Guerriglia urbana alla manifestazione nella Capitale, alla vigilia del primo anniversario dell'attacco di Hamas contro Israele. Dopo il ritrovo a Piazzale Ostiense, dal corteo non autorizzato con alcune persone incappucciate sono partiti lanci di bottiglie, sassi, fumogeni e bombe carta contro le forze dell'ordine che hanno reagito con lacrimogeni, idranti e cariche per disperdere i violenti. Quattro fermati per i disordini. Fonti Viminale: confermate ipotesi su infiltrati
Scontri e guerriglia urbana a Roma, dove è in corso il corteo (vietato dalla Questura) dei manifestanti pro Palestina, che si sono mossi verso viale di Porta Ardeatina. Alcuni sono incappucciati. La strada è sbarrata dai blindati della polizia: per questo i manifestanti hanno deviato il percorso e stanno sfilando verso piazzale Ostiense (FOTO). La tensione è sfociata subito in disordini: i manifestanti hanno lanciato bottiglie, sassi, fumogeni e bombe carta contro gli agenti. La polizia risponde con lacrimogeni e usa gli idranti per disperdere i manifestanti violenti, molti incappucciati. Anche un palo della segnaletica stradale è stato lanciato contro le forze dell'ordine che presidiano la piazza. Il grosso dei manifestanti è arretrato ma in piazza si è scatenata un vera e propria guerriglia. La polizia ha effettuato diverse cariche per disperdere i manifestanti violenti. Una ragazza è rimasta ferita alla testa negli scontri. E ci sarebbero almeno altri due manifestanti colpiti. Una parte degli attivisti si è poi ricompattata partendo con un corteo spontaneo arrivato in piazzale dei Partigiani dove erano presenti gli agenti in tenuta antisommossa e mezzi blindati, mentre un elicottero sorvolava la zona. Sono quattro i fermati durante gli scontri e portati in questura. Due di questi sono stati denunciati a piede libero per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Al vaglio la posizione degli altri due. Sale per ora a 30 il bilancio dei feriti tra le forze dell'ordine (26 poliziotti e 4 militari della Gdf) e 40 i fogli di via.
Meloni: piena solidarietà ad agenti aggrediti
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso "piena solidarietà, mia e del Governo, alle Forze dell'ordine, insultate e aggredite da sedicenti "manifestanti" che usano ogni pretesto per sfogare la loro assurda violenza. È intollerabile che decine di agenti vengano feriti durante una manifestazione di piazza. Ringrazio il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il capo della Polizia e tutti gli uomini e le donne che ogni giorno lavorano per garantire la nostra sicurezza".
Piantedosi: "Grande equilibrio delle forze di polizia"
Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha telefonato al capo della Polizia, Vittorio Pisani, chiedendo informazioni sulle condizioni di salute dei rappresentanti delle forze dell'ordine "rimasti feriti a causa delle aggressioni subite oggi a piazzale Ostiense", fanno sapere fonti del Viminale. Nell'occasione, Piantedosi ha manifestato a Pisani il proprio apprezzamento per "l'operato delle forze di polizia che, come sempre, hanno dimostrato grande professionalità ed equilibrio garantendo l'ordine pubblico in una giornata complessa, in cui non sono mancate gravi intemperanze da parte di chi è sceso in piazza anche utilizzando armi improprie e bombe-carta per aggredire gli agenti e causare danneggiamenti".
Fonti Viminale: confermate ipotesi su infiltrati al corteo
"Da quanto avvenuto oggi a Roma arriva la conferma della fondatezza delle ragioni poste alla base del divieto emesso dalla questura di Roma", rilevano fonti del Ministero dell'Interno. "La decisione - spiegano dal Viminale - è scaturita sulla base di valutazioni legate a informazioni acquisite nelle scorse settimane che lasciavano presagire rischi per l'ordine pubblico. Il primo fattore critico era rappresentato dagli infiltrati intenzionati a utilizzare una numerosa manifestazione per confondersi all'interno di un corteo più ampio e attaccare obiettivi sensibili oltre che le forze di polizia, come poi effettivamente avvenuto a piazzale Ostiense".
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Corteo pro Palestina a Roma, scontri tra manifestanti e polizia. FOTO
La manifestazione a Roma
Dal primo pomeriggio si erano susseguiti i cori "Palestina libera", "Israele criminale" e "Ora Intifada". In piazzale Ostiense sono arrivate alcune migliaia di manifestanti che hanno sfidato il divieto della Questura. Agenti delle forze dell'ordine, blindati e idranti erano schierati in tutti gli accessi alla piazza, dove sono stati chiesti i documenti a chi entrava. Si sono registrati anche slogan contro la premier italiana Meloni, il primo ministro israeliano Netanyahu e il presidente americano Joe Biden. I manifestanti si sono posizionati dietro lo striscione "Palestina e Libano uniti: fermiamo il genocidio con la resistenza". Tra le tante bandiere presenti ne è spuntata anche una di Hezbollah accanto a quella libanese.
I manifestanti: "Non celebriamo Hamas, commemoriamo i morti"
"Nonostante il divieto siamo scesi in piazza perché abbiamo una responsabilità storica. Chiediamo la fine dei bombardamenti. L'Italia deve prendere una linea chiara. C'è stata una mistificazione su questo corteo. Ci hanno detto che era una celebrazione di Hamas, ma noi siamo qui per commemorare i nostri morti, i morti palestinesi. Gli unici che fanno celebrazioni qua in Italia sono gli amici di Israele e l'industria bellica italiana". Così dal megafono, uno dei rappresentanti dell'Unione democratica arabo-palestinese, in piazza a Roma alla manifestazione nazionale . "Il divieto è arrivato non per garantire la pace, ma per garantire la guerra. Potevamo essere molti di più se questo non fosse uno Stato di polizia, uno Stato fascista", ha affermato un'attivista dei giovani palestinesi. Dalla piazza è partito anche un coro contro le forze dell'ordine: "Vergogna, vergogna". "La Palestina rappresenta gli esclusi nel mondo. Il 7 ottobre è iniziata la rivoluzione. Fuori gli occupanti", ha detto un altro attivista. Al corteo ci sono manifestanti di Osa, Potere al Popolo e Usb; presenti le bandiere della Rete della conoscenza e dei comunisti.
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Il piano sicurezza
La mobilitazione è arrivata alla vigilia del 7 ottobre, primo anniversario dell'attacco di Hamas a Israele. Già stamattina erano scattate le misure di sicurezza per intercettare eventuali infiltrati violenti. A essere controllati sono stati migliaia di manifestanti: alcune decine sono stati portati in questura per valutare la loro posizione al fine di un'eventuale foglio di via. Il piano sicurezza è stato messo a punto in un tavolo tecnico in questura, il primo presieduto dal nuovo questore Roberto Massucci. Tra le misure, controlli nelle stazioni e ai caselli autostradali e un dispositivo a cerchi concentrici sempre più stringenti attorno all'area di piazzale Ostiense.
Tajani: "Non sia un'esaltazione dell'antisemitismo"
Sulla manifestazione è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Non si può trasformare una legittima manifestazione in un'esaltazione dell'antisemitismo e di un'azione terroristica che ha provocato migliaia di morti. Dobbiamo garantire la sicurezza di tutti i luoghi di culto ebraici e mi auguro che prevalga il buon senso: il diritto di manifestare è un'altra cosa". E poi: "Il diritto di trasformare manifestazioni di libero pensiero in manifestazioni in cui si indica al pubblico ludibrio una persona come la senatrice Liliana Segre, che è un'immagine emblematica della lotta contro il nazifascismo, additarla come pericolosa agente sionista o fare lo stesso con persone che sono di origine ebraica, è inaccettabile". Infine: "Trasformare una manifestazione del diritto del popolo palestinese in una manifestazione di odio razziale contro Israele non significa esprimere libero pensiero".