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Inchiesta ultrà, notificati 24 Daspo dai 3 ai 10 anni. In arrivo altri provvedimenti

Cronaca
©IPA/Fotogramma

Si tratta della prima tranche dei provvedimenti interdittivi alle manifestazioni sportive, emessi dal questore in relazione all'inchiesta che vede coinvolte le organizzazioni ultras di Inter e Milan. Attese decine di altre misure simili in tempi brevi. Intanto oggi è emerso che la commissione parlamentare antimafia acquisirà gli atti. Oggi anche Ferdico e Lucci non hanno riposto al gip

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È stata quasi tutta notificata la prima tranche di Daspo - i provvedimenti interdittivi alle manifestazioni sportive - emessi dal questore Bruno Megale in relazione all'inchiesta milanese che vede coinvolte le organizzazioni ultras di Inter e Milan. Si tratta di 24 Daspo tra i 3 e i 10 anni, a cui dovrebbero seguire decine di altri provvedimenti in tempi relativamente brevi. Per Luca Lucci e Andrea Beretta, i due capi delle curve ultrà di Milan e Inter, lo stadio resterà proibito fino al 2034. Entrambi, infatti, sono stati colpiti da un Daspo di dieci anni, con obbligo di firma per i primi cinque anni. Stesso provvedimento anche per il fratello di Luca Lucci, Francesco, che spesso avrebbe assunto il ruolo di leader in sua assenza. I provvedimenti non si sommano a quelli precedenti che alcuni leader ultras già avevano, ma di fatto facendo partire i nuovi termini da oggi, ne estendono nel tempo i divieti e le prescrizioni. Intanto oggi è emerso che la commissione parlamentare antimafia acquisirà gli atti dell'inchiesta di Milano che riguarda presunti affari illeciti, violenze e un patto tra gli ultrà delle curve Nord e Sud. La richiesta degli atti è stata già avanzata e a breve potrebbe quindi giungere la documentazione richiesta. Nei prossimi giorni saranno valutate anche eventuali audizioni in merito alla vicenda.

I capi ultrà Ferdico e Lucci non rispondono al gip

Oggi sono proseguiti gli interrogatori di garanzia: anche i cinque ultrà interrogati in giornata, dopo il maxi blitz di lunedì scorso con 19 misure cautelari, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, così come avevano fatto ieri otto arrestati, davanti al gip di Milano Domenico Santoro. Hanno scelto la linea del silenzio, dunque, anche Marco Ferdico e Luca Lucci, ormai ex capi delle curve interista (la Nord) e milanista (la Sud), così come altri tre ultras in carcere, Mauro Nepi, Francesco Intagliata e Matteo Norrito. Altri tre ultras finiti in carcere saranno sentiti domani dal giudice, così come le tre persone ai domiciliari, tra cui l'imprenditore nel settore parcheggi Gherardo Zaccagni. Intanto, il procuratore di Milano Marcello Viola ha incontrato i legali di Milan e Inter nell'ambito del procedimento di prevenzione aperto sulle due società, non indagate. Non ci sono tempi o scadenze previsti, è stato riferito, ma il procedimento è in corso e dovrebbe servire a spezzare i legami tra gli ultras e i loro affari illeciti e figure dei club. 

inchiesta curve ultras milan inter

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Tra gli altri elementi dell'inchiesta riportati in una delle integrazioni alla richiesta di misura cautelare firmata dai pm, si sentono alcuni ultrà milanisti, tra cui il capo della curva Sud Luca Lucci, discutere a fine 2022 del business dei parcheggi dello stadio di San Siro, al centro dell'inchiesta della Dda di Milano assieme ad altri affari, per i quali le curve interista e milanista avevano stretto un “patto". "1000 macchine?...30 mila a partita! Facciamo 80 mila al mese, punto e basta!”, si sente nell’intercettazione, riportata nel capitolo che tratta del "progressivo avvicinamento della Curva Sud ad esponenti della criminalità organizzata calabrese". Nell'integrazione gli inquirenti tornano anche sulle relazioni tra Lucci e "noti artisti". E sui "preliminari accordi tesi a gestire i concerti di tali artisti, sia sul territorio nazionale (ed in particolare in Calabria), sia internazionale”.

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