. L'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma si svolgerà il 4 marzo prossimo
L'ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, ha chiesto di poter usufruire del regime di semilibertà. Era stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere, nel 2017, per il naufragio della nave da crociera avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012, proprio davanti all'isola del Giglio. In quella circostanza sono state 32 le vittime e centinaia i feriti. Salpata dal porto di Civitavecchia, la Costa Concordia stava viaggiando verso Savona lungo il percorso programmato della crociera "Profumo d'agrumi", quando alle 21:45 del 13 gennaio urta un gruppo di scogli nei pressi dell'Isola del Giglio, inclinandosi su un lato. Schettino, a comando della nave, viene condannato in via definitiva per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo e abbandono della Concordia su cui erano presenti 4.229 passeggeri. Ora Schettino ha maturato il termine che gli permette di accedere alle misure alternative al carcere avendo già scontato la metà della pena. L'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma si svolgerà il 4 marzo prossimo.
I permessi e il lavoro in carcere
Attualmente Schettino beneficia di 45 giorni all'anno di permessi ottenuti grazie alla buona condotta mantenuta nel carcere in cui è recluso. L'ex comandante della Costa Concordia, già tre anni fa, aveva ottenuto la possibilità di lavorare in carcere. In particolare, gli era stato assegnato il compito di lavorare alla digitalizzazione dei documenti giudiziari della strage di Ustica e della strage di via Fani a Roma con il sequestro e l'omicidio dello statista democristiano Aldo Moro.
Le reazioni alla richiesta di Schettino
Non sono mancate le reazioni alla richiesta di Schettino. Una delle sopravvissute al naufragio, Vanessa Brolli, ha parlato a "Il Resto del Carlino" delle sue sensazioni dopo la mossa giudiziaria dell’ex comandante della Concordia. "Dispiace sapere che potrebbe tornare a casa. Schettino deve pagare per le sue colpe. A prescindere dalla decisione dei giudici siamo certi che Schettino vivrà il resto dei suoi giorni con addosso il peso di questa tragedia. Questa è la più grande pena per lui. Anche se dovesse uscire dal carcere, dovrà convivere con questa colpa per tutta la vita", ha detto.
