Riconoscimento della protezione internazionale, gli ostacoli all’accesso alla procedura

Cronaca
Marco Passaro Agenzia Fotogramma

E' la denuncia di International Rescue Committee, organizzazione non governativa fondata da Albert Einstein nel 1933 negli Stati Uniti e  presente in Italia da pochi anni, che si batte per sensibilizzare le istituzioni sulle difficoltà che incontrano le migliaia di migranti presenti sul nostro territorio

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L’organizzazione non governativa International Rescue Committe ha lanciato un appello. L’obiettivo è sensibilizzare le istituzioni sul tema del diritto alla protezione internazionale nel nostro Paese. Nel suo report pubblicato oggi, l’organizzazione fondata da Albert Einstein nel 1933 negli Stati Uniti, e presente in Italia da pochi anni, mette l’accento sugli ostacoli e le difficoltà incontrate da migliaia di migranti presenti sul nostro territorio che non sono stati messi nemmeno nelle condizioni di richiedere la protezione internazionale. Abbiamo approfondito la situazione che in questi ultimi mesi ha riguardato diverse città italiane, con un focus particolare su Milano. C’è un diritto negato a un numero enorme di persone, rispetto a cui c’è una responsabilità importante delle istituzioni”, spiega la direttrice IRC Italia Susanna Zanfrini. “Questo è un tema da risolvere con urgenza, senza delegare al mondo delle associazioni un compito che deve essere assolutamente compito dello Stato”, aggiunge Flaminia Delle Cese, Legal and Advocacy Advisor di IRC Italia.

Le procedure

Il rapporto - realizzato con la collaborazione di Le Carbet, Mutuo Soccorso Milano, NAGA, ASGI e INTERSOS - evidenza un dato che tocca le nuove procedure volute dalla questura milanese negli ultimi mesi: meno di un quarto delle persone che intendevano chiedere protezione online a Milano hanno affermato di essere riuscite a fissare un appuntamento per formulare la richiesta. La situazione delineata non riguarda solo Milano. Le organizzazioni che assistono le persone richiedenti protezione a Trieste, Torino, Imperia, Bologna, Firenze, Roma e Napoli hanno riferito di ostacoli e ritardi simili per chi cerca di accedere al sistema di protezione internazionale. Tra gli ostacoli menzionati nel report  il numero limitato di appuntamenti per chiedere protezione, i ritardi di mesi, le pratiche discrezionali e non dichiarate nella “selezione” delle persone richiedenti e la richiesta di documentazione non prevista dalla legge. Le associazioni che firmano il report hanno avanzato delle raccomandazioni alle istituzioni per migliorare la situazione attuale, in primis quella di fornire risorse aggiuntive alle questure al garantire che tutte le persone richiedenti possano registrare la loro intenzione di chiedere protezione indipendentemente dalla nazionalità, dalla lingua parlata, dalla situazione socioeconomica, dal livello di alfabetizzazione digitale o da altre circostanze. Altro tema portante è quello dell’uniformità della procedura fra città diverse, per questo IRC chiede di stabilire a livello nazionale degli standard minimi per le procedure di registrazione delle richieste di protezione ed eliminare l’imposizione di requisiti documentali non necessari da parte di alcune questure.

Un barcone con migranti fotografato da un elicottero della Guardia di Finanza a circa 7 miglia da Lampedusa il 19 febbraio 2021.
ANSA/CARMELO SUCAMELI

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