Comune di Bari a rischio commissariamento, le tappe del caso e cosa può succedere
Il Viminale ha deciso di nominare una commissione d'accesso per valutare l'eventuale infiltrazione criminale nell'amministrazione comunale barese. La scelta si basa sull'inchiesta sul presunto intreccio tra mafia, politica e affari e sul tentativo di condizionare il voto alle elezioni comunali del 2019 vinte dal centrosinistra con il sindaco uscente Antonio Decaro. Le infiltrazioni avrebbero raggiunto anche la municipalizzata del trasporto urbano barese Amtab. Dura la reazione del primo cittadino
- Fa discutere la decisione del Viminale di nominare una commissione d'accesso per valutare l'eventuale infiltrazione criminale nell'amministrazione comunale di Bari. La scelta si basa sull'inchiesta sul presunto intreccio tra mafia, politica e affari e sul tentativo di condizionare il voto alle elezioni Comunali (2019) vinte dal centrosinistra con il sindaco uscente Antonio Decaro. Le infiltrazioni avrebbero raggiunto anche la municipalizzata del trasporto urbano barese Amtab. Ecco cosa è emerso e quali sono i possibili sviluppi
- Una data chiave è quella del 26 febbraio 2024: quel giorno le indagini della Direzione distrettuale antimafia hanno portato all'arresto di 130 persone legate ai clan. In foto, l'operazione a Bari dello scorso febbraio
- In particolare all'arresto (ai domiciliari) sono finiti una consigliera comunale eletta con il centrodestra (e poi passata al centrosinistra), Maria Carmen Lorusso, e suo marito (in carcere), l'avvocato Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale. Olivieri sarebbe stato il motore di accordi con i clan mafiosi Parisi, Montani e Strisciuglio per far eleggere la moglie grazie alla compravendita di voti. Entrambi i coniugi non hanno risposto alle domande del gip dopo gli arresti, ma si sono detti pronti a "chiarire tutto" una volta lette le carte
- Nel 2022 un'altra consigliera comunale di Bari, sempre eletta nel cdx (lista Di Rella sindaco), Francesca Ferri, era stata arrestata ed è ora a processo con il suo compagno Filippo Dentamaro e l'ex consigliere regionale Nicola Canonico per presunto voto di scambio sempre nella tornata elettorale a Bari del 2019 e nel vicino comune di Valenzano. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale per le elezioni di Bari e di scambio elettorale politico-mafioso quelle di Valenzano
- Tornando all'inchiesta più recente, Lorusso fu eletta con la lista 'Di Rella sindaco' (centrodestra). Secondo l'accusa, Olivieri (in foto) avrebbe versato denaro a esponenti dei clan, promesso posti di lavoro e buoni benzina. Per favorire l'elezione della Lorusso, si sarebbe mosso anche il padre, l'oncologo Vito Lorusso, già indagato per concussione e peculato e arrestato in questa inchiesta, che avrebbe stretto un accordo con Massimo Parisi, fratello del boss 'Savinuccio': per i voti alla figlia avrebbe curato un nipote del capoclan, poi morto
- Nella maxi inchiesta sono finiti in carcere presunti affiliati mafiosi, il cantante neomelodico Tommaso Parisi, figlio del boss barese 'Savinuccio' Parisi. E sono state sottoposte ad amministrazione giudiziaria per un anno per infiltrazioni mafiose la municipalizzata del trasporto urbano barese Amtab spa e la Maldarizzi automotive spa, società sulle quali i clan avrebbero esercitato la propria forza criminale ottenendo posti di lavoro, come scrive Ansa
- In occasione della conferenza stampa per illustrare l'indagine, il procuratore di Bari, Roberto Rossi, ci tenne ad escludere il coinvolgimento del sindaco Decaro. "Quando si parla di condizionamento elettorale - sottolineò - si rischia di pensare che tutto sia inquinato. C'è stata una parziale e circoscritta attività di inquinamento del voto all'interno delle comunali su cui l'amministrazione ha saputo rispondere", e "abbiamo accertato l'insussistenza del coinvolgimento del sindaco Decaro"
- Ma ora il caso è tornato sotto ai riflettori: il ministro dell’interno Piantedosi ha comunicato che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune di Bari. Si punta ad accertare le presunte infiltrazioni mafiose nel Consiglio comunale di Bari e in altre aziende municipalizzate proprio dopo l'arresto delle 130 persone dello scorso febbraio
- Dura la reazione del sindaco Antonio Decaro che sui social ha parlato di "un atto di guerra contro la città". E che poi ha incalzato: "Se c'è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel comune di Bari, io rinuncio alla scorta"
- Supporto a Decaro è arrivato dalla segretaria del Pd Elly Schlein: "Rimaniamo basiti", ha detto rimarcando come si tratti di "una scelta che, arrivando a tre mesi dalle elezioni, sembra molto politica, facendo seguito all’iniziativa di alcuni parlamentari della destra e di due membri del governo e non avendo nemmeno esaminato la documentazione presentata dall’amministrazione”. Un fatto simile, “non si era mai visto ed è molto grave"
- "Io capisco l'amarezza del sindaco di Bari. Il nostro governo da quando si è insediato ha già sciolto 15 Comuni in prevalenza di centrodestra. Questo governo ha dichiarato guerra alle mafie non certo agli amministratori locali", la replica di Piantedosi, intervistato dal Tg1 dopo le polemiche
- "L'iniziativa - ha ricordato il ministro - si è resa necessaria a seguito di un'indagine giudiziaria molto importante, che ha portato a 130 arresti tra cui anche un consigliere comunale e soprattutto al commissariamento, ai sensi della normativa antimafia, di un'azienda municipalizzata totalmente controllata dal Comune di Bari". "Ci sono stati accessi ispettivi - ha aggiunto - che hanno riguardato comuni come quello di Reggio Calabria e come quello di Roma e Foggia e quindi anche Comuni di grandi dimensioni"
- L'iter per lo scioglimento del Comune di Bari per infiltrazioni mafiose prevede che sia il prefetto a valutare un'eventualità del genere, in questa fase, ed è una valutazione che può essere anche indipendente dalle conclusioni delle autorità giudiziarie. Il prefetto può dare avvio alla procedura di scioglimento, sentito il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che in questa materia è allargato al procuratore della Repubblica il cui parere è estremamente rilevante