
Medici in fuga all'estero, le misure del governo per incentivare il rientro in Italia
Sono quasi 40mila i professionisti che hanno lasciato il nostro Paese negli ultimi cinque anni, attratti da migliori condizioni lavorative e stipendi più elevati. Ora il governo pensa a un piano simile a quello adottato per frenare la fuga di cervelli tra docenti e ricercatori. E si fa largo l'ipotesi di un maxi sconto fiscale per chi vuole ritornare sui suoi passi

LA FUGA DEI 40MILA IN CINQUE ANNI
- L'Italia è alle prese con una preoccupante carenza di medici nel Servizio sanitario nazionale. Sono, infatti, quasi 40mila i professionisti che hanno lasciato il Paese negli ultimi cinque anni in cerca di condizioni lavorative migliori e stipendi più elevati

IL MODELLO ADOTTATO PER DOCENTI E RICERCATORI
- Un vero e proprio esodo, che ha amplificato i problemi strutturali del sistema sanitario italiano, evidenziando la necessità di misure per incentivare il ritorno di medici qualificati. Per affrontare questa sfida, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha proposto l'adozione di un piano di incentivi fiscali simile a quello già in vigore per docenti e ricercatori

SCONTO FISCALE FINO AL 90%
- Il piano, per ora sviluppato soltanto in fase embrionale, dovrebbe prevedere uno sconto fiscale fino al 90% sulle tasse per i primi cinque anni di residenza in Italia dopo il ritorno dall'estero

LA PROPOSTA AL VAGLIO DEL MEF
- L'obiettivo è attrarre almeno una parte dei medici italiani che sono emigrati all'estero, offrendo loro un incentivo finanziario per tornare a lavorare nel sistema sanitario nazionale. La proposta è attualmente in fase di valutazione da parte del ministero dell'Economia

AGEVOLARE IL RIENTRO IN ITALIA
- "La fuga dei cervelli è un fenomeno, purtroppo, che ha caratterizzato il nostro Paese”, ha spiegato il ministro Schillaci. “Certo, se li prendono vuol dire che li formiamo bene. Dopodiché, tanti professionisti, medici e infermieri, sono andati fuori perché ci sono sistemi che oggettivamente pagano meglio e di più i professionisti. Credo che, come è avvenuto per i ricercatori, sia opportuno trovare dei metodi per i quali chi ha lavorato all'estero voglia tornare in Italia e ne abbia una maggiore possibilità”

L'INCOGNITA DEL COSTO FISCALE
- “Dobbiamo capire quanti vogliono tornare e dobbiamo capire anche come farlo”, ha poi aggiunto Schillaci. “Sullo sconto fiscale, ad esempio, non si può fare nulla senza che il Mef non bollini ciò che viene fatto. Oltre a capire quanti dei tanti che purtroppo stanno fuori e vogliono tornare, dobbiamo anche capire quando tornano in che condizioni tornano, perché ovviamente c'è un costo fiscale diverso da persona a persona"

I POSSIBILI BENEFICI PER LE FINANZE STATALI
- Alcuni esponenti politici, come Annarita Patriarca, hanno, tuttavia, sottolineato che il finanziamento di questa iniziativa potrebbe non essere un ostacolo significativo, poiché i medici interessati al rientro potrebbero già non essere contribuenti fiscali in Italia. Il loro ritorno, quindi, potrebbe rappresentare un beneficio netto per le finanze dello Stato

AUMENTO SIGNIFICATIVO DELL'EMIGRAZIONE
- Secondo stime della Fnomceo (l'Ordine dei medici), tra il 2019 e il 2023 circa 39mila medici italiani hanno lasciato il Paese, con un aumento significativo di emigrazione negli ultimi anni

LE DIFFERENZE SALARIALI CON ALTRI PAESI UE
- Le ragioni di questo trend includono le retribuzioni più elevate offerte all'estero, con differenze salariali che possono superare i 60mila euro annui in alcuni Paesi europei come il Lussemburgo, l'Islanda, l'Olanda e la Germania

LA PRESSIONE SULLE STRUTTURE SANITARIE
- Una misura come quella ipotizzata potrebbe contribuire a colmare il deficit di medici nel Servizio Sanitario Nazionale e a fornire un sollievo alle strutture sanitarie italiane, già sotto pressione. Resta da vedere se la proposta otterrà il necessario sostegno politico