La madre di Luana D'Orazio, morta sul lavoro: "Servono pene più severe"

Cronaca

A tre anni dalla scomparsa della figlia ha presentato in Senato una petizione, di cui è prima firmataria, per cambiare la legge. Questa si aggiunge a una proposta per introdurre il delitto di omicidio sul lavoro presentata il 29 marzo dal pentastellato Luca Pirondini

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Sono passati tre anni dalla morte di Luana D’orazio, 22enne deceduta in un incidente sul lavoro a Montemurlo, in provincia di Prato. Da allora però la situazione delle morti sul lavoro, cosiddette bianche, non è cambiata. Nel 2023 sono state 1041 le denunce per decessi di questo tipo giunte all’Inail, in leggero calo rispetto all’anno precedente, ma pur sempre un numero elevatissimo. Così Emma Marrazzo, mamma di Luana, continua la sua battaglia per provare a cambiare le cose e il 30 aprile è andata a Roma per consegnare una petizione, di cui lei è la prima firmataria, al presidente del Senato. “Vedo che ne muoiono sempre così tanti, e ogni giorno. Tutti lavoratori come mia figlia”, ha spiegato la donna in un’intervista a La Repubblica, “Servono pene più severe, con l'aggravante. Se no, tutto è inutile”.

Reato di omicidio sul lavoro

Al momento in Italia non esite una legge che regoli in maniera puntuale il reato di omicidio sul lavoro. La petizione firmata da Emma Marrazzo si aggiunge alla proposta di legge presentata il 29 marzo dal senatore del M5S Luca Pirondini. “Il governo non vuole fare niente, quindi vediamo adesso cosa farà Giuseppe Conte”, racconta la madre di Luana a Repubblica, “Io so che queste morti sono volute perché sul tema lavoro ci sono troppe cose che non vanno, e noi vedove di mariti o di figli sappiamo cosa vuol dire”. Per Marrazzo le leggi ci sono, ma sono insufficienti: “Il presidente Mattarella, quando mi ha chiamato il 16 novembre, mi ha detto: 'Le leggi ci sono, bisogna applicarle'. Per me è stata una carezza al cuore. Però, io non posso dimenticare Luana, che non ho più. Al processo, ho voluto guardare le foto delle perizie. Tutte, le ho guardate. Il corpo aveva fatto 4 giri completi intorno all'asse, prima che un operaio fermasse la macchina, che stava andando alla velocità massima. Ormai sembrava un gomitolo, aveva la testa schiacciata contro il rullo. È stato terribile guardare quelle immagini, ma ho dovuto farlo”.

Italian Justice Minister Carlo Nordio, during a question time at the Chamber of Deputies, Rome, Italy, 21 February 2024. ANSA/FABIO FRUSTACI

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La morte di Luana

Luana d’Orazio, 22 anni e madre di un bambino che allora aveva 5 anni, lavorava da circa un anno in un'azienda tessile a Oste di Montemurlo, in provincia di Prato. Il 3 maggio 2021 la giovane è morta risucchiata dall’ingranaggio di un orditoio, la macchina che permette di preparare la struttura verticale della tela che costituisce la trama del tessuto. Si scoprirà che non era stata attivata la fotocellula di sicurezza del macchinario. Come spiega la madre Emma Marrazzo a Repubblica: “I proprietari dell’azienda hanno patteggiato per omicidio senza dolo. La proprietaria Luana Coppini ha avuto 2 anni e il marito un anno e 6 mesi, con la condizionale. E una multa di 10 mila e 300 euro”.

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