Migranti, milizie libiche sparano su nave Ong Mare Jonio durante un soccorso in mare

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È successo nel pomeriggio, secondo quanto denunciato da Mediterranea Saving Humans: "Hanno sparato colpi d'arma da fuoco in acqua e in aria, creando il panico e provocando la caduta in acqua di diverse persone". Si rinnova l’appello al governo italiano per un intervento immediato che fermi "i comportamenti violenti, pericolosi e criminali della cosiddetta guardia costiera libica"

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Una motovedetta libica ha sparato sulla nave Mare Jonio – della Ong Mediterranea Saving Humans – mentre questa stava soccorrendo un’imbarcazione in pericolo in acque internazionali: diverse persone sono cadute in acqua e a quel punto sono partite le operazioni per recuperare i naufraghi. A denunciare quanto successo nel pomeriggio di oggi, 4 aprile, è la stessa organizzazione non governativa: "I miliziani libici hanno sparato colpi d'arma da fuoco in acqua e in aria, creando il panico e provocando la caduta in acqua di diverse persone". Si chiede al governo italiano un intervento immediato "per fermare i comportamenti violenti, pericolosi e criminali della cosiddetta guardia costiera libica". La Mare Jonio batte bandiera italiana. 

La partenza ieri da Siracusa

La Mare Jonio era partita ieri sera dal porto di Siracusa, verso il Mediterraneo centrale, per la sua sedicesima missione di monitoraggio e soccorso in mare. Pochi giorni fa si era conclusa la quindicesima, con lo sbarco a Pozzallo di 113 naufraghi soccorsi nella notte tra il 23 e il 24 marzo.

Il capomissione: "In zona Sar libica sistematiche violazione dei diritti per decisione politica"

Il capomissione a bordo Denny Castiglione nelle scorse ore aveva fatto sapere che la nave era diretta verso "la cosiddetta zona Sar libica", che ha definito "la zona di mare dove avvengono, per decisione politica dei governi italiani ed europei, le violazioni sistematiche dei diritti umani che da inizio anno hanno causato numerosi naufragi e quasi 400 vittime accertate, senza contare le persone disperse e i 'naufragi-fantasma' di cui non sappiamo nulla". Le milizie libiche – "pagate fior di milioni e rifornite di mezzi navali e terrestri" - hanno "il compito di catturare e deportare chi tenta di fuggire dai lager: dall'inizio dell'anno sono state 3.791 le donne, uomini e bambini respinti in questo modo verso la Libia", ha aggiunto Castiglione. Il capomissione parla di "evidenti violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale" ignorate da Ue e Stati membri ("Italia in testa") che "non intervengono in caso di allarme per 'aspettare' che la cosiddetta guardia costiera libica faccia il suo sporco lavoro di polizia di frontiera illegale".

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"Frustate a migranti soccorsi da motovedetta libica"

"Ci eravamo recati su un target con motore in avaria - spiega Castiglione - e mentre stavamo distribuendo i giubbotti di salvataggio è arrivata, con fare molto minaccioso e a velocità spedita, una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica. Al suo arrivo moltissime persone, in forte agitazione, si sono lanciate in acqua, mentre altre persone, di un precedente soccorso, venivano frustate sulla prua della motovedetta e altre, dal terrore, o si lanciavano in acqua o venivano buttate dalla guardia costiera libica". "Mentre stavamo soccorrendo le persone in acqua - prosegue Castiglione - la motovedetta ha iniziato a sparare prima in aria e poi addosso ai nostri gommoni di salvataggio sfiorando più volte i nostri soccorsi. Abbiamo soccorso 58 persone, non abbiamo ancora idea adesso se ci siano dispersi. L'operazione è stata molto complessa e messa ancor di più a repentaglio da questo scellerato intervento della guardia costiera libica".

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