Bari, Decaro: "Se ci sono sospetti sul Comune, rinuncio alla scorta"

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Il sindaco ha convocato una conferenza stampa all'indomani delle notizie giunte dal ministero dell'Interno sulla procedura della Commissione d'accesso che dovrà verificare eventuali infiltrazioni della criminalità nell'amministrazione comunale e nelle aziende municipalizzate. Piantedosi: "Da governo guerra a mafie, non ai sindaci". Viminale invierà ispettori in Prefettura

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Comune di Bari verso lo scioglimento? È questa l'ipotesi al vaglio della commissione nominata dal ministro dell'Interno Piantedosi. Dura la reazione del sindaco Antonio Decaro che sui social ha parlato di "un atto di guerra contro la città". E che oggi incalza: "Se c'è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel comune di Bari, io rinuncio alla scorta". In serata, Decaro ha parlato a Otto e mezzo su La7. "Oggi è stato un atto di legittima difesa, non mia personale ma della mia città. La commissione prefettizia che farà l'ispezione è giusto che faccia il suo lavoro. Rappresento le istituzioni, sono il sindaco di Bari che ha giurato sulla Costituzione, sono da 8 anni il rappresentante di tutti i sindaci italiani. Metterò quindi a disposizione della commissione tutto il sostegno, la documentazione e le attività che serviranno", ha detto. E ha aggiunto: "Fino a qualche giorno fa era probabile che mi candidassi alle Europee, ma oggi ho in testa solo la difesa della mia amministrazione. Difenderò la mia città fino all'ultimo giorno in cui faccio il sindaco. Lo valuterò nei prossimi giorni, ma a oggi mi devo occupare di Bari". Intanto, il Viminale ha fatto sapere che invierà un'ispezione in Prefettura a Bari dopo il caso, emerso dagli atti della Dda sul gruppo mafioso Parisi, della funzionaria che nel 2018 si era rivolta a un indagato ritenuto vicino al clan, Gaetano Scolletta, per riavere l'auto che le era stata rubata.

L'inchiesta

"Sono sotto scorta da 9 anni, torno a vivere. Non posso essere sindaco antimafia e avere la commissione di accesso in comune", ha precisato il sindaco di Bari arrivando alla conferenza stampa convocata all'indomani delle notizie giunte dal ministero dell'Interno sulla procedura della Commissione d'accesso che dovrà verificare eventuali infiltrazioni della criminalità nell'amministrazione comunale e nelle aziende municipalizzate. Nello specifico, l'ipotesi di commissariamento del Comune pugliese deriva dall'inchiesta 'Codice Interno', che ha rivelato intrecci tra mafia, imprenditoria e mondo della politica. L'indagine, condotta dalla direzione distrettuale antimafia, il 26 febbraio scorso ha portato all'arresto di 130 persone accusate di vari reati e, tra loro, di due esponenti politici, Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, e della moglie Maria Carmen Lorusso, consigliera comunale di maggioranza, poi dimessasi.

 

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La reazione di Decaro

Decaro ieri, su Facebook, aveva spiegato: "Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune". "L’atto, come un meccanismo a orologeria, segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avvocato Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra. Incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia che in conferenza stampa ha detto testualmente: 'L'amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata', gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell’inchiesta su Mafia Capitale".

La posizione del Viminale

Il ministero dell'Interno, dal canto suo, ha precisato che quanto accaduto "si è reso necessario in esito ad un primo monitoraggio disposto dal Viminale circa i fatti emersi a seguito dell'indagine giudiziaria che ha portato a più di 100 arresti nel capoluogo pugliese e alla nomina, da parte del Tribunale, ai sensi dell'art. 34 del codice antimafia, di un amministratore giudiziario per l'azienda Mobilità e Trasporti Bari spa, interamente partecipata dallo stesso Comune". Poi oggi, intervistato al Tg1, Piantedosi ha chiarito:  "Io capisco l'amarezza del sindaco. Il nostro governo da quando si è insediato ha già sciolto 15 Comuni in prevalenza di centrodestra. Questo governo ha dichiarato guerra alle mafie non certo agli amministratori locali".

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