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Napoli, 18enne ucciso da colpo di pistola in “gioco finito male”. Fermato il cugino 19enne

Cronaca
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La vittima e due amici, tra cui il parente fermato (che ha raccontato i fatti alle forze dell'ordine), stavano maneggiando un'arma da fuoco quando il colpo fatale sarebbe esploso per sbaglio. Il sindaco del capoluogo fa mea culpa: "Dobbiamo potenziare le attività contro la violenza ed educare i giovani"

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Ancora una tragedia a Napoli: è morto Arcangelo Correra, il 18enne che intorno alle 5 di mattina di oggi, 9 novembre, è stato colpito alla testa da un colpo di arma da fuoco nel centro della città, nella turistica zona Tribunali. Sembra confermata l'ipotesi del "gioco finito male": il giovane stava maneggiando una pistola insieme al cugino e un amico quando è partito il colpo fatale. Sarà proprio il cugino Renato Cafaia, 19 anni, a essere sottoposto a fermo per i reati di porto d'arma illegale e per ricettazione e, contestualmente, indagato per omicidio colposo. Sarebbe stato lui ad avere in mano l'arma al momento della tragedia. Sempre lui, spontaneamente, ha raccontato la vicenda alla Squadra Mobile, in Questura. Correra è il terzo adolescente a essere ucciso a Napoli dal 24 ottobre a oggi. Il ragazzo era il cugino del 17enne Luigi Caiafa, fratello di Renato, ucciso da un poliziotto il 4 ottobre del 2020 durante una rapina. 

Blitz delle forze dell'ordine nella zona della tragedia

Nella zona della tragedia sono intervenuti oltre 100 operatori delle forze dell'ordine - tra Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza - che hanno eseguito numerose perquisizioni: nel corso del controlli sono state sequestrate tre pistole Beretta, numerose cartucce di diverso calibro, diverse quantità di sostanze stupefacenti e sigarette di contrabbando.

Il sindaco Manfredi: "Quello che facciamo contro la violenza non basta"

La vicenda ha riacceso ancora una volta la polemica sulla sicurezza a Napoli, dove in mattinata si è tenuta un'assemblea pubblica anti violenza. Qui ha fatto mea culpa il sindaco Gaetano Manfredi. Ciò che viene messo in campo dalle istituzioni in chiave di controllo della violenza, riconosce il primo cittadino, "non è mai sufficiente, perché se questi problemi ci sono ancora significa che il lavoro che noi stiamo facendo è un'attività non ancora sufficiente". Per Manfredi non basterebbe la videosorveglianza, ma servirebbe più "controllo sul territorio" e  "attività di sostegno forte in ambienti dove crescono questi giovanissimi che seguono dei modelli criminali che rappresentano un pericolo per loro stessi e per gli altri".

Centinaia di persone in piazza contro la violenza a Napoli

Centinaia di persone sono scese in piazza per aderire all'assemblea pubblica, promossa da Libera Campania in collaborazione con l'Arcidiocesi di Napoli, che era stata organizzata già nei giorni scorsi per altri episodi di violenza, le morti del 15enne Emanuele Tufano (ucciso in una lotta tra bande criminali formate da giovanissimi) e del 19enne Santo Romano (ucciso a colpi di fuoco dopo che un suo amico aveva pestato le scarpe a un altro ragazzo). In strada, insieme a Manfredi, tra gli altri anche una vasta rappresentanza dell'amministrazione comunale, il vice presidente della Camera Sergio Costa, il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Borrelli, il senatore di Sinistra Italiana Peppe De Cristofaro, l'ex governatore campano Antonio Bassolino.

santo romano napoli

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Polemica politica sulla sicurezza a Napoli

La questione sicurezza a Napoli ha dato il via anche a una polemica politica di respiro nazionale. "Di fronte a questa deriva di morte e violenza, nemmeno una parola o un atto concreto da parte del governo e del ministro dell'Interno Piantedosi che continuano a far finta di nulla. Mentre a Napoli si muore in strada, si continuano a chiudere caserme", ha detto ad esempio Francesco Emilio Borrelli di Avs. Il senatore napoletano della Lega Gianluca Cantalamessa, capogruppo in commissione Antimafia a Palazzo Madama e responsabile dipartimento Antimafia del partito, assicura: "Il ministro Piantedosi, che ho sentito immediatamente dopo l'accaduto, c'è e ci sarà una risposta a questa emergenza con azioni concrete". Non si può però, aggiunge, "far finta che queste tragiche morti non siano conseguenza anche di un problema di natura comportamentale dei nostri giovani che va al di là della politica". Diversi i toni di Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania: "Il finto buonismo, l'immobilismo complice, il giustificazionismo spinto fino al paradosso, che negli ultimi decenni hanno caratterizzato le varie sinistre, Pd in testa, alla guida di Napoli e della Campania, sono i fattori che hanno contribuito alla deriva".

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